CAPITOLO XXII

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Raggiungere Jade e Frank in mezzo alla folla che faceva il "Count Down" agitando le mani in aria non è affatto facile, ma grazie a Debby e le sue gomitate per farci passare li ritroviamo, appena in tempo per il 5, 4, 3, 2...

Un enorme boato si leva al cielo, la folla di persone sembra impazzita e le urla di tutti sono talmente rumorose che credo che se Debby mi dicesse qualsiasi cosa, non riuscirei a sentirla nonostante la vicinanza.

Ed improvvisamente ti senti addosso i corpi di tutti e lo sguardo di nessuno, ogni singola persona in quella piazza ride e si scambia regali e ride ancora.
Chi beve per festeggiare e chi festeggia solo per poter bere, i bambini scartano fulminei i loro regali per poi correre verso l'albero e cercare la loro pallina con dentro i loro desideri, e staccarla qualora si fossero realizzati.

Nel marasma del momento non sai mai esattamente ciò che stia capitando, provi a fingere di essere spigliato ma in realtà inizia a darti fastidio il caos intorno a te, e gli spintoni di gente che saltando ti urta, e la musica adesso più alta con tanto di coro di coloro che hanno già bevuto un po troppo.

E poi torno a guardare davanti a me, Debby e gli altri hanno tirato fuori i pacchetti regalo ed aspettano me per scambiarseli.

Allora prendo dal mio zaino, che ovviamente avevo dietro, i pacchetti con i regali.
Dopodiché osservo la reazione di Jade mentre apre il suo pacchetto: un set di centri tavolo in pizzo (casa sua è piena, perciò sapevo le avrebbe fatto piacere).
Sembra entusiasta del mio regalo, siccome mi ringrazia e mi abbraccia dandomi un appiccicoso bacio sulla guancia.

-Scusami amico- mi rivolgo a Frank -prima di stasera non ti conoscevo, per cui non sapendo cosa regalarti, ho semplicemente contribuito alla spesa di quel che ti hanno preso loro due.- abbozzo un mezzo sorriso imbarazzato.
So che in teoria non avrei dovuto dirlo, ma quando lui mi risponde -Tranquillo amico, anche io ho fatto la stessa cosa per te!- mi sento meglio.

Allora porgo l'ultimo pacchetto a Debby .
Mi guarda fissa negli occhi per tutto il tempo mentre afferra l'oggetto e toglie delicatamente il nastro rosso dal pacco.
Mi sorride, in qualche modo sembra che stia cercando di indovinare il regalo che le ho fatto attraverso i miei occhi, estrapolando la risposta da un mio ipotetico passo falso, il che è piuttosto buffo perché quando si concentra, le viene uno strano tic al naso.

Uno strappo finale rivela la sorpresa: una tavolozza per i colori ad olio ed una matita bianca.

Molte volte l'avevo sentita dire che colorare ad olio era il suo metodo preferito ma che le sarebbe servita una tavolozza perché, se non ricordo male, quel tipo di colore macchia e bla, bla, bla...

Abbassa gli occhi sull'oggetto solo per una frazione di secondo, per poi rialzarli sui miei, il suo sorriso ancora più grande e luminoso.

Con un flebile movimento delle labbra mima un "Grazie", per poi continuare con lo scambio dei regali.

Alla fine ho scoperto che tutti e tre, comprese le mie sorelle, mio padre ed il suo compagno, avevano messo i soldi e mi avevano comprato un nuovo telefono tutto mio. Ero talmente felice che avrei potuto sopportare un'intera giornata di scuola senza il Sig. Dawson, non lamentandomi.

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Restare quasi al centro della piazza anche dopo lo scarto dei regali non è un'ottima idea come può sembrare, ve lo assicuro.

La piccola banda locale ha iniziato a suonare dal vivo canzoni popolari del secolo scorso e tutti si scatenano, mostrando le proprie mosse migliori davanti a tutti gli altri, dilagando poi la cosa fino a diventare un ballo di gruppo gigantesco.
Qualsiasi persona viene coinvolta nella danza tipica della città, parli con un tuo amico ed improvvisamente senti qualcuno che ti prende sotto braccio e ti fa roteare ed è divertente.

A Big White SheetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora