Capitolo 27.

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Capitolo 27.

Osservai la ragazza al fianco di Luke cercando di riordinare gli elementi e di ricollegare il suo viso a qualcuno conosciuto. Dopo un minuto riuscii a identificarla.

«Gareggiò con Luke, contro me e Ashton, la prima sera che entrai nel Capannone, se ricordo bene. Non sapevo venisse a scuola con noi » 

Kate si alzò dalla sedia e afferrò il suo zaino, incitandomi con un cenno della testa a fare lo stesso.

« Buon per loro, adesso però facciamo quattro passi per schiarirci le idee. »

***

« Sono a casa! » Urlai aprendo la porta d'ingresso e rendendomi conto che ci fosse già qualcuno all'interno. Il rumore della tv rimbombava tra le mura del piano inferiore, poi la voce di mio padre si levò dal salone.

« Breathily siamo qui nel salone! » Strinsi le labbra nell'udire quel"siamo"; non avevo intenzione di avere a che fare con Dylan, ma ero consapevole di dovermi far vedere.

Entrai lentamente nella stanza, osservando attentamente le due teste così dannatamente diverse cromaticamente rivolte verso lo schermo. Girai intorno al divano e mi accomodai sul bracciolo al fianco di mio padre, il quale mi tirò giù per schioccarmi un bacio sulla guancia.

« Come mai così presto a casa? » Domandai dando una veloce occhiata all'orologio affisso sopra al camino. L'uomo al mio fianco scrollò le spalle e notai Dylan osservare la sua reazione con la coda dell'occhio.

« Oggi abbiamo deciso di prenderci un giorno di pausa, stiamo lavorando veramente troppo » mi spiegò portandosi due dita sulle tempie e massaggiandosele in maniera circolare, evidenziando il suo stress e la sua stanchezza. Annuii sovrappensiero seguendo la partita che in quel momento stavano trasmettendo in tv.

« Breathily cosa ti sei fatta allo zigomo? » Domandò mio padre sfiorando con un polpastrello la zona dolorante- coperta anche quel giorno da uno strato di fondotinta e correttore- e ancora evidente nonostante i giorni passati dall'accaduto.

Mio fratello si irrigidì e le sue dita strinsero con forza il telecomando.

« Mi hanno dato una brutta pallonata durante l'ora di educazione fisica »  Risposi prontamente, avendo già la scusa pronta al riguardo. L'uomo assottigliò gli occhi e osservò con attenzione il livido.

« Hanno preso provvedimenti nei confronti di questo alunno? E' veramente molto scuro per essere una pallonata » Risi istericamente, allontanando dal mio viso la sua mano amorevole e mi passai le dita tra i capelli oramai indomabili. Avrei dovuto sapere dal principio che mio padre non si sarebbe lasciato abbindolare facilmente da una tale scusa, infondo raccontare menzogne e smascherarle era il suo lavoro. In quelle settimane passate con Luke, però, avevo imparato a mentire piuttosto bene, così continuai la mia messa in scena.

« Papà stavamo giocando a calcio, o almeno ci stavo provando. Non lo ha fatto appositamente, non essere paranoico » 

« E comunque non mi fa più male; mi hanno medicata immediatamente dopo l'accaduto, e il ragazzo stesso mi ha accompagnato in infermeria. E' tutto okay. » Spiegai tutto d'un fiato, sorridendogli e accarezzandogli più volte le nocche. La mascella inizialmente serrata si ammorbidì e lo vidi annuire flebilmente.

Potevo solo immaginare quanto potesse essere difficile per un uomo solo dover seguire passo dopo passo due figli adolescenti, accertarsi che essi non si ferissero, che non si facessero male, che non scappassero dalle sue braccia come sua moglie. 

« Nel bagno abbiamo una pomata antidolorifica, ricordati di metterla due volte al giorno » 

Biascicai un veloce prima di scivolare via dal divano e incamminarmi verso le scale.

Madness || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora