Capitolo 16.

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OBIETTIVO:160(ORA CHE MI DITE, EH.)

DOMANDA: Kate e Michael: hot or not? (aw)

All'ora di pranzo decisi di non presentarmi in mensa: volevo ben evitare di passare per l'asociale di turno che pranzava totalmente sola. Mi accomodai su una panchina del piccolo cortile secondario, sgranocchiando una mela e giocherellando,con la mano libera, con il cellulare; Kate era intenta a poltrire sul divano di casa sua, facendo zapping sui vari canali che avevano smesso di trasmettere i cartoni animati, o almeno questo era quello che continuava a scrivermi. Aprii la rubrica con l'intento di cercare il contatto di Dylan per chiedergli un passaggio all'uscita, ma il mio sguardo si soffermò sul primo nome: Ashton. Mi aveva dato il suo numero di telefono la sera prima, ritenendo inappropriato il dover contattare mio fratello per poter parlare con me, ma non mi aveva ancora scritto. Mi morsi prepotentemente il labbro e cominciai a picchiettare con le unghie sulle schermo: non potevo scrivergli io, per principio non potevo proprio farlo; con un'enorme forza di volontà feci scorrere velocemente la rubrica fino alla D.

***

Bussai alla pesante porta marrone e mi dondolai sui talloni, aspettando che qualcuno mi aprisse; dei rumori provenienti dall'interno dell'abitazione mi avvisarono che qualcuno stava effettivamente venendo ad aprirmi, così smisi di dondolare. La porta si aprì qualche istante dopo, mostrando Kate ancora in pigiama.

«Grazie per essere venuta oggi pomeriggio, Breath » mi salutò rivolgendomi un dolce sorriso, poi si spostò sulla destra permettendomi di entrare in casa sua.

Mi diressi subito al piano di sopra, verso la sua camera; Kate era una ragazza normale, tutto di lei trasmetteva tranquillità, persino la sua cameretta: le pareti lilla erano riempite da intere pile di libri allineate sulle mensole in legno chiaro, il letto a una piazza era invece ricoperto da un piumino bianco mentre sulla parete erano sparse una serie di fotografie che mi divertivo sempre ad analizzare, sebbene me le ricordassi oramai a memoria. Poggiai lo zaino sulla sedia e afferrai i quaderni di chimica.

« Ho preso appunti solo perchè sapevo che ti sarebbero serviti » sbuffai porgendole gli appunti che lei afferrò con enfasi. Sembrava quasi felice di poter finalmente recuperare la giornata scolastica persa.

Buttò con nonchalance il mio zaino sul pavimento e si accomodò sulla sedia, trascinandola vicino alla scrivania, io invece indietreggiai fino a cadere sul letto.

« Oggi hai sentito Ashton? » Domandò china sul suo quaderno, dandomi le spalle. Grugnii.

« No, non ancora » 

La sera precedente tra me ed Ashton c'era stata una certa alchimia, una certa intimità, avevamo ballato insieme e se non fosse stata per l'intrusione poco piacevole di mio fratello ci saremmo persino baciati; avevo approfittato dell'ora di filosofia per trascrivere tutto l'accaduto alla mia migliore amica che sapeva già ogni singolo dettaglio della nottata precedente, eccetto Luke. 

«E' strano quel ragazzo »

«Già»

Ma sai chi è più strano di Ashton? Luke. 

« Insomma prima ti sussurra cose sensuali e dopo non si fa sentire » Kate gettò le braccia al cielo.

C'è chi invece ti inchioda sul ripiano di un bagno pubblico e tenta di masturbarti, Kate.

« Non mi importa molto, Cat, non vivo attendendo una sua chiamata » mentii spudoratamente: avevo atteso un suo messaggio per tutta la mattinata e per tutto il pomeriggio, controllando il mio cellulare ogni trenta minuti. Quanto ero patetica.

Madness || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora