Kate posò ordinatamente l'ultimo bicchiere e osservò soddisfatta il suo lavoro. Alzò lo sguardo e corrugò le sopracciglia, osservando il ragazzo dall'altra parte della tavola.
«Calum stai facendo un casino, le posate vanno disposte secondo un determinato ordine per ogni tipo di pietanza!» Lo battibeccò gonfiando le guance e gli si avvicinò a grandi falcate, sicuramente intenzionata a strappargli forchette e coltelli di mano.
«Kate lascialo fare! Non ha molta importanza!» Roteai gli occhi, cercando di soccorrere il povero ragazzo che, nel frattempo, la osservava confuso e con le posate a mezz'aria. La bruna scosse con vigore la testa.
«No Breath, deve essere tutto impeccabile stasera. E' la Vigilia di Capodanno! »
Mio padre si affacciò nel salone nel quale avevamo allestito la tavolata.
«Kate lascia stare quel povero ragazzo! Calum metti le posate come ti pare, mangiamo senza problemi»
Il bruno gli sorrise grato e in leggero imbarazzo: era la prima volta che metteva piede in casa mia. Avevamo deciso di festeggiare Capodanno tutti insieme, e sebbene i rapporti tra me, Dylan e mio padre non fossero dei migliori,non potevo negare che stessero facendo lenti progressi; forse perchè convivere nella stessa casa senza degnarsi di uno sguardo risultava piuttosto difficile.
Il campanello suonò e mio padre si aggiustò il maglione verde indossato per l'occasione per accogliere gli ospiti. Ero consapevole che, da lì a breve, avrebbe varcato la soglia la sua fidanzata e non ero emotivamente pronta.
Quando la testa bordeaux di Michael fece capolino in salotto, tirai un sospiro di sollievo. Dylan salutò con un enorme sorriso tutti i presenti, sforzandosi di rivolgere la sua cortesia anche a nostro padre; Michael, al contrario, se ne rimaneva immobile e con le labbra serrate a fissare un punto indeterminato della stanza. Mi dispiaque tremendamente: non doveva essere facile per lui osservare Kate con un altro ragazzo, quindi apprezzai maggiormente il suo sforzo nel presentarsi.
Mi avvicinai cautamente a lui e poi lo abbracciai di slancio, sentendo i muscoli irrigidirsi a quel contatto così improvviso e inaspettato. Dopo qualche secondo le sue braccia circondarono la mia vita e mi resi conto di quanto fosse bello affondare il viso nel suo maglione profumato. Mi allontanai da lui solo quando Kate mi chiamò in cucina per portare in tavola le prime pietanze.
La vidi poggiare i palmi sul ripiano in acciaio e sospirare profondamente.
«Sapevo che sarebbe stato imbarazzante, ma non pensavo fino a questo punto»
Le accarezzai la schiena, facendo scivolare i polpastrelli sul suo vestitino blu.
«Mi dispiace che tu debba affrontare una situazione simile, ma anche Michael meritava di venire» Spiegai sentendomi ancora addosso il profumo del ragazzo dai capelli rossi; mi dovetti trattenere dal chiederle se quello fosse stato il suo consueto odore.
Kate tirò su con il naso, sebbene non vi fossero segni di pianto, e annuì per poi alzare lo sguardo dal lavandino ed osservare la mensola a pochi centimetri dal suo viso.
«Siamo tutti abbastanza maturi da affrontare e superare questa cosa, hai ragione»
Le sorrisi in maniera incoraggiante, afferrando un piatto di antipasti e passandoglielo.
«Vedi il lato positivo» Cominciai, intenta a voler smorzare la tensione.
«Tu hai due ragazzi a cena, io nemmeno uno»
Ridacchiò e io la seguii a ruota perchè se non lo avessi fatto sarei morta dentro. Avevo convinto Dylan ad invitare Luke perchè, con il passare dei giorni, stava diventando limpido il fatto che noi ci stessimo frequentando; il biondo aveva tuttavia rifiutato: almeno il Natale e il Capodanno voleva passarlo a casa, cercando di riallacciare i rapporti con sua madre che, nonostante le urla e i pianti, aveva solo suo figlio.
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Madness || Luke Hemmings
Fiksi PenggemarFollow your inner moonlight. Don't hide the madness.