Capitolo 23.
Il poco atteso sabato sera arrivò pesante, minatorio, poco voluto che mai: mio padre e Dylan non si parlavano dal giovedì e anche i miei contatti con quest'ultimo si erano nettamente decimati, ma quel mattino mi aveva ricordato di essere puntuale nel prepararmi quindi immaginavo fosse tutto ok; in quei giorni riuscii a sentire Ashton prettamente tramite messaggi o tramite qualche nota vocale, niente di più, mentre Kate era tornata a scuola venerdì mostrandosi troppo assente e persa nel suo mondo.
Quella sera non fu un problema incontrarmi con Luke: Dylan oramai prestava ben poca attenzione alla mia presenza, Michael era impegnato con la sua moto accompagnato da una stranamente silenziosa Kate, e Brian e Tyler mi prestavano poca attenzione a loro volta, dato lo scarso interesse di mio fratello nei miei confronti. Non accadde nulla di particolarmente esilarante: Dylan, Luke, Michael e Ashton rientrarono senza problemi tra i 140 vincitori del turno e io rientrai a casa vincitrice della mia personale battaglia: ero riuscita a non vomitare dopo il percorso affrontato, che era cambiato nuovamente.
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La settimana passò velocemente, alleggerita anche grazie all'umore di Kate che era gradualmente tornato allegro ed esuberante; tentai più volte, quindi, di capire cosa le fosse preso nella settimana precedente ma non riuscii a scoprire nulla: "avevo la luna storta" mi rispondeva sempre deviando immediatamente il discorso. Il rapporto tra mio padre e Dylan, comunque, andava migliorando giorno per giorno rendendo la mia vita familiare più serena.
Anche quel sabato il Capannone strepitava di gente, ma la mia attenzione al riguardo andava calando ogni settimana che passava: rientrava oramai nella norma.
Stavo camminando veloce verso le ultime postazioni, quando una mano avvolse gentilmente la mia frenando la mia marcia.
« Dove scappi? » Domandò sorridendo Ashton, mostrandomi le sue adorabili fossette.
Mi alzai sulle punte per avvolgere le mie braccia intorno al suo collo e bearmi del suo dolce profumo. Alle sue spalle intravidi la chioma rossiccia di Wendy e sventolai una mano nella sua direzione, felice di vedere un ulteriore viso amico in quel trambusto. Si avvicinò velocemente, indossando un giubbotto decisamente troppo grande per la sua figura minuta.
« Breathily da quanto tempo! » Mi salutò abbracciandomi con trasporto. Sorrisi rendendomi conto del fatto che si ricordasse il mio nome.
« Sei venuta a fare il tifo per il nostro Team? » Domandò strizzandomi l'occhio e Ashton rise. Seguii in maniera forzata la loro risata: in realtà ero lì per gareggiare ma non era proprio il caso di dirlo.
« Certamente, mi hanno detto che c'è un certo meccanico donna che fa magie con i motori » La adulai punzecchiandola con il gomito e le sue gote si colorarono leggermente di rosso, richiamando il colore chiaro e naturale dei suoi capelli.
Quando l'altoparlante ricordò ai partecipanti di concludere la revisione delle loro moto il prima possibile smettemmo di chiacchierare e io lasciai che entrambi tornassero alla loro postazione. Ashton tuttavia mi seguii per un breve tratto, inchiodandomi gentilmente con le spalle contro un'impalcatura posta lì vicino; le sue mani vagarono lungo i miei fianchi e sfiorando i miei glutei.
« Dio mio Breath non ti ha detto tuo fratello che con questi pantaloni così stretti rischi di distrarre i concorrenti? » Sussurrò Ashton con voce roca e improvvisamente vogliosa contro il mio orecchio.
Rabbrividii e poggiai una mano sui suoi muscoli tesi. Il suo naso strisciò lungo la mia guancia mentre il suo respiro leggermente affannoso si scontrava contro la mia pelle che bruciava forse a causa del caldo, forse a causa degli ormoni. Non avevo mai desiderato così tanto le sue labbra sulle mie, ogni secondo di attesa pareva durare interminabili e noiosi anni.