Verso l'ora di pranzo ripercorsi l'intero sentiero del parco, da sola: Kate avrebbe mangiato dagli zii e si era incamminata con anticipo, dovendoci arrivare a piedi. Il parco giochi si era decisamente svuotato, lasciando la possibilità a qualche fortunato bambino di usare l'altalena senza alcuna coda. Sebbene avessi gli auricolari, in modo da sentirmi un po' meno sola durante il tragitto, giurai di distinguere una voce urlare il mio nome. Sfilai l'auricolare destro e quella che sembrò inizialmente una mia allucinazione divenne una certezza: mi stavano chiamando.
Mi guardai intorno, analizzando le panchine vuote o comunque occupate da qualche anziano, poi finalmente intravidi una chioma rossiccia seduta su una panchina in lontananza. Sorrisi così ampiamente che anche Wendy, da quella distanza, avrebbe potuto notare la mia felicità. La raggiunsi a grandi falcate e lei chiuse il taquino nero poggiato sulle gambe.
«Disegni?» Domandai. Abbassò lo sguardo sulla copertina del quadernetto e scosse la testa.
«Sono solo appunti sulla moto di Ashton. Vuole sempre che gli mostri le mie idee prima di metterle in pratica.» Arricciò le labbra in una smorfia e fece scivolare l'oggetto nella sua borsa, per poi alzarsi.
«Come mai sei sola?» Domandò muovendo qualche passo verso il sentiero, facendomi cenno di seguirla.
«Ero con Kate in realtà, sai, la ragazza con la frangetta che viene spesso con me al Capannone»
Annuì convinta, facendo oscillare i suoi ricci rossi.
«So chi è, la vedo spesso saltellare per il Capannone urlando il tuo nome o quello di Michael. Mi spiace che tu non sia arrivata prima, c'era anche Ashton fino a poco fa!»
Puntai i talloni sulla ghiaia. Lei sapeva?
La ragazza roteò gli occhi al cielo e mi tirò per un braccio.
«Oh andiamo, non fare quella faccia! So tutto, prima di essere il meccanico di Ashton sono la sua migliore amica!»
«Cosa ti ha raccontato, esattamente?» Balbettai a disagio e cercai di scivolare via dalla sua morsa, senza risultati.
«Che vi siete finalmente baciati ieri sera. Non dovresti imbarazzarti così tanto Breath, era palese che Ashton avesse un debole per te e che ben presto sarebbe scattato qualcosa tra di voi.»
«Palese?»
Scrollò le spalle prima di darmi una spiegazione.
«Conosco abbastanza bene i suoi atteggiamenti. Quando gli interessa una ragazza fa di tutto per farsi notare, la sfiora e la provoca, cerca di portarla al limite e poi la bacia d'impulso e poi le sorride in maniera impacciata, mostrando le fossette che è pienamente consapevole siano adorabili e irresistibili»
Corrugai la fronte e osservai il profilo così dolce di Wendy: le sue labbra a cuore, il suo naso piccolo e leggermente all'insù, le poche lentigini che le adornavano le guancie la rendevano quasi surreale.
«Come sai tutte queste cose? Intendo dire...sono veramente dettagliate, e giuste»
Si leccò le labbra e sogghignò.
«Perchè è ciò che fece con me, molto tempo fa. Io e Ashton ci frequentammo per parecchi mesi.»
La mia mascella rischiò di finire per terra: Ashton e Wendy? Wendy e Ashton? Era uno scherzo.
«Breath dovresti vedere la tua faccia in questo esatto momento!» La rossa scoppiò a ridere in maniera così fragorosa da doversi piegare sulle ginocchia; dovevo essere proprio buffa per averla fatta reagire in quel modo.