Epilogo.

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Playlist:

My Immortal- Evanescence.

When you're Gone- Avril Lavigne.

The Reason- Hoobastank.

Bad Day-Daniel Powter.

20 Marzo 2020.

Luke mi accarezza la guancia, il suo tocco è così gentile da non permettermi quasi di percepirlo; con gli occhi chiusi mi godo quella sensazione così meravigliosa, riuscendo quasi a figurare le sue dita che mi stanno analizzando con così tanta minuzia. Riesco persino a sentire il suo sguardo cristallino su di me mentre, probabilmente con un mezzo sorriso sul volto, contempla la mia figura così ricca di imperfezioni. Schiudo le palpebre e l'unica visuale che mi è permessa è quella di un'enorme cornice dorata. Il leggero venticello di inizio primavera si infrange contro il viso irritato dal freddo, prendendo il posto di quelle che pensavo essere le sue mani.
Sospiro pesantemente e accarezzo l'asfalto sul quale sono seduta, mentre la consapevolezza più difficile da accettare della mia vita torna ad investirmi come ogni anno. Luke non c'è.

Vorrei contemplare per più di qualche secondo la sua foto incorniciata a pochi centimetri da me, ma so di non potercela fare.
10 secondi.
E' questo il record che, in cinque anni, sono riuscita a raggiungere. 10 secondi nei quali il viso sorridente e fiero di Luke immortalato nell'immagine riesce a non uccidermi. 10 secondi nei quali riesco a trovare finalmente un po' di pace, a non straziarmi più l'anima per ciò che è successo; poi, però, quando mi metto alla prova e decido di osservarlo un po' più a lungo, tutto va a rotoli: il viso giovane di Luke non mi piace più, quasi mi fa vomitare, perchè a 24 anni Luke non sarebbe stato sicuramente così. Probabilmente si sarebbe fatto crescere un po' di barba, il giusto per apparire più uomo di quanto già non fosse; forse le sue labbra non sarebbero più state contornate dal piercing nero perchè crescendo le bravate da adolescente te le dovresti lasciare alle spalle; Luke, invece, continua a ferirmi: continua a sorridermi spavaldo, come a diciotto anni, a portare quell'anellino nero e ad avere il viso pulito con qualche imperfezione.

Distolgo lo sguardo da quel ragazzo schifosamente giovane e mi concentro sulla moltitudine di fiori che, puntualmente, vengono lasciati lì; ce ne sono sempre di nuovi e, in questo giorno più degli altri, il loro profumo mi inebria. Non ho idea di chi, oggi, nel giorno del quinto anniversario dalla sua morte, abbia sprecato un po' del suo tempo per venire qui e lasciargli qualche bouquet fresco, ma sono loro grata, chiunque essi siano. Osservo la strada deserta e l'altarino di George Thompson dall'altro lato della strada, parecchi metri più avanti: la sua foto risulta quasi abbandonata, priva di fiori freschi. Una sensazione fastidiosa, che sfocia quasi nel dolore, mi attanaglia lo stomaco: Luke verrà dimenticato da tutti, come tutti e io non posso accettarlo.

Istintivamente porto una mano verso il collo, tirando fuori dal giubbotto invernale la catenina argentata; ne stringo con forza il ciondolo e, per un momento, Luke sembra di nuovo qui con me.
Un rumore proveniente dal capannone mi fa sobbalzare, ma quando capisco che non c'è nulla di terrorizzante se non qualche operaio, torno a perdermi tra i miei pensieri.

Il Capannone, infatti, non esiste più: ora come ora esso rimane un capannone come altri, in fase di completamento. Ho sentito dire che, probabilmente, diverrà un centro commerciale e solo l'idea che questa strada possa essere profanata da famiglie e giovani ragazzi in cerca di un po' di svago mi manda fuori di testa. Un po' come tutto quello che mi circonda.

La notte del 20 Marzo 2015 il nostro piccolo mondo fatto di pericoli si sgretolò sotto i nostri occhi, con le nostre stesse mani. Luke, così come George,  fu portato in ospedale in macchina, dopo fin troppo tempo, per riservatezza nei confronti dell'organizzazione; in ogni caso, morì sul colpo, anche se nessuno osò mai dirlo; perchè l'idea che non ci fossero più speranze per lui era qualcosa di troppo grande da reggere.
Nonostante queste precauzioni, neanche 8 mesi dopo, la polizia ricevette una soffiata e gli organizzatori del Madness furono arrestati. Solo 8 mesi dopo quella notte George e Luke potettero riposare in pace, e i lavori interrotti anni prima ripresero velocemente, come se versando strati e strati di cemento su quel luogo si potessero cancellare gli errori del passato.

Madness || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora