Zayn
Ero preoccupato, molto preoccupato.
Harry e Louis erano via dalla camera da più di 20 minuti.
Ero stato uno stupido. Non avrei mai dovuto urlare in quel modo a Louis, io sapevo meglio di chiunque altro cosa quel ragazzo avesse passato in quegli anni. Sapevo che era fragile, conoscevo per nome ogni suo demone interiore; era lui stesso a parlarmene, in questo modo, diceva, si sentiva meno solo e con un alleato che gli guardava le spalle.
Eravamo sempre stati noi due. Io e Louis, fin dal primo anno di materna.
Ripensai immediatamente al nostro primo giorno di scuola, quando quel bimbo paffutello con gli occhi grandi e blu stritolò con la sua manina grassottella la mia, porgendomi una delle sue lecca-lecca alla ciliegia.
Era un bambino spensierato, socievole e ben voluto da tutti.
Alle superiori incontrammo Stan, lui si integrò subito al nostro duo rendendolo un trio. Louis gli era molto legato. Giocavano a calcio insieme nella squadra della scuola, a volte venivo anche escluso dai discorsi dei due, ma mi andava bene così, mi bastava vederli felici.
Fino a che un giorno, la sera del ballo di Natale del secondo anno, Stan umiliò Louis davanti a tutta la scuola, deridendolo per la sua forma fisica, per il suo orientamento sessuale e per altri stupidi motivi. Io quel giorno non c'ero, ero a casa con la febbre. Questa storia non mi venne mai raccontata da Louis, fu una nostra compagna a parlarmene.
Da quel giorno iniziarono i problemi.
Le cose non andavano bene neanche a casa sua, infatti l'uomo che credeva suo padre gli rivelò di non essere tale.
Tutte le sue certezze allora iniziarono a sgretolarsi rendendolo insicuro e chiuso in se stesso.
Passò momenti veramente neri. Io cercavo di stargli vicino il più possibile, ma lui diventava sempre più distante.
La situazione peggiorò ancora di più quando sua madre, la sua donna preferita, la sua prima confidente, la sua migliore amica, morì in un incidente stradale.
Dopo tutte queste sventure, sperai che almeno dallo zio fosse riuscito a ritrovare se stesso e tornare il Louis spensierato di prima. Ma purtroppo non fu così, non che ci sperassi più di tanto ma era l'unica cosa che desideravo veramente, rivederlo felice.
Probabilmente non avrei più ritrovato il Louis di una volta.
Vedendo che i due ancora non tornavano, decisi di andarli a cercare.
Ovviamente il primo posto che mi venne in mente fu la terrazza. Louis quando era triste o arrabbiato riusciva a calmarsi sfidando le sue paure, in questo modo con l'adrenalina nel corpo non pensava alle cose che lo facevano stare male.
Aspettai l'ascensore che stava scendendo, per poter salire fino al nono piano.
Ma quando le porte scorrevoli del mezzo si aprirono, la scena che vidi davanti a me mi fece raggelare il sangue.
Harry era steso su un lettino esanime con il dottor Payne che con uno strumento meccanico per la respirazione cercava di fargli riprendere fiato.
Louis era dietro di loro con un'espressione terrorizzata sul volto.
Che cavolo era successo su quella terrazza?
Appena usciti, il dottor Payne e altri due dottori corsero con la barella di Harry verso una saletta del pronto soccorso.
-Louis che diamine è successo?- urlai al povero ragazzo visibilmente preoccupato.
-E' colpa mia. Sono stato io. È colpa mia.- iniziò ad urlare Louis.
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Smile Again
FanfictionLa triste e noiosa vita di Harry, costretto per una malattia a vivere in ospedale, sarà stravolta dall'arrivo di un ragazzo problematico, dagli occhi grandi e azzurri, Louis. Riuscirà Harry ad aiutare Louis? Riuscirà Louis a fidarsi di Harry e ad a...