Capitolo 16

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Harry

Le mattine di settembre erano sempre molto fredde dalla terrazza dell'ospedale londinese.

Esattamente un anno fa da questa terrazza avevo visto per la prima volta un ragazzo castano con le maniche di un pullover azzurro macchiate di sangue, estremamente magro. Ora quel ragazzo era accanto a me e mi stringeva dolcemente le mani. Aveva preso abbastanza peso per non essere più in pericolo di vita, ma rimaneva lo stesso il mio piccoletto.

Esattamente un anno fa ero rassegnato al mio destino: ad una morte prematura ed infelice. Ora la morte immanente non era più un mio problema; il midollo di Louis aveva attecchito completamente ed si era agglomerato al 100% con il mio sangue.

Potevo definirmi guarito.

Volevo aspettare però la conferma di Liam, sapevo quanto adorava dare belle notizie, quindi non volevo guastargli la parte.

Avevo passato un'estate infernale. La continua paura dei medici di un probabile rigetto del nuovo sangue da parte del mio organismo, li aveva obbligati a segregarmi di nuovo nella noiosissima stanza asettica per far sì che il mio corpo non potesse avere contatti con probabili infezioni dal mondo circostante.

Nonostante tutto, questa volta erano stati più clementi con me e mi avevano permesso di far venire gente in camera mia oltre mia madre e mia sorella. Alla fine la gente che facevo venire si limitava a essere Louis e alcune volte Zayn, ma questi erano particolari.

Dovevo prendere anche moltissimi medicinali, ma alla fine avevano funzionato, quindi avevo fatto bene a fidarmi dei miei medici.

Louis poggiò la sua testa su di me, aveva sul volto un dolcissimo sorriso che cercai di tenere impresso nei miei occhi il più possibile.

Presto sarei andato via da questo luogo e non sapevo se anche Louis sarebbe potuto uscire.

Oggi avevamo infatti entrambi una visita decisiva che decideva se potevamo finalmente lasciare l'ospedale perché ormai guariti, oppure no.

Avevo intensione di chiedergli di venire a stare a casa mia, lui era solo e di certo non l'avrei fatto tornare dallo zio e dai cugini, quindi avremmo potuto vivere da me! Ne avevo già parlato con le mie donne e avevano acconsentito contente ed entusiaste; ora mancava solo da convincere Louis.

Non volevo farlo in quella circostanza però, volevo godere ancora questo momento di pace con lui.

-Ti odio Haz?-

-Come, piccolo? Che ho fatto?- chiesi terrorizzato.

-Un tempo amavo incondizionatamente il tramonto, ma ora mi hai portato davanti alla meraviglia dell'alba e non so più cosa scegliere!- disse imbronciandosi e incrociando le braccia al petto. Era così adorabile.

Io risi di gusto, per un attimo credetti veramente che ce l'avesse con me.

-No, non ridere, sono serio!- continuò riducendo i suoi occhi a fessure.

-Ok principessa, come posso fare per farmi perdonare?-

-Mh vediamo, potresti iniziare abbracciandomi forte!- disse spalancando le braccia.

In questi mesi era diventato molto più espansivo rispetto ai primi tempi, aveva ancora qualche momento in cui si chiudeva in se stesso come un riccio, ma in qualche modo riuscivo sempre a riportarlo da me. Ancora non riusciva a vedere di buon occhio il suo corpo, cercava di evitare ogni superficie riflettente e se ne incontrava una diventava serio e triste. C'erano ancora dei punti del suo corpo che non mi era permesso toccare e non avevo idea di come fare per aiutarlo. In compenso aveva continuato la sua dieta anche dopo avermi donato il sangue.

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