Louis
Il mio risveglio quel giorno non fu uno dei migliori. La mia testa era pesante e faceva un gran male, come il resto del corpo d'altronde. Non ricordavo lucidamente cosa era accaduto, mi sentivo intontito e stanco.
Ero solo in stanza. In quei giorni non mi era mai capitato di trovarmi solo, di solito c'erano sempre o Zayn, o Harry, a volte anche mio padre o le mie sorelle. In verità provavo un po' di paura, dopo quello che era successo con Nick avevo timore a stare per troppo tempo da solo.
Fortunatamente proprio in quell'istante, come se qualcuno mi avesse letto nel pensiero, la porta si spalancò, ma non trovai qualcuno che desideravo vedere.
-Oh, Louis. Sei sveglio! Pensavo di trovarti ancora a riposare. Vado via, se vuoi.- disse Mark tenendo con forza la maniglia della porta, talmente forte che le sue nocche divennero bianche.
Io volevo dire di sì, d'altronde con quell'uomo non avevo più niente da spartire. Ma poi pensai che mi sarei ritrovato nuovamente solo e le mie paure sarebbero tornate.
Potevo cercare di interiorizzare il mio malessere cercando di farlo scomparire, oppure permettere a quell'uomo che per moltissimi anni, prima di andare a letto, mi aveva aiutato a controllare se c'erano i mostri della notte nascosti nella mia cameretta, di farmi sentire meno solo.
Così, di comune accordo con i miei demoni interiori, lascia che mio padre entrasse.
Appena acconsentii lui sgranò gli occhi e fece esplodere un sorriso. Io non mi lasciai condizionare, quell'uomo mi aveva comunque fatto passare i cinque anni più brutti della mia vita.
Lui si avvicinò a me e chiese con lo sguardo di potersi sedere sulla poltrona accanto a me, ma prima che io potessi rispondere esclamò:
-Oh, Louis. Che sbadato. Ti ho portato una cosa!- così dicendo tirò fuori da uno zainetto che prima avevo completamente ignorato un sacchetto contenente qualcosa di voluminoso.
Quando tirò fuori il contenuto il mio cuore si scaldò di gioia e il sorriso che volevo tanto trattenere, esplose più vivo che mai.
-Allie!- esclamando allungando il braccio verso il mio peluche d'infanzia. -Ti sei ricordato!- dissi questa volta nei confronti di mio padre.
-Certo piccolo Boo, odi dormire in posti che non sono casa tua lontano da Allie.- disse sorridendomi.
Allie era un alce peluche, con un nasone rosso e con una maglietta verde che avevo trovato sotto l'albero di Natale, in mezzo a tutti gli altri giochi quando avevo quattro anni. I miei genitori mi avevano spiegato che a differenza di tutti gli altri giocattoli che mi aveva portato Babbo Natale, questo era solo da parte di mamma e papà.
Da quel giorno Allie diventò il mio amico fidato, lo portavo ovunque, anche in bagno, e le rare volte che mia madre riusciva a prenderlo per lavarlo restavo incollato davanti alla lavatrice per confortarlo e far sì che non gli accadesse nulla.
Appena Allie fu di nuovo tra le mie braccia lo strinsi forte e annusai il suo profumo.
Sapeva dell'ammorbidente che era solita usare sempre mamma per lavare i panni. Sapeva di buono. Sapeva di casa.
Guardai mio padre con riconoscenza perché era riuscito a rievocare un ricordo della mia infanzia.
Lui sembrava molto commosso, stringeva convulsamente il sacchetto di plastica guardando in basso con un accenno di sorriso.
-Grazie!- sussurrai. Lui alzò lo sguardo e con le gote rosse mi sorrise.
-Louis, ti prego. Ho bisogno di parlare. Devo spiegarti.- mi supplicò. Io rimasi zitto, non volevo ammettere che gli stavo per dare la possibilità di chiarire con me, ma allo stesso tempo fremevo dalla voglia di sentire le sue spiegazioni. Era pur sempre mio padre. E poi le parole di Harry mi avevano forse fatto aprire gli occhi.

STAI LEGGENDO
Smile Again
FanfictionLa triste e noiosa vita di Harry, costretto per una malattia a vivere in ospedale, sarà stravolta dall'arrivo di un ragazzo problematico, dagli occhi grandi e azzurri, Louis. Riuscirà Harry ad aiutare Louis? Riuscirà Louis a fidarsi di Harry e ad a...