This love is good, this love is bad, this is alive back from the dead

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-Adesso mi vuoi raccontare che cosa ti turba?- Daniel dà un morso al panino, ignorando totalmente la mia domanda. E' stato parecchio silenzioso da quando è tornato dall'allenamento, e questo non fa che preoccuparmi ulteriormente.
-C'è un motivo per cui Cassie è venuta a parlarmi la sera del matrimonio-
-Fino a qui c'ero arrivata anche io- il ragazzo poggia l'hamburger sul piatto, torturandosi le mani. –Sta' tranquillo, sono solo io- allungo un braccio verso di lui e ne afferro una, stringendola. –Sai che puoi dirmi tutto-
-Una sera io e mio padre avevamo bevuto decisamente troppo, e lui si era lasciato andare ai sentimentalismi che, come sai, non sono proprio una prerogativa della famiglia Manson-
-Direi di sì, una battaglia che combatto tutt'ora di tanto in tanto-
-Così, dopo avermi raccontato della non-così-tanto-eclatante storia d'amore con Cassie, mi ha rivelato che, in realtà, io avrei dovuto avere un fratello gemello-
-Cosa? Due Daniel? Tremo al solo pensiero- mi guarda di traverso. –Scusa-
-Tuttavia, come penso tu abbia ben capito, alla fine non è nato, e questo perché io l'ho assorbito. Ero uno stronzo anche prima di nascere-
-Fetus in fetu se non sbaglio-
-Non voglio neanche sapere come tu possa...-
-Ho visto un documentario- esclamo. –Un paio di anni fa a dir la verità-
-Ho fatto una radiografia, è nella mia gabbia toracica, vivo con un cadavere dentro!-
-Che visione meravigliosa che mi hai appena dato- sposto leggermente il piatto, sentendo lo stomaco chiudersi in una morsa.
-E non è ancora finita. Il secondo gemello non era figlio di Derek, era figlio di Morsein- Daniel porta lo sguardo verso di me. Le iridi si scuriscono, diventando di un viola acceso.
-Com'è possibile? La guerra è finita nel novantaquattro-
-La magia può tutto Greyson, pensavo che lo avessi imparato ormai-
-Ma perché?-
-Cassie sostiene di non saperlo ma, onestamente, non le credo più- stringo più forte la sua mano, e anche lui ricambia la stretta. –E' per questo che i miei occhi cambiano quando mi arrabbio, è per questo che ho sempre sentito questa sorta di oscurità che ho dentro, ho il mio gemello malvagio vicino al cuore-
-Per quanto questa ultima immagine sia particolarmente poetica, non puoi sapere se sarebbe stato cattivo, magari era persino più buono di te-
-O forse sei tu che vedi sempre il meglio nel sottoscritto, anche quando non c'è-
-O forse dovresti davvero iniziare a vederti con i miei occhi- ridacchia, sospirando. E' l'ennesimo che fa da quando abbiamo iniziato la conversazione. –Perché non mi hai detto niente comunque?-
-Perché sapevo che saresti tornata in quattro e quattr'otto e, per quanto volessi soltanto il tuo ritorno, sapevo che eri felice a Parigi, volevo che finissi come si deve-
-Ti amo-
-Ti amo anch'io, ma è stata difficile tenerti nascosto una cosa del genere, ogni volta ho paura che, beh, che tu possa reagire come l'ultima volta-
-Non ti preoccupare. Cosa pensi di fare?-
-Volevo operarmi in realtà, quando torneremo a casa per il Ringraziamento. Voglio togliere quel coso via dal mio corpo, ormai sono in soggezione-
-Okay, ti appoggerò, e rimarrò accanto a te per tenerti la mano-
-Sapevo che avresti detto così- mi strizza una guancia e, finalmente, sorride.
-Spero, però, che i tuoi occhi continuino a cambiare lo stesso-
-Così puoi capire subito se sto per arrabbiarmi-
-No no, figurati, non è per quello. E' che le tue iridi cangianti sono state la prima cosa che ho notato, il primo indizio che mi ha fatto capire che c'era qualcosa di diverso in te, senza contare che è una caratteristica solo tua, fin ora non ho incontrato nessun altro che possa farlo, e abbiamo avuto a che fare con tantissime persone in questi anni-
-Sono stato davvero fortunato a trovarti, o meglio, sono stato davvero fortunato che tu me le abbia perdonate tutte-
-Penso che, se siamo ancora qui dopo tutto questo tempo, vorrà pur dire qualcosa, no?-
-Direi di sì- sfiora con un polpastrello l'anello che porto all'anulare della mano sinistra, sorridendo. –Grazie comunque, avevo un po' paura-
-Amore mio, dopo tutti questi anni passati insieme, non c'è niente che tu possa dire o fare per spaventarmi-
-Non sfidarmi- ride, le fossette gli incorniciano la bocca. –Comunque sapere questa cosa mi ha scioccato parecchio-
-E' naturale, probabilmente io avrei reagito allo stesso modo. Piuttosto, come avete fatto a sapere che l'altro gemello era figlio di Morsein?-
-Ce l'ha detto tuo padre in realtà-
-Come prego?- riduco le palpebre a due fessure. Il ragazzo assottiglia le labbra. Adesso ho capito, ha tenuto la parte più importante per ultima. –Credo di meritare una spiegazione-
-Quella sera stessa è comparso davanti ai nostri occhi subito dopo che Derek mi aveva detto del gemello. Non ho idea di come potesse saperlo, tuo padre è...non so come descriverlo onestamente-
-Morto- esclamo. –Non è normale che lui compaia così all'improvviso-
-E' quello che ho pensato anch'io, però sta di fatto che aveva ragione-
-Sei sicuro che fosse davvero Ron?-
-E chi altro potrebbe essere stato sennò?- non rispondo, mi limito semplicemente a guardare Daniel. –No, no, assolutamente no, è ancora nel mondo dei morti-
-In realtà, se non ricordo male, c'è una profezia a riguardo che non si è capito se abbia funzionato oppure no- sbuffa. So benissimo che, tra tutte le cose che potevo dire, questa è la peggiore, ma bisogna varare tutte le possibilità.
-Oooo potrebbe essere semplicemente tuo padre. Che motivo avrebbe avuto Mike per dirmi una cosa del genere?-
-Magari ha bisogno proprio di questo per tornare in vita, ci hai mai pensato?-
-No Rose, ti prego, non farlo anche questa volta- assottiglio le labbra. Odio agire alle sue spalle, soprattutto perché so quanto darebbe fastidio a me, ma cos'altro potrei fare? Per quale motivo mi trovo sempre in queste situazioni?
-Va bene hai ragione. In fondo non è la prima volta che mio padre compare a caso e si mette a raccontare aneddoti di cui avremmo volentieri fatto a meno-
-Ti ringrazio- dice. –Adesso posso riprendere a mangiare?-
-Fai pure- mollo la sua mano e lui, contento, riafferra il panino. Alle volte si mostra talmente impaurito, come se persino la sua ombra potesse fargli del male.
–C'è qualcosa che non va?-
-Perché?- indica il mio piatto leggermente spostato. Scuoto la testa e, facendo attenzione a non urtare niente, lo riavvicino. –Mi si era un attimo chiuso lo stomaco con la storia del fratello dentro il petto, ma ora sto meglio-
-Io non ho mangiato per tre quattro giorni quando l'ho saputo, è stato un duro colpo-
-Sono davvero fiera di te comunque, stai affrontando questa cosa nel migliore dei modi-
-Intendi dire che sono stato bravo a non dare di matto?-
-Esatto, nonostante quel piccolo problema con la soluzione argentea, avrei voluto ucciderti quando me lo hai detto-
-Lo so lo so. All'inizio volevo davvero farti tornare però, quando mi si è presentata realmente l'occasione, mi sono reso conto che sarebbe stato egoistico da parte mia, e così mi sono stato zitto. Ho persino evitato di raccontartelo mentre eravamo a New Orleans perché eri appena arrivata-
-Daniel Manson è maturato, sogno o son desta-
-Mmh aspetta a parlare, ho sempre paura di far danno-
-Nessuno di noi è perfetto, e poi ricordati con chi stai parlando-
-Con qualcuno che non riesce a mangiare un panino senza impiastricciarsi o farne cadere metà nel piatto?- mi porge un fazzoletto, sorridendo. –Sei proprio un disastro Greyson-
-Dici sempre che sono diversa dalla ragazzina di quattordici anni che hai incontrato, per la prima volta, quel giorno di fine agosto, però continuo lo stesso a far casini- rido, pulendomi il muso. –E, se devo essere sincera, un po' mi manca quella ragazzina-
-Sogno o son desto?- scoppia a ridere. Dopo tutto questo tempo sento ancora le farfalle quando lo fa.
-Te l'ho detto. Sono stata così carica di rabbia negli ultimi anni, a volte a momenti alterni, ed ora sono stanca. Vedere la vita in rosa, in fin dei conti, non può nuocermi così tanto, se ho una visione delle cose più nitida rispetto a prima-
-I tuoi discorsi filosofici, però, non sono mai cambiati, anzi, col tempo sono andati a peggiorare-
-Tu sei sempre lo stesso stronzo-
-Ancora non me lo avevi detto questa sera, stavo per preoccuparmi-
-We never go out of style, we never go out of style-
-Mi ricordo di quando, per ogni cosa che dicessi, ci fosse una canzone degli One Direction, ho imparato tutta la loro discografia in modo passivo, dovrebbero darmi un premio-
-Questa era Taylor Swift in realtà-
-Lo so lo so, è una fortuna che i tuoi orizzonti musicali si siano ampliati- allunga una mano verso di me, sfiorandomi una guancia. –Ti sei graffiata-
-Oggi pomeriggio mi sono addormentata sul divano, con entrambe le mani sotto il volto, è stato l'anello. Può essere usato come arma impropria-
-Devi stare attenta, hai la pelle delicata-
-Dice che passerà dottore?-
-Non fare quella vocina ti prego, o dovremo correre a casa di corsa-
-No dai, ancora devo finire il mio adorato panino-

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