I'd meet you where the spirit meets the bones

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Rose

-Anche con il camice pre operazione stai male, dio mio, sei davvero impossibile- il ragazzo sorride, incastrando la lingua tra i denti. –A parte gli scherzi, come ti senti?-

-Sto bene, non vedo l'ora di togliermi questo peso dal petto, in tutti i sensi-

-Io rimango qui okay?-

-Ci vorranno circa cinque-sei ore Rose, non è necessario-

-Mi sono portata i libri, così anticipo le cose da studiare, non ti preoccupare. Sarò qui non appena ti svegli-

-Sono contento che, di tanto in tanto, i ruoli siano invertiti, e che non sia io a dover sempre stare al tuo capezzale-

-Almeno, questa volta, sarà meno tragico- mi abbasso e gli do un bacio sulla fronte. In quel momento arriva Derek, stranamente calmo, quasi sorridente.

-Guarda quanto è contento di mettere le mani nel torace di suo figlio-

-Il mio interesse è puramente scientifico, voglio vedere quanto è grande il tuo cuore, visto che ci sono varie correnti di pensiero a riguardo-

-Certo che sei uno stronzo-

-Vedo che stai bene, perfetto, perché stiamo per portarti in sala operatoria- un paio di infermieri entrano nella stanza, iniziando a spostare il letto. –Hai tolto tutti i vari gioielli, collane, anelli...?-

-Non che io vada in giro stile albero di Natale come Rose, comunque sì, ha tutto lei-

-Era un insulto quello di prima per caso?-

-Era una precisazione tesoro- roteo gli occhi. E' assurdo che riesca a scherzare in qualsiasi momento. –Torna a casa, dico sul serio, non ho bei ricordi di te qui dentro-

-Sei tu quello che ancora deve metabolizzare il mio suicidio, non io, quindi rilassati-

-Rosebelle...-

-Non voglio muovermi da qui, e non mi farai cambiare idea, lo sai-

-State discutendo anche in un momento del genere, non smettete mai di stupirmi-

-Non è colpa sua se tuo figlio ha bisogno di mascherare con il sarcasmo qualsiasi situazione difficile-

-Non è colpa mia se tu non hai ancora imparato che è così che funziona-

-Salutatevi dai, la sala operatoria è vicina e tu non puoi andare oltre-

-Okay- passo una mano tra i capelli del ragazzo, che sorride. –Tanto so che stai morendo di paura-

-Non è assolutamente vero-

-Invece sì- mi abbasso e gli do un altro bacio sulla fronte. –Andrà tutto bene, non ti preoccupare-

-Dovrei dirlo io a te-

-Ma, ancora una volta, è la sottoscritta a farlo-

-Okay allora-

-Non ti deturperà i pettorali, sta' tranquillo-

-Ah allora lo ha detto anche a te- esclama Derek.

-Lo ripete da mesi, è diventato il suo pallino fisso-

-Ma come fai a sopportarlo? Me lo domando da anni-

-Non dovevamo andare in sala operatoria papà?-

-Ci vediamo più tardi-

-D'accordo- osservo i due allontanarsi e mi accomodo su una delle sedie di plastica del corridoio. Appoggio lo zainetto accanto a me, prendo uno dei libri che mi sono portata ed inizio a sottolinearlo. I ragazzi arriveranno domani e, sicuramente, verranno direttamente qui.

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