You kept me like a secret but I kept you like an oath

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Rose
Compaio nel luogo designato. Le dita delle mie mani tremano, così come ogni singola parte del mio corpo. Ho mentito ai ragazzi dicendo che sono tranquilla e che so che arriveranno in tempo, ma la verità è che me la sto facendo sotto per la prima volta nella mia vita.
Nel corso degli anni ho affrontato una serie di sfide non indifferenti, sempre a testa alta e sena battere ciglio ed ora invece tremo come una foglia, sentendomi più impotente di quando avevo quattordici anni.
Tuttavia non avrei mai permesso che Daniel, Diana e River rimanessero nelle sue grinfie ancora per altro tempo.
-Ci hai messo tanto- sussulto quando lo vedo comparire davanti ai miei occhi. È appoggiato allo stipite della porta con le braccia conserte. Il mio primo istinto, paradossalmente, è quello di cercare le differenze con Daniel, piccoli dettagli che mi convincano che, nonostante la parentela per colpa di Cassidy i due, in realtà, non potrebbero essere più diversi.
-Albus e gli altri hanno tentato di fermarmi-
-Buffo, Daniel ha detto la stessa identica cosa- sussulto nuovamente, questa volta lo nota anche lui. -Vuoi vederlo?-
-Sì- rispondo, forse un po' troppo impulsivamente. Mi hanno raccomandato tutti di mantenere la calma, di cercare di non farsi sopraffare e di temporeggiare fino a quando non arriveranno i rinforzi per catturarlo.
-Seguimi- mi fa un cenno con la testa, tuttavia i miei piedi non si muovono, sembrano inchiodati al pavimento. -Hai paura di me?-
-No-
-Io, invece, credo di sì- si avvicina a me, le palpebre ridotte a due fessure. -Hai paura di me, questa è nuova-
-Beh ammetterai che non mi hai reso la vita facile in questi ultimi mesi-
-Era l'unico modo che avevo per contattarti-
-Cercare di farmi uscire fuori di testa e mostrarmi più volte la morte di Daniel non è stata la migliore delle tue pensate-
-Mi dispiace, ti assicuro che l'ultima cosa che volevo era farti stare male- mormora. -Sai che ci tengo a te-
-Dove sono loro?- si rattrista per un attimo, salvo poi voltarsi di lato per schiarirsi la voce.
-Ti avevo detto di seguirmi, sei tu che sei rimasta ferma-
-Lo so, è che ci siamo distratti per un attimo-
-Hai ancora paura?- non rispondo. In questo momento l'unica cosa che voglio è vedere come stanno i ragazzi. -Andiamo su- prendo un respiro di profondo e lo seguo. La casa in cui siamo deve essere sicuramente abbandonata da molto tempo, probabilmente dalla prima caduta di Morsein. La carta da parati verde scuro si è staccata in alcuni punti, rivelando il muro marrone e, in alcuni tratti, intriso di muffa, che rilascia un odore acre mano a mano che ci dirigiamo verso il punto in questione. -Era casa di mio padre- esclama ad un certo punto, quasi mi avesse letto nella mente. -È qui che ho vissuto per i primi anni, quando ancora mio padre non era stato eliminato dal tuo- per un attimo ho quasi l'impulso di rispondere 'scusa', quasi fosse davvero una colpa.
-Doveva essere davvero bella una volta-
-Lo era, lo era sul serio. E' una delle poche cose che mi ha lasciato, visto che il Consiglio ha pensato bene di utilizzare la tattica della damnatio memoriae-
-Posso capire il dolore che hai provato per la morte di tuo padre visto che ci sono passata anche io, ma vorrei ricordarti che non era una persona buona. Mike, tu non devi per forza prendere questa strada, non devi per forza continuare da dove si è interrotto. Puoi essere una persona totalmente diverse, sei tu che decidi il tuo destino, non lui. Capisco che il tuo primo istinto sia quello di seguire le sue orme, sul serio, ma io ho avuto a che fare con te più di tutti quando eri ancora tra di noi e so benissimo che sei una persona buona- scuote la testa, ridacchiando. -Io ti conosco Mike, e mi rifiuto di credere che la persona che mi è stata vicino nel periodo peggiore della mia vita sia tanto cattiva-
-Vedi sempre il bene nelle persone, hai sempre avuto questo brutto vizio- lo affianco. Ha il capo chino, i ricci scuri gli solleticano la fronte. -Non sei cambiata poi così tanto-
-Anche Daniel dice la stessa cosa-
-Beh siamo pur sempre fratelli no?- assottiglio le labbra. Continuo a non trovare somiglianze, a non scorgere nessun punto in comune tra i due, ed è quasi un sollievo. -Non l'avete presa molto bene questa cosa-
-In altri tempi sì, ma converrai con me che non sei proprio la nostra persona preferita al momento-
-Mi interessa soltanto quello che pensi tu di me, degli altri mi frega poco- i miei muscoli si irrigidiscono. Questa è senz'altro una cosa che potrebbe dire Daniel, o meglio, che ha già detto in passato più di una volta. -Smettila di cercare possibili punti in comune tra me e lui-
-Non lo sto facendo-
-Stai mentendo- dice a denti stretti. – So per certo che stai disperatamente cercando di capire in cosa siamo uguali e in cosa, invece, differiamo. Il problema è che non importa, perché questo non cambierà il fatto che io sono suo fratello –
– Fratellastro – sottolineo. – Stessa madre, padre diverso –
– Se questo ti consola – non rispondo, continuo a camminare. La distanza che mi separa dai miei amici sembra infinita, un lungo viale che non sembra mai avere fine. – Adesso non spaventarti, dobbiamo scendere nella cantina. Lì Lucius ha costruito una cella –
– Che cosa carina, chissà chi era il suo interior designer – stringo i denti e lo seguo. Quanto ci stanno mettendo Albus e gli altri? Dovrebbero già essere qui.
– Fratellino guarda chi ti ho portatoooo – il ragazzo scatta di colpo, gettandosi sulle sbarre della gabbia. Poco più in là c'è Diana, che piange sulla spalla di River. Lui, tuttavia, non si muove.
– Che cosa hai fatto? – mormoro.
– E' ancora vivo, non disperarti, sento il suo cuore che batte. –
– Non possiamo curarlo perché lui ci ha avvelenato e i nostri poteri non sono abbastanza forti – piagnucola la ragazza. – Potrebbe morire da un momento all'altro –
– Posso provare a guarirlo – biascico, senza pensarci due volte. – Posso provare a guarirlo, fammi entrare da loro –
– Come faccio a sapere che non proverete a scappare? –
– Come possiamo farlo? – sbotta Daniel. – Siamo deboli, perfino io lo sono –
- Forse ho un'idea migliore – Mike poggia una mano sul mio braccio e, poco dopo, mi ritrovo all'interno della cella. – La porta non si è aperta ed io sto più tranquillo –
– Dovrai comunque tirarla fuori prima o poi – non risponde, limitandosi a guardare Daniel. –O forse no –
– Adesso è esattamente dove voglio – allungo una mano e prendo quella del ragazzo accanto a me.
– Andrà tutto bene – sussurro. – Te lo prometto – lui annuisce debolmente. Mi stacco e raggiungo Diana. River è pallido come un cencio, deve aver perso molto sangue, come dimostrato dalla vistosa macchia che impregna il maglioncino blu.
– Fa' qualcosa ti prego. –
– Non preoccuparti, nessuno morirà oggi – mi avvicino di più al ragazzo, chiudo gli occhi e lascio che le lacrime scendano giù a fiotti, sfiorando la sua pelle.
– Puoi guarire gli altri ma non te stessa, è interessante come cosa – esclama Mike. – Davvero interessante –
– Paura – mormora Daniel. – Hai paura –
– Me la sto letteralmente facendo sotto – mentre faccio cadere quante più lacrime sul ragazzo, faccio comparire il portagioie di Albus. Lo tocco leggermente ed esso si illumina di viola. Dove diamine sono finiti? – Spero che... –
– E secondo te perché ho questo? – Daniel si passa le mani tra i capelli biondi. – La ferita dovrebbe rimarginarsi, il problema è che lui è umano, non quando accadrà –
– Va bene comunque – Diana avvolge il corpo del ragazzo con le sue braccia. – Andrà tutto bene –
– Bene, sono contento che la situazione si sia sistemata. Tuttavia, credo che sia meglio che Rose stia qui – mi volto verso Mike. – Sai, per sicurezza –
– Non ti fidi di me? –
– Mi fido ciecamente di te Rosebelle, dovresti saperlo. –
– E allora perché non mi fai uscire da qui? Sai che non metterei mai in pericolo la vita dei ragazzi. –
– Ti lascio qui perché devi riposare, domani dobbiamo partire. –
– In che senso? – corrugo la fronte. – Dove andiamo? –
– E' una sorpresa principessa, tu cerca di rilassarti, ho bisogno di te alla massima potenza – sorride e se ne va, lasciando me ed i ragazzi lì dentro.
– Dimmi che hai un piano– guardo Daniel, per poi scuotere la testa. – Non può sentirci, è al secondo piano. L'udito da vampiro è rimasto lo sai –
– Albus doveva venire con i rinforzi, ma non capisco per quale motivo stia ritardando. –
– Bene, questo sì che è confortante. –
– Daniel per cortesia, non iniziare a dare di matto! –
– Diana ti rendi conto in che condizioni siamo?! – sbotta. – Questa volta ci lasciamo le penne te lo dico io –
– Sanno dove sono. –
– E questo dovrebbe rincuorarmi? –
– Che cosa avrei dovuto fare secondo te?! –
– Non cadere anche tu nella trappola! –
– Vi sembra il momento di comportarvi in questo modo?! – Diana ci incenerisce con lo sguardo. – Dobbiamo cercare di rimanere calmi. Se Rose ha detto che i ragazzi arriveranno a momenti allora noi rimarremo qui ad aspettare, è chiaro?! D'altronde non mi sembra che tu possa fare altro Daniel, visto che i nostri poteri sono paragonabili a quelli di un bambino di sette anni –
– Ho solo... –
– Tutti noi abbiamo paura, non solo tu, ma non possiamo fare altro. –
– Okay va bene – prende un respiro profondo. – Mi dispiace Rose, non volevo prendermela con te –
Non preoccuparti, ormai ci sono abituata – mi guardo intorno. Ci troviamo in uno spazio chiuso, con una sola finestra posta ad una notevole altezza sopra di noi e che, sicuramente, è incantata. Deve esserci un modo per uscire da qui.
– Ci abbiamo già provato noi ma è stato inutile. Tu, tuttavia, non sei stata avvelenata, i tuoi poteri sono forti, forse hai una chance. –
– Anche se ci riuscisse, noi due siamo deboli e River è ferito, come pensi che potremmo scappare? Ci raggiungerebbe in tre secondi. –
– Ho bisogno di un po' di positività Diana. –
– No Daniel, hai bisogno di essere oggettivo e di rimanere lucido. –
– Dobbiamo solo aspettare – dico. – Solo aspettare. Albus ha detto che verranno, io mi fido di loro –
– Io un po' meno, visto che siamo noi quelli che li tiriamo sempre fuori dai guai. –
– Ehi – sbotta Diana. – Smettila di trattarci come un branco di incompetenti, perché non lo siamo. Non sei l'unico forte del gruppo, prima te ne rendi conto meglio sarà –
– Prima che me ne renda conto potrei non essere più qui. Avete capito che rischiamo di morire tutti? –
– È proprio per questo che sono nervoso – sbotta Daniel. –Odio essere impotente – faccio comparire nuovamente il portagioie e lo sfioro di nuovo. Questa volta, in risposta, ricevo un fiotto di luce azzurra. – Dove avete preso l'altro? –
– Albus ne aveva uno con sé quando è scomparso mentre uno era rimasto a casa ricordi? –
– Non pensavo se lo fosse portato dietro. –
– Albus si porta dietro tanto cose. –
– In tutti i sensi. –
– Ti sembra questo il momento di lanciare frecciatine? – non risponde, iniziando invece a camminare avanti e indietro per la cella. – Comunque adesso puoi stare tranquillo, stanno arrivando, tra qualche minuto saremo fuori di qui – faccio scomparire di nuovo l'oggetto e mi metto seduta sul pavimento.
– Oh certo, perché sicuramente sarà così facile. –
– Rose puoi farlo stare zitto per favore? Il suo malumore non aiuta per niente. –
– Scusate se vi sto infastidendo. –
– Daniel per piacere – il ragazzo mi guarda, per poi scuotere la testa.
– Hai agito d'istinto un'altra volta, e questo è il risultato. –
– Scusami tanto se ero in pena per voi. –
– Avresti dovuto aspettare che fossero tutti pronti all'attacco, non dirmi che i ragazzi non hanno cercato di convincerti a farlo – mi mordo il labbro, non potendo ribattere in alcun modo. – Appunto, non avevo dubbi a riguardo –
– Ti pare il momento di prendertela con me?! –
– Avete capito che, se continuate così, non farete altro che attirare l'attenzione di Mike su di noi? – sbotta Diana. – Rimanete in silenzio ad aspettare e basta – porto le gambe al petto e fisso un punto di fronte a me. Non è colpa mia, volevo soltanto salvarli, volevo soltanto che fossero al sicuro.
Rimango in quella posizione fetale per un'infinità di tempo, nonostante i muscoli inizino a farmi male. Eppure, improvvisamente, un boato riempie le mura della casa, un boato talmente forte da sentirsi persino da noi in cantina. Le fondamenta tremano, lampi di luce si scorgono dalla finestra sopra di noi.
– Qualcosa mi dice che sono arrivati i rinforzi – esclama Daniel, avvicinandosi alla fessura e tendendo il capo verso l'alto. – Rose –
– Sì – biascico. – Ti avevo detto di aspettare – mi rialzo. Per un attimo ho temuto che le mie gambe cedessero sotto il mio stesso peso.
– Tieni duro River, tra un po' sarai a casa. –
– Meglio non dargli troppe speranze, penso che sarà una battaglia interessante – mormora Daniel.
­­– Ma lui è soltanto uno. –
–Non sottovalutarlo. –
– Mamma mia, quanto siete depressi – Albus corre già per le scale. Si avvicina alla cella, tende le mani e fa saltare le sbarre. – Su con la vita, abbiamo un cattivone da combattere –
­– Ma è solo uno – ripete Diana.
– Eppure ha già messo k.o. Derek e Luke in un colpo solo. Ti assicuro che il non-più-fantasma è più forte di quel che pensi. –
– Dovete metterli al sicuro – mi affretto a dire. – Trovate un posto in cui Diana e River possano stare in tranquillità –
– Ti sei svegliata di colpo per caso? Perché, fino a cinque minuti fa, giurerei fossi in stato catatonico. –
– Hai finito di fare lo stronzo? –
– Vi dispiace litigare in un secondo momento? Sto cercando di salvarvi. –
– Ci sei riuscito – poggio una mano sulla spalla di Albus, per poi correre al piano di sopra. Quello che si presente davanti ai miei occhi è un tripudio di incantesimi che volano da una parte all'altra in un'accozzaglia quasi letale. Mike, però, sembra esserci e non esserci, compare e scompare in un millesimo di secondo.
– Mi hai tradito – compare davanti ai miei occhi, afferrandomi per le spalle. – Mi hai tradito! –
– Pensavi davvero che mi sarei arresa senza combattere? – dispiega le ali, nere appendici maestose che lo proteggono dagli attacchi. – Non è nel mio stile lo sai –
– E non t'importa nemmeno delle conseguenze. –
– Ho rischiato di morire così tante volte che, ormai, ci ho fatto il callo. Eliminarmi è più difficile di quel che pensi. –
– Come ho detto a Daniel, non ho mai voluto farti del male, anzi, tutt'altro – le sue labbra si curvano all'insù in sorriso agghiacciante. – Tuttavia, sei stata cattiva con me e per questo dovrò punirti. Non dovevi tradirmi Rosebelle, io ti ho sempre trattato bene –
– Colpiscimi dai, sono pronta – allargo le braccia, consapevole del destino a cui sto andando incontro.
– Oh mia dolce Rose, prendermela con te non sarebbe abbastanza. Come hai detto tu prima, hai rischiato di morire così tante volte che, ormai, nemmeno ci fai più caso – prima che io riesca a capire che cosa ha in mente, il ragazzo sparisce dalla mia vista.
– Ho messo Diana e River al sicuro – urla Daniel, appena comparso sulla scenda della battaglia. In questo momento tutto tace, tutti si sono fermati, attendendo che Mike ricompaia per poterlo coprire o, quantomeno, per provarci. – Dov'è quello stronzo? – le parole fanno appena in tempo a lasciare le sue labbra, che Mike lo infilza in pieno petto. La lama della spada si inserisce nella sua schiena e schizza fuori dalla parte opposta, mentre dalla mia bocca esce un urlo disumano. Dovevo immaginarlo che si sarebbe vendicato su di lui, dopotutto mi ha mostrato la sua morte più di una volta.
Il corpo del ragazzo ricade sulle sue stessa ginocchia, prima di finire accasciato sul lato sinistro, con gli occhi azzurri ancora aperti e le labbra dischiuse.
Io continuo ad urlare, ad urlare a pieni polmoni, riuscendo a vedere solo quel momento, solo quell'istante, ignorando tutto ciò che mi sta accadendo intorno.
Le mie grida, però, sembrano avere uno strano effetto su Mike, che viene sbalzato via dalla parte opposta della stanza. Le piume delle ali iniziano a staccarsi e a ricadere al suolo, mentre lui rimane inchiodato al muro, con le braccia e le gambe spalancate.
Albus, Luke e Chris approfittano della situazione per acciuffarlo e tirarlo giù. Tutto quello che posso fare io, invece, è raggiungere il corpo di Daniel e cadere accanto a lui, inerme. Non è stata una grande battaglia, piuttosto un susseguirsi di incantesimi scagliati mentre Mike scappava da una parte all'altra, eppure a terra c'è qualcosa, c'è Daniel, che non si muove, che non parla.
– Ti prego ti prego ti prego – prendo il volto del ragazzo. – Non puoi lasciarmi, non puoi farlo. Vuoi dimostrarmi che cosa hai provato tu in tutti questi anni? Okay l'ho capito, ora torna da me – ricevo solo un rantolo in risposta, un debole rantolo, seguito da un battito di ciglia. – Daniel...– fisso la spada, che vola via dal suo corpo. Continuo a guardarla e, con un leggero colpo del caso, la faccio finire dentro il fianco di Mike, che urla dal dolore.
– Vedi, è proprio questo che volevo farti capire. Io e te siamo uguali, siamo perfettamente uguali. Tutta questa rabbia che stai provando nei miei confronti per la morte di Daniel sta facendo venir fuori la parte più oscura di te, quella che cerci di reprimere più che puoi. In questo momento mi vuoi uccidere, stai grondando dalla voglia di vedermi soffrire come io ho fatto soffrire te, come ho fatto soffrire Daniel – socchiudo le palpebre. La voglia di farlo fuori seduta stante è davvero forte, ed io devo fare appello a tutte le mie forze per evitare di cedere a questo impulso. – Cedi al tuo lato oscuro Rose, abbraccialo totalmente, ti sentirai molto meglio dopo – piego il collo di scatto. Lo sto sentendo nella mia testa, come un eco lontano. Mi basterebbe davvero poco, un semplice schiocco delle dita e il suo collo si spezzerebbe come un fuscello schiacciato da un piede.
Eppure, improvvisamente, tutto diventa più chiaro: devo usare le mie forze, i miei poteri, per cercare di guarire Daniel, non per uccidere Mike. E' importante che lui resti in vita, tutto il resto è rumore di sottofondo.
Così apro le palpebre e lo fisso, quel ghigno sadico dipinto sul volto. Non aggiungo niente, rimango impassibile e giro i tacchi, ritornando accanto all'unica persona che, in questo momento, ha bisogno del mio aiuto.
Non so bene cosa stia facendo, questa storia dei poteri curativi è sempre stata abbastanza strana, abbastanza oscura.
Prendo la sua mano e chiudo gli occhi. Devo concentrami su qualcosa di bello, su tutti i ricordi che ho di lui, devo fare in modo che la mia energia fluisca nel suo corpo, che il suo cuore ritorni a battere o, quantomeno, che torni a farlo ad una velocità normale.
Ripenso alla prima volta che l'ho visto e a quanti parole acide hanno sputato le sue labbra nei miei confronti, a quel primo bacio sotto la pioggia che mi aveva lasciata confusa. Sento il mio corpo staccarsi lentamente dal terreno, un'energia calda invadermi e muovere i miei capelli. Non so cosa stia succedendo ma devo continuare. I rumori intorno a me diventano leggermente ovattati, è come se mi abbandonassi e mi isolassi in una dimensione solo mia.
Rivedo Daniel davanti a me, la sua paura dopo la trasformazione, il dolore, Skyler, il mio suicidio, la sua piuma nel mio ciondolo. Sta passando tutto davanti come un film, scatti della nostra vita che scorrono come fotografie. L'inizio del college, la mia morte, Ellen, i druidi, Parigi, la Tour Eiffel. Questa non è la fine della storia, non può esserlo, non deve esserlo.
Stringo più forte la sua mano, il calore diventa sempre più forte, diventano bollente nel punto di congiuntura tra me e lui. Sta fluendo tutto via da me, sta fluendo verso di lui.
– Può essere pericoloso Rosebelle – nonostante abbia gli occhi chiusi riesco a visualizzare nitidamente la figura di mio padre. –Se non dosi bene le forze, potresti trasferire a lui tutti i tuoi poteri –
– Sto solo cercando di salvarlo. –
– Ed è okay, ma cerca di farlo senza sacrificare te stessa – a quel punto scompare ed io sento il mio corpo cadere in picchiata verso il terreno. Tuttavia, proprio all'ultimo minuto, un paio di braccia mi afferrano. Apro gli occhi, il volto corrucciato di Albus è la prima cosa che vedo. Ed anche l'ultima perché, poco dopo, perdo i sensi. 

🏹🏹🏹

Quando riapro gli occhi mi ritrovo in camera mia a New York. Cerco di rialzarmi, ma il primo tentativo fallisce misteriosamente. Non riesco ad avere il controllo sui miei muscoli e sulle mie ossa, non riesco a muovere nemmeno le dita.
Prendo un respiro profondo e ci riprovo, anche questo tentativo finisce malamente. Non ho sbattuto durante la caduta, Albus è riuscito a prendermi al volo, quindi non dovrei aver sofferto nessuna lesione alla colonna vertebrale.
Stringo i denti e ci riprovo e, questa volta, riesco ad alzare il busto e a mettermi seduta. Tiro un sospiro di sollievo, la mia fronte è imperlata di sudore, neanche avessi corso una maratona.
Scendo prima una gamba e poi un'altra e, nel giro di qualche minuto, mi metto in piedi.
– Dove vai? Sei ancora debole – la porta si apre, rivelando la figura di Albus.
– Come facevi a sapere che mi ero svegliata? –
– Daisy ti ha fatto un incantesimo del movimento, posso controllare anche quante volte, durante la notte, ti muovi. –
– Voi state bene? -
Sì. A parte qualche graffio, nessuno ha sofferto danni troppo gravi. Siamo riusciti a catturare Mike grazie a te. –
– Ma a quale prezzo? – mi passo le mani tra i capelli. Non sono riuscita a salvare Daniel, non sono riuscita a fare niente. In quel momento tutta la rabbia e la tristezza mi investono come un fiume in piena, ed io scoppio a piangere.
– Guarda che Daniel è vivo, sta riposando in camera sua. –
– Cosa? – alzo lo sguardo. – Com'è possibile? –
– A questa domanda non so risponderti, però è ancora tra noi. Non sta guarendo velocemente ma, insomma, respira, borbotta e parla – ricado sulle ginocchia, sentendo ogni singola forza abbandonare il mio corpo. – Penso che tu ti sia spaccata completamente le rotule –
– Potresti non avere tutti i torti –
– Dai rialzati – mi tende le mani ed io le afferro, rimettendomi in piedi. – Dovresti riposare –
– Puoi almeno spiegarmi cosa è successo dopo che sono svenuta? –
– Niente di che in realtà. Io mi sono teletrasportato qui mentre i ragazzi hanno portato Mike in una cella del Consiglio. ­Sarà sottoposto a processo tra qualche giorno. –
– È stato fin troppo facile anche questa volta – mormoro.
– Facile? Non siamo mai riusciti a colpirlo, non abbiamo fatto altro che ferirci a vicenda. Se tu non lo avessi attaccato, non lo avremmo mai preso. –
– Io non l'ho attaccato, ho semplicemente urlato. Non sapevo che avrebbe avuto quell'effetto, io non... – sbuffo, passandomi entrambe le mani tra i capelli. – Io non ci capisco più niente di questi poteri Albus. Non che ci abbia mai capito tantissimo in realtà ma, da quando Marlene mi ha tolto il sigillo, è come se fossero qualcosa di totalmente estraneo alla mia persona da non riuscire più a capire quando e come usarli –
– Ma hai salvato Daniel soltanto un paio di ore fa. –
– Ti posso assicurare che non avevo la più pallida idea di cosa stessi facendo, ho soltanto desiderato che lui guarisse. –
– Eppure, per qualche assurdo motivo, ha funzionato, e hai persino aiutato a catturare Mike! –
– Quello è stato decisamente troppo facile. –
– Non ci pensare okay? –
– Devo ricordarti della profezia? –
- No, ti assicuro che non ce n'è assolutamente bisogno – poggia le mani sulle mie spalle. – Ascolta, non so se tu ti rendi conto di ciò che hai fatto oggi, della potenza che sei stata in grado di emanare, è stato qualcosa di spettacolare, qualcosa di indescrivibile –
– Qualcosa che non so nemmeno io come sia successa. –
– Ma è successa, e dovresti esserne fiera. Hai salvato la situazione per l'ennesima volta. –
– Sei sicuro che Daniel stia bene? -
– Ti ho già risposto di sì...non ti fidi? –
– No è che ho paura che tu stia cercando di distrarmi per evitare di darmi una cattiva notizia. –
– Il tuo bel principe azzurro sta riposando con Derek che lo monitora, te lo posso assicurare – assottiglio le labbra. – Non pensi che, se fosse morto, lo avresti percepito? –
– Non ho sentito niente quando lo hanno colpito – mormoro.
– Come? –
– Quando Mike lo ha infilzato io non ho provato assolutamente niente, se non un grande dolore. Nessun malessere fisico come mi sarei aspettata, ho semplicemente avuto voglia di urlare a squarciagola. –
–Forse è stato questo – si stringe nelle spalle. – Forse si è convogliato tutto nel tuo urlo disumano che ha inchiodato al muro quel bastardo –
– Non lo so Al, io non... –
– Rosebelle – mi afferra per le spalle. – Adesso cerca di darti una calmata okay? È tutto a posto, devi soltanto ritornare in te. Tu hai il pieno controllo dei tuoi poteri, l'unico problema è che, essendo costantemente in evoluzione, di tanto in tanto non riesci a capire che cosa fare –
– Come fai ad esserne tanto di sicuro? –
– Perché ti conosco e so di cosa sei capace. Se c'era una persona in grado di fermare Mike e di salvare Daniel, quella eri tu, e infatti è quello che hai fatto. – 

Sbaaaaam!

questa volta mi sono ricordata di pubblicare eeeee non manca nemmeno molto alla fine, anche se credo che ormai nessuno più legga questa storia, sono sempre più convinta di parlare da sola.

GloomyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora