If I'm on fire, you'll be made of ashes too

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-Rose, sai che apprezzo quando mi stai spalmata addosso, ma devi darti una calmata- Daniel si appoggia allo stipite della porta della sua aula, incrociando le braccia al petto. –Mike non può farmi niente, tra l'altro la tua potrebbe anche essere stata soggezione per quel che ne sappiamo-
-Soggezione?-
-Sì. D'altronde, sin dal primo momento, ti sei convinta che quello non era davvero tuo padre, e la tua testa ha fatto tutto il resto-
-Ma l'esperienza ci ha insegnato che, la maggior parte delle volte, io ho ragione-
-Rosebelle- roteo gli occhi. Ho una brutta sensazione, e ho come l'impressione che lui non sia al sicuro. –Devi rilassarti okay? E poi, anche se così fosse, ricordati che so benissimo difendermi da solo. Sono pur sempre l'angelo più potente della nostra generazione-
-Daniel...-
-Stai tranquilla, non c'è niente di cui preoccuparsi-
-E per quella storia degli Psuché originali?-
-Ammetto che tuo padre potrebbe avere ragione, ma non si sono fatti vivi allora, perché dovrebbero farlo adesso? Non abbiamo più segni di Morsein da più di un anno ormai-
-E la profezia?-
-Non devi andare a lezione Rose?- roteo gli occhi. Ellen. –Adesso fai anche gli appostamenti per evitare che qualcuno si avvicini a lui?-
-Non si è avverata, sempre per quel che ho detto prima-
-Non lo so Daniel, il sogno di ieri sera...-
-Mi state davvero ignorando?!- sbotta lei. –Sul serio? Ma quanti anni avete?-
-Amore- prende il mio volto tra le sue mani, sospirando. -Ti prometto che, non appena torneremo a casa, faremo qualche indagine, va bene?-
-Va bene. Ma tu tieni gli occhi aperti-
-Sarà fatto-
-Proooontooo?- mi dà un bacio ed io sospiro. Ellen, dal canto suo, continua a disturbarci come al solito.
-Ci vediamo più tardi okay?-
-Okay- gli sorrido un'ultima volta e giro i tacchi, dirigendomi verso la mia lezione.
Da quando ho fatto quel sogno, non riesco più a stare tranquilla: ho paura che possa capitare qualcosa a Daniel da un momento all'altro, e non sono nemmeno riuscita a mettermi in contatto con mio padre. Questa situazione mi porterà alla tomba.
-Dovresti smetterla di stressarti per cose che, ancora, non sono nemmeno avvenute, finirai per lasciarci le penne un giorno di questi-
-Tu e Daniel state iniziando a dire le stesse cose, e questo mi fa paura- Luke sorride, si alza e mi passa un braccio intorno alle spalle. –E comunque non preoccupatevi, ho tutto sotto controllo-
-Non è affatto vero-
-La profezia...-
-...che non si è nemmeno avverata-
-Luke, c'è Daniel di mezzo, non posso permettermi che gli capiti niente-
-Ti sei resa conto che Daniel non è proprio la più indifesa delle persone, vero?-
-Non significa niente, io...- sbuffo, passandomi una mano tra i capelli rossi. –Andiamo in classe, che dici?-
-Come vuoi tu capo- entriamo in aula. Non mi sono ancora abituata alle aule di Harvard, continuo a guardare il soffitto, sperando di vedere i dipinti della Sorbone. –Però sul serio, potrebbe essere tutta suggestione, d'altronde tu hai avuto dei campanelli d'allarme sin dal primo momento che l'angelo più famoso della nostra generazione ti ha raccontato del gemello cattivo-
-Beh penso di avere i miei buoni motivi-
-Su questo non posso proprio darti torto, ma non devi sempre pensare male- assottiglio le labbra. Vorrei davvero non rimuginarci troppo sopra e cercare di capirci qualcosa di più, ma proprio non ci riesco, è più forte di me. –Rose, le lampadine-
-Cosa?-
-Le stai facendo lampeggiare- alzo lo sguardo, non me ne ero nemmeno accorta.
-Oh-
-Io direi che è arrivato il momento di calmarci-
-Oddio- mormoro, socchiudendo le palpebre. –E' assurdo che, ancora oggi, abbia difficoltà a controllare i miei poteri-
-Mi secco blaterare di nuovo tutta la storia dei sedici anni senza alcun segno eccetera eccetera, quindi fingi che lo abbia comunque fatto-
-E' strano che io ti abbia capito anche se non ti sei espresso nei migliore dei modi?-
-Un pochino forse, ma comunque ammetti che ho ragione-
-Daniel mi ha insegnato a non farli venire fuori soltanto quando sono arrabbiata, ha cercato di associare ad essi sentimenti positivi-
-Perché, tu hai sentimenti positivi?- lo guardo e, poco dopo, cade rovinosamente per terra. –Okay questo me lo sono meritato-
-Sono una persona molto simpatica quando non devo salvare il mondo da una minaccia impellente-
-Non è che fai tutto da sola-
-Non ho mai detto questo-
-Lo hai sottinteso però-
-Sottintendo che, alla fine dei conti, quella che rimane ferita, che deve andarsene, che rischia di morire o che muore veramente sono sempre e solo io- 

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