And I hate my reflections for years and years

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Rose
-Credete che abbiamo fatto la cosa giusta?- domanda Chris. Io mi limito ad abbassare lo guardo, continuando a spostare il cibo nel piatto. –Tra l'altro non mi piace l'idea di sapere anche Audrey lì dentro-
-Era l'unica soluzione. Poteva fare del male a qualcuno, e non parlo soltanto di Rose, è riuscito a far volare dall'altra parte della stanza mio padre, Derek Manson, non so se lo hai presente- Daniel è tornato parecchio di cattivo umore da New Orleans, lui e Diana ci hanno raccontato quel che è successo, sia io che Chris e Luke siamo rimasti senza parole. –Per quel che riguarda Audrey, ha scelto di sua spontanea volontà, nessuno l'ha costretta, anzi, tutto il contrario- mi volto verso il ragazzo che sta al mio fianco. Le sue iridi sono di un viola acceso, non sono ancora tornate normali, per questo mi chiedo se non sia accaduto altro mentre erano lì, lo vedo fin troppo nervoso. –A proposito, c'è qualcun altro in questo gruppo che sente il bisogno impellente di dire qualcosa che si è tenuto dentro per tanto tempo? Tipo qualche cotta segreta?-
-Non guardare me, io sono venuto qui solo per cenare, senza contare che tutti i sapete di me e di Daisy, quindi-
-Ed io ho passato abbastanza tempo con voi da sapere che è meglio trovarsi qualcuno che sia totalmente al di fuori di questo manicomio-
-Chris, c'è poco da scherzare in questo momento-
-Mi spieghi perché sei tanto nervoso?-
-Qualcuno ha avvertito Daisy in tutto questo?- chiedo, alzando finalmente lo sguardo dal piatto. Faccio fatica a stare in mezzo agli altri questa sera, probabilmente non sono guarita totalmente dalle ferite che mi ha inferto Albus.
-Le ho mandato un messaggio ma non mi ha risposto, quindi ho fatto il mio lavoro- si mette in piedi, prende il piatto, lo posa sul lavello e se ne va, probabilmente diretto verso camera sua.
-Che gli prende?- domando, a quel punto, a Diana. La ragazza scuote la testa, ed io sospiro.
-Non lo so, fintantoché eravamo a New Orleans era tranquillo, è cambiato di colpo-
-Va bene, vi aiuto a sparecchiare e poi lo raggiungo-
-Vai pure, ci pensiamo noi qui. Un Daniel nervoso è più preoccupante di qualche stoviglia sporca- esclama Chris. –Anche perché non so ancora come questa casa riesca a stare in piedi dopo tutto quello che ha passato-
-Grazie ragazzi- non me lo faccio ripetere due volte, e salgo immediatamente in camera di Daniel. –Possiamo saltare la parte in cui cerco di farti ridere, tu mi rispondi con un'alzata di spalle e, a quel punto, ti chiedo cosa ci sia che non va? Perché hai gli occhi viola sin da quando sei tornato- il ragazzo esce dal bagno, si appoggia allo stipite e incrocia le braccia al petto.
-Sai che Derek si è preoccupato quando ha visto me e non te? Per lui ormai siamo inscindibili-
-Mmmh più che altro, ogni volta che succedeva qualcosa, c'eravamo noi due di mezzo- mi avvicino a lui e prendo il suo viso tra le mani. –Allora? Mi vuoi raccontare quel che è successo?-
-Niente di che, su questo puoi stare tranquilla. Ho solo avuto una discussione con Audrey in cui mi è stato nuovamente rinfacciato quanto io abbia fatto schifo con te...tra l'altro ha persino detto che tu...-
-Sì immagino, è sempre la stessa storia- dico, roteando gli occhi. Il ragazzo prende le mie mani, le toglie dal suo volto e le stringe. –Ehi-
-Lo so, sono semplicemente stanco di...io non sono una cattiva persona Rose-
-Chi se ne frega di quello che pensano gli altri. Chi ti conosce bene sa che persona meravigliosa sei, e che cuore grande hai, se n'è accorto persino Luke-
-Effettivamente abbiamo legato tantissimo in questi mesi, lo considero un fratello-
-Me lo ha detto- avvolgo le braccia intorno al suo bacino, alzando leggermente il capo. –Non preoccuparti di quello che dice Audrey o Daisy o chiunque altro: per ogni persona che ti detesta o che pensa che tu sia cattivo, ce n'è un'altra che sa quanto tu sia magnifico- a quel punto sbatte un paio di volte le palpebre, e le iridi ritornano azzurre. –Oh guarda, i tuoi occhi sono tornati del mio colore preferito-
-Solo tu ci riesci comunque, se dovessi aspettare di calmarmi ogni volta...-
-E' uno dei miei tanti superpoteri-
-Posso chiederti una cosa?-
-Sì certo-
-C'è stato un momento, anche uno solo, in cui hai pensato che io fossi cattivo o cose del genere?- assottiglio le labbra, salvo poi scuotere la testa poco dopo. –Sicura?-
-Neanche quando eri uno stronzo colossale-
-Questo mi rincuora-
-La prossima volta che metti in dubbio di essere una brava persona, pensa a quante ti adorano, e non mi riferisco al tuo fan club, visto che sono innamorate soltanto del tuo faccino, ma a tutte quelle che hai aiutato negli anni-
-Oh Greyson, non so come farei se non ci fossi- mi abbraccia, prendendo un respiro profondo. Vorrei poter restare così per sempre, senza muovere più un muscolo.
-Devi parlare ad i ragazzi-
-Lo so, sto aspettando che torni anche Daisy-
-E se non dovesse farlo?- si stacca da me, prende il volto tra le sue mani e mi guarda. –Voglio dire, lei è molto contenta di stare con Seth, le ha persino regalato l'anello di sua nonna...-
-L'anello di sua...lo ha trovato in una gioielleria che vende cose vintage nel quartiere del jazz, era in sconto. Dio mio, non si può credere ad una sola parola di quel che dice-
-Come fai a saperlo?-
-Perché se n'è vantato con Luke, ti giuro che mi sono trattenuto dal tirargli un pugno in faccia e spaccargli quel nasino perfetto che si ritrova-
-Infatti mi sembra strano che tu ci sia riuscito-
-Ho pensato che, se lo avessi fatto, Daisy ti avrebbe chiamato per lamentarsi, e non volevo che ti rompesse le scatole mentre sgambettavi sui tavoli del Moulin Rouge-
-Te la sei proprio legata al dito-
-Macché, semplicemente non ti avevo mai vista così, te l'ho già detto-
-Ti prometto che darò il meglio anche qui a New York, solo non oggi, ho ancora dolori- mi allontano e mi getto sul letto. Solevo leggermente la maglietta sull'addome: non è rimasto alcun segno, ma continua comunque a farmi male.
-E' stata una brutta botta, è normale- si siede di fronte a me, qualche riccio biondo ricade sulla fronte. –E tu sei umana in parte, non puoi guarire come noi-
-Mi sento uno schifo-
-Passerà, te lo assicuro. Però, se vuoi, posso venire lì accanto a te, abbracciarti e guardare Netflix fino a quando non ti addormenti-
-Non chiedo altro- si toglie le scarpe e sdraia accanto a me. Appoggio la testa sul suo petto, e lui inizia a passare le dita tra i miei capelli. –Credi che abbiamo preso la decisione giusta?-
-Ti ripeto quel che ho detto prima: ha fatto volare Derek dalla parte opposta della stanza. Derek. Mio padre, non un fringuello qualunque-
-Dopo tutto questo tempo riesce ancora a farmi sentire in colpa, e per questo lo odio-
-Non ci pensare va bene? Ricordati che lui ti ha tradito, e non una, ma svariate volte-
-Mi ricordo benissimo la sensazione che ho provato. Mi sembrava di non valere niente, di non essere abbastanza, me lo sono persino inciso sul braccio-
-Ho ancora la scena davanti agli occhi-
-E' strano che non mi sia rimasto il segno-
-Ti ho guarito io quando ti ho trovato sul tetto. A quindici anni ero parecchio forte, e poi non sopportavo più l'odore del sangue sai, per tutta la storia del vampiro-
-Pensi che avrei potuto evitarlo? Che sia stata tutta una su risposta per...-
-Per te esisteva solo Albus ai tempi, fidati- alzo lo sguardo verso di lui. E' tornato di cattivo umore o forse, più semplicemente, il viaggio nel mondo dei ricordi non è così tanto piacevole per lui. –Mi ricordo quando ho cercato di farti capire che i miei sentimenti erano cambiati, e tu mi hai mandato via malamente-
-Penso di aver scontato tanta crudeltà in abbondanza- mormoro. –Probabilmente continuerò a sentirmi a sentirmi responsabile per tutta la vita-
-Ricordati che hai provato più volte a parlare con lui, e ti ha sempre respinta. Non darti più responsabilità di quante tu già non abbia-

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