20 dicembre 2012
Pieve di Soligo
– Buonasera a tutti, eccoci di nuovo qui riuniti per l'ultimo incontro dell'anno. Sembra impossibile che sia già trascorso un mese dall'ultima volta che ci siamo visti. Come state? Sento le voci allegre dei vostri ragazzi, come hanno preso la novità? Dalla confusione che proviene dall'altra stanza direi molto bene. Con loro ci sono due nostre assistenti, quindi state tranquilli, sono al sicuro e si stanno divertendo. Bene, allora credo che possiamo iniziare.
In quell'occasione era toccato alla dottoressa Silvia Donadel aprire il dibattito. Nella grande sala convegni si respirava il tipico fermento che assale ogni essere umano all'approssimarsi delle festività natalizie. La stessa eccitazione, ampliata in modo esponenziale, arrivava dalla saletta attigua in cui erano stati riuniti i ragazzi di età compresa tra i cinque e i sedici anni. Serghei, alla fine, aveva ceduto alle mie insistenze partecipando anche lui a quella speciale riunione di affidatari e affidati. Ero sicura che rapportarsi con altri ragazzi della sua età, e con le stesse problematiche umane e familiari, lo avrebbe sicuramente aiutato a non sentirsi "diverso" per quella situazione a cui si era sempre fermamente opposto fin dall'inizio.
Il grande tavolo ovale era stato appoggiato alla parete più lunga sprovvista di finestre. Questo per consentire di posizionare le numerose sedie al centro della stanza con una disposizione semi circolare. Tale sistemazione, avrebbe permesso una visuale più ampia verso un altro tavolo più piccolo, dietro cui era seduta la psicologa in attesa di avere al suo fianco la collega.
Avevo preso posto in una delle sedie centrali. Più rilassata della precedente riunione, osservavo i volti ridenti del folto gruppo di persone mentre si intrattenevano, parlottando tra loro, in attesa che il dibattito iniziasse. Si avvicinò Antonella chiedendomi il permesso di potersi sedere vicino a me.
– Ma certo che sì! Mi fa piacere averti vicino. Come va con la piccola Veronica?
Avevo conosciuto Antonella e il marito Fabio durante la prima riunione, quella di novembre. Fin da subito era nata una reciproca empatia.
– Veronica è una bambina molto tranquilla, sai, il fatto che sia con noi da quando aveva solo tre anni ci ha permesso di allevarla come una figlia. Per noi è un affido residenziale, torna a casa dalla mamma solo nei fine settimana, ma non sempre... La mamma di Veronica ha altri due figli avuti dal precedente matrimonio. Attualmente, dopo che il papà di Veronica è tornato in Marocco, è rimasta sola, con un lavoro precario e due ragazzi da mantenere. Insomma una situazione complicata... del resto Veronica non sarebbe con noi se avesse una famiglia solida e senza problemi alle spalle.
Parlavamo sottovoce per non disturbare le due professioniste intente a sistemare le ultime cose prima di iniziare la discussione. Infatti, mentre la psicologa si apprestava a estrarre dalla sua capiente borsa alcuni fogli, qualche penna, e la sua voluminosa agenda, l'assistente sociale era impegnata ad allestire un cavalletto in legno chiaro. Sopra aveva posizionato un grande blocco di carta bianca su cui stava scrivendo, con un grosso pennarello rosso, l'argomento del dibattito di confronto.
Avvicinandomi all'orecchio della mia vicina di sedia le sussurrai:
– Poveri bambini, sono sempre loro a rimetterci, noi adulti abbiamo difese maggiori, un carapace che ci protegge dagli eventi avversi ma queste povere creature innocenti, si porteranno per tutta la vita le conseguenze devastanti derivate dalla situazione in cui si sono trovati, senza nessuna colpa. Provo grande compassione e sofferenza per loro...
– Hai ragione, è proprio così, del resto siamo stati chiamati ad assolvere al meglio questo incarico affidatoci proprio per aiutarli a costruirsi quella corazza o carapace, come l'hai definita tu, in modo tale da poter affrontare le situazioni molto stressanti e traumatiche della vita. Però sì, mi si stringe il cuore quando penso a certi contesti familiari...
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Il bambino venuto dal freddo #wattys2021
General Fiction🎇STORIA VINCITRICE WATTY 2021🎇 ➡️TRAMA Quattordici anni e già un passato da adulto. Un adolescente problematico, con tutta la rabbia di un'infanzia che non vuole ricordare e che lo porterà molto vicino al punto di non ritorno. Questa che sto per...