Un fascio di luce oltrepassava le grandi vetrate illuminando, come un faro, il maestoso altare in stile gotico. L'edificio, risalente alla metà del Settecento e dedicato a Santa Caterina, si trova nella strada principale di San Pietroburgo. In quella stessa chiesa, cinque mesi prima, la bara di Sonya era stata pietosamente adagiata a terra sopra un prezioso tappeto persiano. In un perverso disegno creato dal destino, in quella stessa posizione, e a pochi giorni da quel Natale del 1998, era stato posto anche il feretro di Dimitrij.
– Il Signore ha voluto che Sonya si riunisse al suo amato sposo. Dimitrij l'ha raggiunta secondo noi, umili servi del Signore, troppo presto ma, niente e nessuno si può opporre alla alla volontà divina.
Don Adriano, nato in Russia da genitori italiani, allungò lo sguardo e le mani verso l'alto.
Il tono della voce risuonò, al di sotto dell'imponente cupola, come un rimprovero.
– Quattro innocenti creature sono rimaste orfane di madre e di padre, chi penserà a loro? Chi seguirà il percorso appena intrapreso in questo mondo da Olga, Katerina, Alina e il piccolo Sergey? Quante domande abbiamo da porti, Signore! A noi, ma soprattutto a loro - gli occhi profondi del sacerdote, cerchiati da dolore e fatica, puntarono verso il gruppetto di persone sedute in prima fila - non resta che l'attesa di un tuo segnale, affinché possano affrontare anche questo tragico momento per noi tutti giunto troppo presto. Preghiamo per le anime di Sonya e Dimitrij e che Dio aiuti Leda e Andrey chiamati a vigilare ed educare altri quattro figli.
Perdonami sorella mia, non so come riusciremo a superare tutto questo. Aiutami da lassù, dammi forza e coraggio. Hai voluto con te il tuo Dimitrij, eravate una coppia ancora così innamorata! Farò del mio meglio, almeno, ce la metterò tutta, questo te lo prometto ma tu non abbandonarmi, te ne prego. Ho bisogno del tuo sostegno, fallo per me ma soprattutto per i tuoi figli.
Leda tolse lentamente le mani dal volto poggiandole sulla testa bionda del nipotino. L'esile figura, molto simile a quella di Sonya, sembrava scomparire nella notevole ampiezza della navata centrale della cattedrale. Seduta sul primo banco, con gli occhi gonfi e l'espressione incredula, la donna teneva stretto, come in un ultimo abbraccio, il piccolo Sergey fattosi un bellissimo bambino dagli occhi verdi come le acque di un lago di montagna. Le sue mani paffute cercavano di strappare qualche capello biondo alla zia, quasi un appiglio a cui aggrapparsi, inconsapevole del destino che lo stava attendendo.
Di fianco a lei, il marito Andrey, era intento a tenere tranquilla Alina, con Doroty, la sua bambola preferita. Olga e Katerina, impietrite nel loro innocente dolore, cercavano conforto tenendosi teneramente strette le mani. La perdita della madre era stata una tragedia a cui avevano reagito come due piccole donne già indurite dalla vita. Come un potente anestetico si erano dedicate, con grande responsabilità, alla cura del loro fratellino e a tutte quelle piccole incombenze domestiche apprese dalla mamma. Nella loro giovane coscienza quello era l'unico modo che avevano per sopportare tanto dolore ma, perdere anche il padre, era sembrato a tutti un macigno troppo pesante da sopportare e, nei loro sguardi, si poteva solo intravedere una voragine, un vuoto immenso. Incolmabile.
Per il funerale di Dimitrij, Leda e Andrey avevano preso la decisione di rendere partecipi alla funzione religiosa solo i figli dei compianti Dimitriij e Sonya, lasciando alle cure di una vicina di casa i loro due gemelli, troppo piccoli per comprendere a quale tragica prova erano stati tutti chiamati. La cerimonia funebre stava volgendo al termine quando il pianto di Sergey squarciò l'atmosfera surreale, pregna di tristezza, come a urlare la sua disperazione.
Leda, finalmente lasciò che tutto il suo dolore le uscisse fuori dal petto e, come una liberazione, si unì al pianto inconsolabile del piccolo. Strinse ancora di più a sé quel bambino quasi a profetizzare la drammaticità di una scelta che le avrebbe spezzato il cuore. Sergey strillava per quella morsa che lo stava attanagliando nelle braccia della zia straziata dalla sofferenza. La donna, improvvisamente, si catapultò fuori dalla chiesa senza nemmeno attendere l'ultima benedizione impartita da un attonito prete. Il suo pianto era incontenibile. Il dramma stava chiudendo il tragico cerchio.
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Il bambino venuto dal freddo #wattys2021
General Fiction🎇STORIA VINCITRICE WATTY 2021🎇 ➡️TRAMA Quattordici anni e già un passato da adulto. Un adolescente problematico, con tutta la rabbia di un'infanzia che non vuole ricordare e che lo porterà molto vicino al punto di non ritorno. Questa che sto per...