Perché mi trovo in questa stanza? Chi sono quelle persone che battono sul vetro? Sono tutti sorridenti, qui dentro invece tutti frignano. Adesso piango anche io, anzi mi metto proprio a urlare, così tutta quella gente se ne va, e io torno a dormire.
– Amore guarda... guarda quel piccolino seduto per terra, povero piccino! Sembra disperato da quanto urla. Leonid, secondo te quanto avrà? Dieci, dodici, mesi? Me lo immagino proprio così il nostro bambino, con grandi occhi verdi... basta che non pianga sempre in quel modo, però! Ma nessuno gli pulisce il naso?
– Irina, come puoi vedere c'è una sola persona che si sta occupando di lui, adesso provo a contarli... uno, due, tre, quattro, saranno più di dieci bambini... undici, dodici... Ci sono dodici bambini chiusi in quella piccola stanza, il più grandicello avrà circa tre anni, il personale, come spesso accade, è sempre ridotto all'osso. Andiamo via, la domanda di adozione è stata presentata, adesso dobbiamo solo attendere, lo sai che non saremo noi a decidere quale bambino ci verrà dato, vero?
– Sì caro, lo so, abbiamo fatto bene, in ogni caso, visitare la struttura. Sono tutti bellissimi, anche quella bambina laggiù, sembra una bambola con quella boccuccia e i riccioli biondi, un amore di bambina! Però i loro occhi sono così tristi, questo posto è... è... orribile! Poveri piccini, quanta pena fanno.
Irina prese un fazzoletto e soffiò il naso. Dopo tre aborti spontanei e l'asportazione dell'utero a causa di un fibroma, non aveva più nessuna speranza di diventare madre. L'idea di adottare un bambino era stata per lungo tempo soppesata dalla coppia non più tanto giovane. Dovevano fare presto. Il tempo passava, e con esso anche la loro ultima speranza di avere un figlio.
La donna si girò verso quel bimbo biondo che aveva smesso di piangere. Per una frazione di secondo i loro occhi si incrociarono.
– Leonid, guarda quel bambino biondo, lo vedi quanto è carino? Adesso si è calmato, meno male... Speriamo ci diano quello. Ciao piccolo, spero tanto di tenerti tra le braccia, siamo pronti ad accoglierti nella nostra casa. Oh, Leonid, mi sembra già di amarlo!
– Tesoro, il nostro affetto andrà a qualsiasi creatura, a prescindere dal sesso e dall'età, credo che su questo punto siamo d'accordo, vero?
– Certo caro, hai ragione. Adesso andiamo, questo posto mi ha messo una grande tristezza.
Un ultimo sguardo, come un abbraccio verso quei piccoli dall'aspetto pulito e curato ma dai grandi occhi colmi di vuoto e tristezza.
Delle forti braccia lo sollevarono da terra. Sergey si trovò schiacciato al grande petto di una sconosciuta.
– Vieni tesoruccio, vedrai che una mamma prima o poi la troviamo, sei così bello, sembri un angioletto! Se non avessi un marito matto e disoccupato, due figli e quattro gatti da mantenere ti porterei a casa con me; ma non preoccuparti, sono sicura che in questo brutto posto non ci resterai a lungo.
L'assistente d'infanzia, dopo tanti anni passati in quell'orfanotrofio, non voleva più affezionarsi a nessun piccolo ospite dell'istituto; troppo dolore misto a gioia ogniqualvolta uno di loro lasciava quel luogo che metteva i brividi. Sergey era uno degli ultimi bambini ad avere varcato il portone dell'austera struttura situata sulla riva destra del fiume Neva di San Pietroburgo.
Una donna, accompagnata da un giovane prete, si era presentata, in una torrida giornata di fine luglio, all'ingresso dell'imponente edificio in mattoni rossi, la cui facciata presentava un numero impressionante di finestre allineate come soldati. Teneva tra le braccia un bambino biondo il quale, a sua volta, stringeva a sé un piccolo orsacchiotto di peluches.
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Il bambino venuto dal freddo #wattys2021
General Fiction🎇STORIA VINCITRICE WATTY 2021🎇 ➡️TRAMA Quattordici anni e già un passato da adulto. Un adolescente problematico, con tutta la rabbia di un'infanzia che non vuole ricordare e che lo porterà molto vicino al punto di non ritorno. Questa che sto per...