❝What are we doing?❞
Eleonor
"sei sicura che devo per forza vestirmi in questo modo?" chiedo dubbiosa mentre osservo la mia immagine riflessa nello specchio.
"sei mai stata ad una festa?" ribatte mia cugina.
"no" confesso, continuando ad scrutare il modo in cui il vestito striminzito argentato e luccicante che mi ha prestato Persephone, mi fascia i fianchi. Lei e Caladar hanno preso seriamente la questione della festa di stasera, io non sono ancora del tutto convinta.
"allora fidati di me" pronuncia, per poi aggiungere "sei magnifica" dopo che ha finito di sistemarmi i capelli.
"io direi estremamente sexy" esclama Caladar appoggiandosi alla cornice della porta e squadrandomi dalla testa ai piedi. Si morde un labbro e continua a far viaggiare il suo sguardo su di me.
Improvvisamente sul volto di mia cugina si disegna un'espressione cupa, la vedo alzare gli occhi al cielo e poi cacciare in malo modo il fratello dalla stanza. Mi domando che cosa gli sia preso.
"va tutto bene?" le domando, quando la vedo girovagare per la stanza nervosamente.
"Sì, mettiti queste" dice porgendomi un paio di scarpe con il tacco dello stesso colore del vestito ed evitando esplicitamente la mia domanda.
"sicura?" mi siedo sul letto ed inizio ad infilarmi una scarpa.
"El è tutto ok. Sbrigati, dobbiamo ancora finire di truccarci"
Non appena il cielo viene coperto dalle tenebre e costellato dalle stelle, io e Persephone usciamo dalla stanza e ci ritroviamo nell'atrio, dove c'è già Caladar ad aspettarci.
Noto il moro seguire ogni mio mio passo ed ogni scalino che scendo, con estrema attenzione.
"raggio di sole" esclama, prendendo con due dita la sigaretta che aveva appoggiato tra le labbra.
"sbrighiamoci, se non vogliamo farci beccare" afferma Persephone richiamandoci.
Ci materializziamo e in meno di pochi non ci troviamo più a Villa Caulfield, ma in locale gremito di persone. Le luci a led mi colpiscono direttamente negli occhi, costringendomi a chiuderli e a riaprirli un paio di volte. L'odore di alcol e fumo mi invade le narici, prendendone pienamente possesso. La musica è alta, tanto che non riesco a capire che cosa mi stia dicendo Persephone.
"dove va?" domando a Caladar, che è ancora al mio fianco.
"a fare quello che fa di solito" mi dice, avvicinandosi al mio orecchio. Il suo fiato mi accarezza la pelle provocandomi i brividi.
"ovvero?"
"non credo che tu lo voglia sapere, raggio di sole" pronuncia sogghignando.
"che cosa facciamo?"
"raggio di sole sei mai stata ad una festa?"
Scuoto la testa e mi stringo nelle spalle. È tutto nuovo e così strano per me. Questo vestito, queste persone…
"sei conciata peggio di quanto pensassi"
"allora dimmi cosa devo fare"
"tu che cosa vuoi fare raggio di sole?" mormora avvicinandosi sempre di più al mio viso e facendo incastrare i nostri sguardi. Il modo in cui mi guarda mi provoca una strana sensazione di calore che si diffonde in tutto il mio corpo, facendomi sussultare.
"quello che vuoi tu" rispondo, abbassando lo sguardo e fissando il pavimento, mentre mi mordo il labbro inferiore.
"dimmelo" è vicino, pericolosamente vicino. Alzo lo sguardo e torno a fissare le sue iridi blu come la notte.
Lo prendo per mano e mi dirigo verso il centro della pista, che è affollata. Durante il tragitto lo vedo alzare un angolo della bocca e sorridere in modo malizioso. Ed ho la certezza che non abbia mai smesso di fissare il mio fondo schiena.
Una volta fermi, ho allacciato le braccia intorno al suo collo e ho completamente perso il lume della ragione. Non so che cosa sia esattamente successo da quel momento in poi. So soltanto che abbiamo ballato appiccicati l'uno all'altro, che siamo andati a prendere da bere al bancone più di una volta e l'ultima abbiamo abbiamo anche ordinato una bottiglia di Champagne.
Abbiamo perso la cognizione del tempo, ma era come se tutti i miei problemi fossero scomparsi.
"andiamo a ballare" esclamo, con ancora il calice di Champagne mezzo pieno in mano.
"non ti sei ancora stancata, raggio di sole?" dice, mettendomi un braccio intorno alle spalle. Appoggio la testa sul suo petto e butto giù il resto dell'alcol che era rimasto nel bicchiere.
"direi proprio di no" pronuncio, appoggiando il bicchiere vuoto sul tavolino di fronte a noi.
"forse dovremmo andare a cercare Persephone, si è fatto tardi" afferma, con l'intento di alzarsi dal divanetto, ma io lo fermo in tempo e lo attiro a me, dicendo "no"
Le nostre fronti si sfiorano, i nostri sguardi si incastrano e la sua mano mi accarezza la guancia, per poi arrivare alle mie labbra. Passa un pollice sulla linea sottile di esse e mi fissa.
In me si accende un desiderio che non dovrei provare, ma sono ubriaca e non riesco a ragionare. E forse non mi importa nemmeno di farlo.
Metto una mano sul suo collo e lo attiro a me, la distanza che separa le nostre bocche dallo sfiorarsi è minima.
"raggio di sole" sussurra ed io percepisco il suo fiato che sa di alcol e fumo, accarezzarmi le labbra.
Ci baciamo, le nostre lingue danzano insieme e si scontrano, sfogando il desiderio che le ha pervase.
"sei ubriaca" mi dice, quando si stacca da me per la mancanza di fiato.
"non lo so" biascico.
Le nostre labbra tornano ad assaporarsi.
"che cosa stiamo facendo?" domando, mentre la mano di Caladar scivola sul mio fianco stringendolo.
"non ne ho idea, ma penso che sia ora di andare"
"si… Forse… Forse è meglio andare"
Tanto il danno ormai lo avevo fatto. Dannazione che cazzo mi è preso. Il problema è che ne voglio ancora.
Vedo Caladar sparire tra la folla alla ricerca di Persephone. Mi ha ordinato di stare incollata al divanetto e di stare ferma. Teme che io possa combinare danni dato che sono ubriaca, ed ha ragione.
"torniamo a casa"
"e Persephone?"
"ci raggiungerà più tardi"
Dalla faccia stravolta che ha, immagino che la ragazza ne abbia combinata una delle sue.
"cos'è successo?" gli chiedo.
"niente, andiamo" risponde freddamente, passandosi una mano tra i capelli e stringendomi forte il braccio. Perché si comporta in questo modo brusco? Ha cambiato completamente atteggiamento rispetto a pochi minuti fa.
Le luci a led che si riflettono nei miei occhi e l'alcol che mi scorre nelle vene, mi fanno girare la testa. Penso che sia la prima volta che mi ubriaco o almeno credo.
Una volta fuori dal locale ci materializziamo e ci ritroviamo di fronte alla porta sul retro di Villa Caulfield.
Mi aggrappo a Caladar, che mi afferra prima che io possa cadere. Le nostre risate risuonano nell'atrio, che le amplifica.
"ricordami di non farti più toccare un goccio d'alcol, raggio di sole" pronuncia sorridendo e avvolgendo un braccio intorno alla vita.
Io continuo a ridere, ignara di quello che mi succede intorno. Mi sento così leggera, senza problemi, con una strana ed irrefrenabile voglia di ridere.
"attenta" esclama, trattenendo una risata e aumentando la stretta sul mio fianco, quando metto male un piede sugli scalini e rischio di cadere.
"che cazzo fai!" sento urlare alle nostre spalle e in meno di due secondi Caladar si ritrova con la schiena incollata al muro.
___________________So per certo che dopo questo capitolo mi ucciderete... 🙌🏻
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Into The Darkness || Draco Malfoy
Fanfiction« 𝘜𝘯 𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘪𝘣𝘪𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯 𝘚𝘦𝘳𝘱𝘦𝘷𝘦𝘳𝘥𝘦 » 𝘗𝘦𝘳 𝘭𝘶𝘪, 𝘭𝘦𝘪 𝘦𝘳𝘢 𝘪𝘭 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘴𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢, 𝘭'𝘰𝘱𝘱𝘰𝘳𝘵𝘶𝘯𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢 𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰𝘳𝘦. 𝘗𝘦𝘳 𝘭𝘦𝘪, 𝘭𝘶𝘪 𝘦𝘳𝘢...