𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 𝑻𝒉𝒊𝒓𝒕𝒚-𝑻𝒘𝒐

416 21 24
                                    

So che è finita, e che non è mai realmente iniziata, ma nel mio cuore era così reale

Draco se n’è andato.

Draco mi ha lasciata.

Era tutto una bugia.

Non mi ha mai amata.

Queste erano le frasi che continuavano ad ingarbugliarsi tra di loro nella mia mente. “Non mi ha mai amata” penso fosse quella che mi faceva più male di tutte. Mi sentivo vuota. Una parte del mio cuore se ne era per sempre andata. Se ne era andata con lui, lasciando dentro di me una asfissia incolmabile. 

Gli ho dato tutta me stessa. Ho abbandonato la mia vera famiglia per lui. Mi sono lasciata coinvolgere in qualcosa che non volevo, per la sola e semplice consapevolezza che ci sarebbe stato lui al mio fianco. Anche quella era una bugia. 

Draco non c’era più, se n’era andato, per sempre e non sarebbe mai tornato tra le mie braccia. Questa era l’ultima consapevolezza che mi era rimasta.

La sua assenza. 

Draco se n’era andato portandosi via tutto, senza lasciarmi niente. Aveva rubato la mia anima e l’aveva fatta sua. Ha rubato il mio cuore come un ladro, per poi distruggerlo a suo piacimento. Non ero che una pedina per lui. 

Le parole che aveva pronunciato erano impresse nei miei occhi, che temo stessero perdendo il loro colore verde smeraldo a furia delle lacrime versate durante la notte, senza sosta. Prima la notte, era il nostro posto preferito, quello in cui il nostro amore era libero di sentirsi se stesso, senza paure, senza che nessuno potesse intromettersi. Prima, durante la notte, ci amavano e c’eravamo solo noi.

Sulla mia pelle erano ancora incisi i segni della sua rabbia, che minacciavano di diventare inchiostro permanente e di non andarsene mai più. Come per ricordarmi che non è mai esistito nulla, ogni volta che li guardo. Una rabbia che non è mai appartenuta a Draco, una che ero in grado di colmare solo io, che mi ero illusa di riuscire a colmare. 

Prima la mia pelle era costellata dai segni che la sua bocca lasciava su di essa, ora è un’insieme di ferite e lividi, di cui il dolore non è nemmeno paragonabile a quello che prova il mio cuore. 

Sono sprofondata in una voragine senza via di uscita. Una di quelle in cui soffia un vento costante, che ti impedisce di ragionare, che ti impedisce di realizzare quello che è successo.

Draco ha sbattuto la porta della mia camera in piena notte, andandosene per sempre. Riducendo a brandelli il mio cuore. 

Ho appoggiato la schiena al muro e mi sono lasciata cadere a terra, senza forze, morta dentro. Ho portato le ginocchia al petto, stringendole, per la paura di cadere più in basso, più di quanto già non lo fossi. Ho appoggiato la testa sulle braccia, cercando di nascondere le mie lacrime, cercando di soffocare le mie grida. 

Non sono riuscita a dormire, chiunque non ci sarebbe riuscito. 

Sono rimasta lì fino alle prime luci del giorno successivo, le prime di una nuova vita senza una parte vivente di me. Mi sono lasciata devastare dal mio stesso dolore. L’ho lasciato prendere pieno possesso. L’ho lasciato uccidermi, istante dopo istante, rintocco dopo rintocco. Non sentivo più nulla, non volevo sentire più nulla. Era finita.

Qualche settimana dopo…

“Eleonor” esclama mia madre, non appena faccio il mio ingresso nel salotto. Stava bevendo una tazza di tè, mentre parlava con mio padre.

“ne vuoi un po’?” mi propone dolcemente. Annuisco e mi avvicino al divano, sedendomi di fianco a lei. Versa del liquido fumeggiante al sapore di vaniglia dentro la mia tazza e me la porge. 

Into The Darkness || Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora