Prologo

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(Revisionato)

Bipolarismo[bi-po-la-rì-smo]s.m. sistema o assetto politico fondato su due blocchi contrapposti.

Persona volubine, strana, facile agli sbalzi d'umore.

In poche parole, tutto ciò che sono io.

È così stressante quando gli altri notano il tuo cambiamento prima che lo possa fare tu.

Quando i miei sentimenti vengono prosciugati da un momento all'altro, quando divento insensibile senza volerlo, senza mostrare i sentimenti, come una persona senza cuore, quando a me invece piace farlo, ma che nel momento in cui accade, sembra neanche me ne importi.

Tutto d'un tratto voglio stare solo, non voglio avere conversazioni, relazioni, non voglio fare niente.

Mi irrita tutto, mi annoia tutto, talmente tanto che mi sento soffocare.

Voglio solo la mia stanza. E me stesso, che odio.

Sono anche stufo di vedere costantemente terapisti o medici, ma che in fin dei conti stanno vedendo dei miglioramenti, e mi sento sollevato, anche se io non lo noto affatto.

Sono sempre in guerra con me stesso, e questa guerra pare non finisca mai.

Non è un bipolarismo normale, come quello con cui a tutti piace scherzare, vorrei fosse uno scherzo anche per me, ma anche le medicine che sono sempre tenuto a prendere senza mai dimenticarmene mi ricordano che questo è tutto tranne che uno scherzo.

L'unica persona di cui mi fido è sempre stata solo una, Violet.

Lei è l'unica persona che non si è mai tirata indietro dal frequentare una persona con un disturbo diagnosticato, perché si, quando è tutto più ufficiale, è tutto anche più serio e gli altri hanno quasi paura.

Fortunatamente questo è l'ultimo anno di college, e finalmente dopo non dovrò vedere tutte quelle persone false e dovermi sempre giustificare.

Non sono tenuto a farlo, ma il pensiero di cosa gli altri potrebbero pensare di me, mi uccide, e purtroppo io devo sembrare perfetto agli occhi di tutti, soprattutto da quando il mio bipolarismo è in realtà un grosso problema che a nessuno sfugge.

Vivo con I miei genitori, anche se mi posso reputare molto indipendente da loro.

Si sentono meglio sapendo che io sto bene, motivo per il quale ancora non sono riuscito a vivere da solo.

Suppongo che se il tutto fosse stato solo un tratto del mio carattere, e non qualcosa di diagnosticato, adesso sarei già più che libero. Avrebbero tutti pensato: "Harry è così, è solo fatto così.".

Il motivo per cui io non piaccia a nessuno in realtà non lo capisco... Cosa ho fatto, a tal punto, da essere odiato?

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