Stavo sul letto, da sola, con mio fratello che continuava a rompere le scatole ogni tre secondi.
Ma che hai fatto alla faccia?"Mia madre.
"È-" interrompo Austin "-sono cascata mentre stavo facendo palestra." E rido.
"Eh si, infatti."Austin appoggiandomi.
"Stai più attenta, sei tutta rossa."lei.
"Si, lo so. Chiamami quando il pranzo è pronto."io salendo le scale.
"Potresti anche aiutarla, tua madre, invece di salire subito in camera tua e attaccarti al telefono." George.
"È cascata e ha sbattuto, almeno per oggi lasciala in pace."Austin team. 1-0 George.
"Allora aiutala tu.."George.
"Ma lasciali in pace, non ho bisogno di aiuto."nostra madre.
Lui sospira e va a fumarsi una sigaretta.
Saliamo di sopra e davanti alla mia porta, mio fratello mi dice:"Dato che sei un cerottino, se hai bisogno, solo per oggi," enfatizzando "chiamami."lui sorridendomi.
"Va bene."io entrando dentro.>>
Ribussano alla porta.
"Entra Austin."io urlando.
Lui entra tutto sorridente.
"Che c'è?"io ridendo.
"È vero che mi fai i compiti di matematica?"a trentadue denti.
"Ma scusa, non ero io quella che se nel casso avesse avuto bisogno, ti avrei chiamato? Che ci guadagno?"io.
"Un abbracio."lui.
"Pft. Declino l'offerta e vado avanti."io.
"Basta, mi licenzio."lui andandosene.
"Austin!!!"urlo.
Non mi va di alzarmi dal letto per andare nella sua stanza.
"Non sono più il tuo schiavo!"urla in cambio.
"Mi porti delle patatine?"io.
"Noneee!"urla.
"Ti faccio matematica se me le porti."io.
"Tre secondi."lui.
Dopo un po' torna con tutto quanto.
"Rimani qui."io.
"Ma io volevo vedere la Tv."lui quasi lamentandosi.
"E veditela qui."io.
"Cos'è? Ti è venuto l'amore fraterno?"lui"Ti manco così tanto?"lui.
"Troppo."io sarcastica.
"E va bene, rimango." Distendendosi comodamente lungo tutto il letto, quasi facendomi cascare da esso.
"Grazie."io dandogli una cuscinata.
"Prego."lui cordialmente.
Tiro un sopiro e mi vado ad accomodare alla scrivania.
Matematica è l'unica materia che riesco a capire, forse perché è meccanica e quindi non c'è bisogno di molto ragionamento.
"Hai finito?"lui.
"Non ho neanche iniziato."io spalancandp gli occhi.
Lui mi fissa, poi"...pensavo fossi più veloce."lui.
"Non sono un matematico. Abbi pazienza."io prendendo una patatina.
*dopo mezz'ora*
"Ecco, ho finito, ma tre non mi sono venute."io porgendogli il quaderno.
"Non fa niente, grazie."lui.
"Prego. Ora se devi rimanere, fatti un po' più in là, sta iniziando The Vampire Diaries e devo vedere cosa fa Elena dopo la morte di Damon."io spingendolo.
"Ma non poteva morire Stefan?"Austin non capendo.
"No!Non deve morire nessuno in generale." Io luquidandolo.
Stavamo guardando la puntata, con mio fratello che mi faceva domande su domande perché secondo lui TVD ha troppi inciuci.
"Se tu te lo fossi guardato dall'inizio, avresti capito qualcosa."io alzando il volume.
"Hanno suonato alla porta."Austin alzandosi.
"Bravo schiavo, vai a vedere chi c'è."io.
Presi il pacchetto di patatine che avevo poggiato sul comodino ed inizio nuovamente a sgranocchiarne qualcuna.
Elena è a pezzi senza Damon.
L'ho sempre pensato che lei stesse meglio con Damon che con Stefan.
La cosa che più mi piace di Damon è il fatto che lui ama Elena, ma lo dimostra senza esagerare, ci tiene molto a lei, ma non lo da a vedere, se una cosa gli desse fastidio se la terrebbe per se.
Mi fermo dal pensare a TVD perché non so chi è arrivato, e tra l'altro Austin neanche è salito..
Poso le patatine e scendo di sotto.
Quasi ho un risentimento, mi fermo davanti allo specchio della mia stanza e mi accorgo di essere in pigiama, ma poi penso al fatto che questa sia casa mia, quindi scendo così come sono.
Di sotto ci sono Austin e Harry che parlano.
Non pensavo fosse lui, come ha fatto a venire qui senza che i genitori lo sapessero...lo sanno?
Quando mi vide, si alzò e mi fissò, con le mani in tasca e la bocca quasi aperta.
Si passa una mano fra i capelli e nel frattempo mio fratello mi fa segno che se ne va in cucina.
Io mi avvicino e lui inizia a parlare a raffica:"Scusa!Scusami veramente...so che non avrei dovuto, ma non l'ho fatto apposta.
Non avrei dovuto colpirti neanche per scherzo e ti chiedo scusa.
Non avrei dovuto colpire neanche Liam, ma è stato più forte di me.." stava avendo letteralmente una crisi di panico.
Era agitato e parlava velocissimo, gesticolando e non sapeva come tirarsene fuori.
Io la abbraccio così di punto in bianco, avvolgo le braccia intorno al suo collo e lo smuovo leggermente.
"Non farti tutti questi problemi. Non è successo niente."io.
Lui ricambia l'abbraccio.
Ci stacchiamo e saliamo di sopra.
Quando arriviano in camera mia..
"Senti, volevo dirti una cosa.."lui passandosi una mano sul collo.
"Dimmi." E nel frattempo gli offro delle patatine.
"No grazie; comunque..cioè..so che stai con Liam, però io non riesco a togliermi dalla mente quando ci siamo baciati."