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V I O L E T.

Dopo aver perso un po' di anni di vita, per la mossa azzardata del mio "migliore amico" entrai in classe, per proseguire le lezioni.

Mi aspettavano due lunghissime ore di storia e filosofia, con un professore che farebbe di tutto pur di non far lezione, ecco perché la maggior parte delle volte, quando ho una lezione con lui, preferisco saltarla, è solo una perdita di tempo, ed io vorrei dormire.

Finalmente sto per tornare a casa, aspetto mio fratello al cancello della scuola, ma come al solito arriva in ritardo.

E anche oggi non ho fatto le ultime due ore, quest'oggi il professore si è mangiato una fetta di torta rubata da una classe in cui si festeggiava un compleanno. Ha anche detto "Dammi una fetta di torta, stronzo." ad un alunno che aveva fatto la stessa cosa, che, precedentemente, ha fatto il professore. 

Tutta la classe non ha fatto altro che ridere tutto il tempo, e quindi anche oggi, niente Neoplatonismo.

Finalmente, vedo la figura slanciata di mio fratello venire verso di me, con il suo casco in mano, insieme alle chiavi della moto.

"E' da tanto che aspetti?" Mi chiede, continuando a camminare, ed io lo affiancai.

"Non ci ho fatto caso, ero assolta nei miei pensieri." camminando.

"A quale dei due?" Austin, con un sorrisino sulla faccia.

"Veramente, al mio professore di storia e filosofia." Io dandogli una zainata sul braccio.

"Mh, non ti credo." Lui facendo una smorfia.

"Ti dico di si." Io, decisa.

"Sali." Lui, una volta accesa la moto.

"Ringrazia il caldo, sennò non salivo sulla tua moto, adesso come adesso." gesticolando con l'indice.

"Mamma mia, oh, acida come sempre."

"Senti, mi stai sulle palle." Io salendo sulla moto. Ovviamente stavo scherzando, e sicuramente anche lui.

Ormai il nostro modo di scherzare è questo.

Una volta a casa, stavo letteralmente morendo di fame. Chissà mammina cosa avrà cucinato..(?)


"Ciao." io e Austin, generalmente.

"Oh, ciao!" Nostra madre, e basta. George stava come al solito, fuori, sul balconcino della cucina. Ci aveva sentiti chiaramente, ma anche oggi gli girano le palle. Come mai, mia madre sta ancora con quello?

Bene, non risponde, io non rispondo, qualsiasi cosa dica.

Alzo gli occhi al cielo, pregando me stessa di no rispondere male da questo momento in poi.

Austin mi segue, su per le scale, per poi dividerci ognuno nella sua stanza.

Una volta posato lo zaino, mi cambio e decido di scendere giù ad aiutare mamma, in modo che quell'idiota si stia zitto, più di quanto lo sia stato quando siamo entrati in casa io e Austin.

Non ho più parole per questo energumeno.

"Ti serve una mano?" Chiedo a mia madre non appena la raggiungo.

"Si, taglia i pomodorini a fette abbastanza fin, poi anche la mozzarella."

"Buono." Pensando alla caprese.

Lei sorride.

"Austin che ha deciso di fare?" George buttando la sigaretta nel cestino.

"Non lo so." Mia mamma facendo spallucce. 

Model |h.s|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora