Sbatto con forza la porta di casa e già mi aspetto le urla di mia madre, che tuttavia non arrivano. Strano.
Mi avvicino al tavolo del soggiorno e trovo un foglietto:"Sono al supermercato :)
-Mamma"Meglio così, non sono in vena di parlare con nessuno al momento.
Vado velocemente in camera mia e prendo Il piccolo principe, intenzionata a rileggerlo per la milionesima volta.Questo libro mi ha accompagnata per tutta la vita. Fin da quando avevo un anno i miei genitori me lo leggevano ogni sera per farmi addormentare. Sono andati avanti così per tutti gli anni dell'asilo fino a quando alle elementari, non appena imparai a leggere, lo presi e mi misi a leggerlo per conto mio. Da quel giorno, ogni volta che sono triste o semplicemente ho voglia di staccare dal resto del mondo, mi chiudo in camera ed entro nelle pagine di quella storia che mi ha sempre emozionata.
Oggi direi che ne ho proprio bisogno.
Sfoglio svogliatamente le pagine ingiallite dagli anni senza nemmeno leggerle. È come se le mie dita si stiano muovendo da sole.
Quando arrivo alla frase che ho evidenziato anni fa, mi fermo.
Leggo più volte quelle poche parole, riflettendo. Per tanti anni mi ero sempre trovata d'accordo, ora comincio ad avere dei dubbi.L'essenziale è invisibile agli occhi.
Questa frase è uno dei motivi principali per cui la storia del piccolo principe mi affascina così tanto.
Ho sempre pensato di dover trovare il mio essenziale, che quello che avevo, e che sapevo di avere, non bastasse. Quando ho conosciuto Neal, ho pensato inconsciamente che fosse lui, e forse un po' continuo a pensarlo; so che è stupido, d'altronde siamo adolescenti e sappiamo tutti che alla nostra età le relazioni non durano; però con Neal ero felice.
È stato il mio primo ragazzo, e sono sicura che se Jones non avesse fatto la spia, saremmo rimasti insieme ancora per un bel po' di tempo.Neal mi faceva stare bene, ed è ironico pensarlo adesso mentre sto male a causa sua.
Era il mio essenziale ed era lì davanti a me, lo vedevo, non era invisibile. Questo significa che la mia visione della vita, in base a quella frase, forse è sempre stata sbagliata.
Chiudo il libro con uno scatto e vado nel bagno.
Osservo la mia immagine nello specchio: ho gli occhi rossi e gonfi e la coda che ho fatto stamattina si è rovinata. La sciolgo mentre prendo qualche respiro profondo.All'improvviso i miei pensieri tornano a Killian, al fatto che, nonostante mi avesse promesso il contrario, ha detto tutto a Neal. Una domanda mi sorge spontanea: perchè lo ha fatto?
Pensavo che ormai potessimo definirci amici, ma gli amici non si pugnalano alle spalle, e lui lo ha fatto.Neanche a farlo apposta, quando controllo le notifiche sul cellulare noto dei messaggi e delle chiamate perse da parte sua. Leggo i messaggi: in tutti mi chiede scusa e mi implora di dargli l'opportunità di spiegarmi perchè l'ha fatto. Mentre leggo mi arriva un'altra chiamata; non rispondo, non voglio parlargli. Non mi sento neanche più arrabbiata, sono più... delusa.
D'altra parte, forse, è solo colpa mia. Forse Neal ha ragione, avrei dovuto dirgli tutto ed essere sincera. Però poteva anche provare a mettersi nei miei panni, ecco.
Mi sta venendo mal di testa, quindi decido di fare un bagno caldo per rilassarmi. Dopo faccio i compiti e poi, senza cenare, vado a dormire.
~il giorno dopo~
Il mal di testa non è passato, per fortuna oggi non ho verifiche o interrogazioni.
《Oggi salto l'allenamento, non sto bene.》 Dico a Regina, mentre prendo un caffè al distributore.
Lei mi guarda interrogativa. 《Che hai?》
《Mal di testa.》
《Anche ieri mi hai scritto che lo avevi, sicura di non avere la febbre?》 Chiede preoccupata.
Non le ho ancora detto di Neal, aspetto di farlo in classe con anche August.
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L'essenziale è invisibile agli occhi ~Capitan Swan~
RandomEmma non poteva immaginare che da quel pomeriggio in cui aveva ascoltato e consolato Killian, il suo acerrimo nemico, tutto sarebbe cambiato. "Mi fissa, ma con uno sguardo diverso dal solito. Guardo meglio i suoi occhi; non mi ero mai accorta di qua...