Capitolo 31- Boston-New York

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Killian's pov

E dopo lo shock, arriva la rabbia.

Se già non volevo trasferirmi rimanendo a Boston, di cambiare stato non ci penso proprio.

Ma poi quando pensavano di parlarmene? Insomma, se stanno già cercando la casa, significa che hanno già deciso.

Ma soprattutto, la domanda più importante è: perchè?
Perchè vogliono andarsene a New York? Perchè vogliono lasciare Boston? Sono nato e cresciuto qui, sto per finire la scuola qui, e dopo il liceo volevo andare ad Harvard, che si trova qui. Ho i miei amici, ho Emma, ho Liam qui. I miei genitori hanno degli ottimi lavori qui. Possibile che non ci abbiano pensato?

Guardo l'ora: le 16.30. Sbuffo. Mancano ancora almeno tre ore prima che i miei tornino a casa.
Decido, per cercare di calmarmi, di andare nell'unico posto in grado di tranquillizzarmi: il porto.

Mentre cammino per strada, sento una voce alle mie spalle e mi pento di non aver preso gli auricolari.
《E così tu ed Emma state insieme.》 Dice Neal, venendomi incontro mentre mi giro e lo fronteggio. 《Si, e quindi? A te che importa?》
《Si, in effetti non dovrebbe importarmi,》 Ribatte con una finta espressione pensierosa 《d'altronde sono stato io a lasciarla, non è vero?》

Vorrei rispondere "meglio per me", ma mi trattengo per vedere dove vuole andare a parare.

《Ma se l'ho fatto,》 Riprende 《è solo a causa tua. Perchè l'hai baciata perchè stava con me.》
Faccio spallucce. 《L'hai appena detto, è stata colpa mia. Non sua. Potevi scegliere di passarci sopra, invece l'hai lasciata. E adesso sta con me. Hai perso la tua occasione, mi dispiace.》 Ma in realtà non mi dispiace affatto.

《In ogni caso, hai dimostrato che avevo ragione. Emma ti è sempre piaciuta, ci provavi con lei mentre stava con me.》
《Ma se fino a tre mesi fa ci odiavamo!》 Sbotto, già spazientito 《E poi non ci proverei mai con una ragazza fidanzata, è contro il mio codice d'onore. In effetti, adesso che ci penso, forse dovrei ringraziarti, se non avessi lasciato Emma non credo che avrei iniziato a provare qualcosa per lei.》

Quando vedo che sta per ribattere, lo interrompo:《Basta. Non ho intenzione di continuare questa discussione. Lasciami in pace.》

Detto ciò mi volto e me ne vado. Arrivato al porto mi lascio andare su una panchina e mi metto a guardare il mare e tutte le barche attraccate.

Mi ha sempre rilassato venire al porto; ogni volta che mi si presentava un problema e non sapevo come affrontarlo, mi bastava venire qui anche solo per mezz'ora e, solamente guardando il mare, riuscivo a svuotare la mente per quella mezz'ora e tornare a casa un po' più sereno.

Oggi però, per quanto mi sforzi di concentrarmi unicamente sulla distesa d'acqua davanti a me e sui rumori circostanti, la mia mente non si svuota; il pensiero del mio imminente trasloco mi tormenta, e non accenna ad andarsene.

Mi ritrovo a chiedermi cosa abbia portato i miei a fare questa scelta; insomma, non decidi di cambiare stato alla leggera. Dev'esserci un buon motivo dietro. E non riesco a capire quale sia il motivo dei miei.

L'arrivo di una notifica mi risveglia dai miei pensieri. Controllo da chi arriva: Emma.
"Finito l'allenamento, tu che fai?"
Penso al fatto che dovrò trasferirmi.

All'improvviso sento una fitta allo stomaco. Come reagirà Emma?

🏡🏡🏡

Due ore dopo, durante le quali non ho fatto altro che guardare il mare e ripensare a tutte le domande che devo fare ai miei fino a farmi venire mal di testa, torno a casa.

La mia prima meta è il bagno, dove prendo un'aspirina, per poi spostarmi in cucina e buttarla giù con un bicchiere d'acqua, nella speranza di alleviare il dolore.

L'essenziale è invisibile agli occhi ~Capitan Swan~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora