The Dreamwalker (P.Jm)- Parte 1

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Prologo

Seoul all'alba è una delle cose più belle che possa vedere, il sole che sale e illumina tutto e io... mi dovevo addormentare tre ore fa. Non l'ho fatto, non avevo voglia di chiudere gli occhi, dormire e stare male, ancora.

- Non vieni con noi in agenzia?- la voce di Taehyung al telefono mi fa sussultare, mi ero di nuovo perso nei miei pensieri.

- No. Prendo la metro.- mi alzo e infilo felpa e pantaloni della tuta. Prendo gli orecchini e li caccio nella borsa. Prenderò un caffè alla caffetteria di Hybe.

- Sei sicuro? Hyung ha detto che passa da te.- ripete Tae, con la voce baritonale, sembra preoccupato.

- Sì, camminare... Mi piace.- metto gli auricolari ed esco di casa. - Poi non mi riconoscono.-

Non è vero l'altro giorno una fan si è accorta di me, gli ho fatto segno di stare zitta, lei ha annuito ed è scesa alla fermata successiva della metro.

Prendo sempre la stessa linea, da Hangangjin verso Samgakji, esco, faccio due passi e sono in sede, forse più di due. L'aria fredda mi piace sul mio volto. Mi aiuta a raccogliere i pensieri e a trovare nuove ispirazioni.

Lo psicologo ha detto " Pensa a poche cose per volta e ordinale." e lo sto facendo.

- Come vuoi Jimin-ah.- sospira Tae e chiudiamo la chiamata.

Alzo il volume della musica ed entro in metro.

La stazione è affollata, alzo il cappuccio della felpa e mi dirigo verso la fermata, è a dieci minuti da casa mia. Perdermi in mezzo alla folla mi aiuta a sentirmi come tutti gli altri. NESSUNO. .

Non so da quanto ho iniziato a prendere la metro. Forse da quando... no, non ci voglio pensare.

"Stupido ragazzo idiota che non sei altro, lei non esiste."

Eppure ho questo stupidissimo istinto a tornare qui e ci spero. Spero con tutto il cuore di vederti, anche se lo nego con tutte le mie forze e continuo a ripetermi che sono una serie di stupidissimi sogni. E i sogni nella realtà non si avverano se non con il duro lavoro e la costanza come ho fatto io con il ballo, ma sognare un'altra persona che non ho mai visto, sentirne il profumo e percepire il suo respiro, quello è tutta un'altra cosa: tutta immaginazione.

Non credo nel Destino eppure continuo a venire dove tutto è iniziato. Dove ho sognato tutto la prima volta. Dove ho sognato te la prima volta.

Il treno si ferma, chiudo il mio taccuino e lo rimetto in borsa e attendo in fila che le porte si aprano, alzo la testa per entrare e tutto si ferma perché TI VEDO.

Il mio cuore inizia a rombare talmente forte che la musica nelle mie orecchie si annulla. Sei in piedi, davanti a me, che parli con la tua amica.

Proprio lì di fronte a me.

Le porte si sono aperte e mi sei passata di fianco. Ho riconosciuto il tuo profumo, che in realtà non ho mai sentito se non nei sogni, ma sono sicuro che TU sia "LEI".

Non sono in un sogno, vero? Mi pianto le unghie nei palmi per essere sicuro e mi fanno male, sento il dolore che si propaga per il braccio.

Io.. io ti sogno abbastanza spesso da potermi ricordare come sei fatta, il tuo colore di capelli e la forma dei tuoi occhi. Ti ho riconosciuta perché molte volte, quando ti vedo nel mondo dei miei sogni, sei timida e spaventata e non riesco mai nemmeno ad abbracciarti. Altre volte invece ti bacio e ti tocco e tu non sei poi così timida. Mi diverte la tua dualità.

Ti ho riconosciuta adesso perchè ho capito che sei tu quella che mi chiede di non confessarle il mio amore seduti su una panchina di un parco anonimo alle quattro del mattino, oppure nelle stanze dello "Spirito e del Tempo", che non sono né mie, né tue. La tua voce è quella, è impossibile che non la riconosca.

Ti supero e mi sono giro a guardarti per due infiniti secondi. Le porte si stanno chiudendo e continuo a fissarti incredulo, le mie dita formicolano e il mio stomaco sussulta. Vorrei urlare il tuo nome ma non posso, ho paura di sbagliarmi e mi riconoscerebbero. Vorrei bloccarti per chiederti se sei tu. Perchè io... Ho visto la mia vita con te in questi fottutissimi due secondi.

In ventisei anni non è mai successo nulla del genere, eppure ti ho vista alla fermata della metro, ragazza dei sogni.

Proprio adesso, in carne e ossa. La tua amica ti prende a gomitate e ti giri verso di lei con le sopracciglia aggrottate, proprio con lo stesso piglio con cui ti arrabbi con me quando ci vediamo, lei ti dice qualcosa e sgrani gli occhi.

Vorrei tanto dirti che proprio ora che ho visto, Noi, insieme. La nostra vita e come sarebbe stata. e, nonostante non ti conosca per nulla se non in quel limbo che viviamo una notte ogni tanto, vorrei condividere con te tutto quello che faccio, dico, penso e sogno ogni giorno della mia vita.

Il treno sta partendo e ti perdo di vista, incastrato in mezzo alle altre persone, con l'ansia di averti perso per sempre.

Sono uscito alla stazione successiva, Itaewon, e sono salito di corsa verso l'uscita, scansando alcune persone e sbattendo contro altre. Non sono nemmeno sicuro se ti sei realmente accorta di me in quei due secondi ma spero di sì.

Sto correndo più veloce che posso per raggiungere l'uscita della metro prima, per vedere se sei fuori da quella ad aspettarmi. Il mio cuore mi scoppia nel petto, per l'ansia che mi sta salendo e per la paura che sia tutto, di nuovo uno stupidissimo sogno ad occhi aperti, ma non ti trovo e un vuoto inizia a scavarmi il petto.

"Jimin sei un illuso e un coglione." 

Sto ringhiando di rabbia, con le lacrime di nervosismo che iniziano a scendermi sulle guance, perchè ti ho persa, "ragazza dei sogni".

Spero di sognarti almeno per una volta, perchè vorrei riuscire a toccarti, baciarti e, soprattutto, dirti che ti amo nel mondo reale.

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Angolo Autrice

Saranno capitoli brevissimi, come avete potuto leggere dal prologo.

E' successo per caso una sera, stavo parlando di sogni e un Jimin nella mia testa è entrato e mi ha raccontato una storia breve ma intensa, iniziava con questa prologo che mi ha fatto piangere in modo osceno, letteralmente osceno mentre lo scrivevo.

Spero vi piaccia e siate interessati ad andare avanti nella lettura. Come sempre lasciate stelline e commenti.

Borahae.

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