Mi ricordo la prima volta che ti ho vista, ragazza dei sogni...
Sto correndo per andare in agenzia, non sono mai in ritardo ma la sveglia non è suonata stamattina. Sono già le dieci e in dormitorio non c'era nessuno. Gli altri non mi hanno svegliato, eppure sono in ritardo, troppo anche per essere io. Si sono dimenticati di me.
Mi passo una mano nei capelli, nervoso, infilandomi nella metro con il cappellino e la mascherina che mi coprono tutto a parte gli occhi. Almeno raggiungerò Hybe il più in fretta possibile.
Controllo il cellulare ma nessuno mi ha chiamato, nemmeno il mio manager e m'innervosisco talmente tanto che darei fuoco a tutto. Si sono dimenticati di me... veramente.
- Come hanno fatto a dimenticarmi?!- dico in tono irritato ed entro nella metro, seguendo la folla intorno a me e... non è la metro.
E' una stanza tutta bianca con al centro un tavolo e delle sedie. Improvvisamente cambia ora assomiglia tantissimo a quella del dormitorio, anzi è la cucina del dormitorio, il primo quello dove è inziato tutto, solo che seduto lì si trova un buffissimo omino, molto più basso di me per mia gioia. Mi avvicino e l'omino indica un posto con la mano su cui mi siedo senza che lui nemmeno mi guardi.
- Dove... dove sono?- chiedo, guardandomi intorno spaesato, è il dormitorio ma non lo è.
Dovevo prendere una metro e invece sono qui con davanti questo ometto con un buffo papillon bianco, che consulta un sacco di fogli. In uno c'è la foto di una ragazza occidentale, bionda, con una spessa montatura di occhiali neri. L'ometto prende alcuni fogli, li ordina e li ripone in un faldone che poi infila dentro un cassetto. Non c'è mai stato un cassetto sotto il tavolo basso del dormitorio.
Sta canticchiando allegro ma non alza lo sguardo e non mi guarda. Mi fa ridere quell'omino strano, mi diverte un sacco, è buffo. Scoppio a ridere davvero, senza riuscire a trattenermi. L'omino si alza a guardarmi, come se si accorgesse solo in quel momento della mia esistenza.
- Park Jimin... cosa ci fai qui?- chiede con aria perplessa, lo guardo e sembra sorpreso.
No aspetta! Ferma tutto! Come fa a conoscere il mio nome?
L'omino riprende il faldone che aveva appena riposto nel cassetto, lo controlla e borbotta qualcosa di brusco in una lingua che non conosco. Provo a chiedergli qualcosa, lui fa segno di aspettare e continua a scorrere le pagine.
- Oh... no... no... Non dovresti essere qui. Tu non hai ancora finito.- la sua voce diventa stridula, e continua a scorrere le pagine.
- Cosa non ho finito?- chiedo curioso e sempre più accigliato. L'omino alza di nuovo la testa e mi guarda scuotendola.
- Tu non hai finito di... ah! Lascia perdere. Ora, Park Jimin, rimettiamo le cose a posto e nel loro ordine. - mi guarda serio e mi indica la porta. - Tu prendi quella porta ed esci da qui immediatamente. Questo non è il tuo posto, non è il momento e non vi siete ancora incontrati.- si avvicina e mi afferra per un braccio.
Mi solleva, è più forte di quanto pensassi, è più alto di quanto pensassi, ha gli occhi rossi come le fiamme dell'inferno, mi fa paura. Sembra vecchissimo e anche giovanissimo allo stesso tempo.
- Io... cosa? Non capisco cosa dovrei fare? Chi dovrei incontrare? Chi sei tu?- non capisco, Non ci sto capendo un accidente, ma l'uomo mi ha già sbattuto fuori.
Mi sveglio di soprassalto e mi ritrovo di nuovo dentro la metro, è pieno di gente. Mi devo essere addormentato, sono quasi a Samgakji.
Il telefono squilla nella mia tasca e lo recupero, controllando lo schermo.
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The Dreamwalker e altri racconti
FanficAvete mai fatto un sogno così reale da sembrare vero? Così reale che vi sembra di conoscere la persona davanti a voi? Se il destino, nei panni di un buffo omino, s'intromettesse, nei vostri sogni, indicandovi la via da prendere? Cosa fareste? Lo seg...