EpilogoSono in una sala d'aspetto, sembra di essere dal dottore. Non mi ricordo di esserci entrato e non mi ricordo, nemmeno, da quanto tempo sto aspettando. Ho un completo grigio e le mie mani non sono più vecchie e rugose, sono di nuovo lisce e morbide, la pelle ha un colore dorato e non è piena di macchie.
Allargo il colletto della camicia e allento la cravatta, mi alzo e inizio a camminare avanti e indietro. Odio aspettare, non l'ho mai sopportato.
In fondo c'è una reception dove c'è una donna bionda con un completo gessato nero e un grande papillon bianco.
Sul desk appare una scritta argentata "Samsara & Co."
Mi avvicino deciso per chiederle cos'è questo posto e soprattutto: dove sono.
C'è gente che entra ed esce dalle porte a lato alla sala d'attesa.
Sembra l'ospedale dove mio nipote mi ha portato l'altro giorno, ma ho dei ricordi vaghi di quello che era successo. Mi ero lamentato di avere un mal di testa e poi il nulla.
- Signor Kim l'aspettavamo, è in orario.- la Signorina mi sorride.
Come fa a sapere chi sono.
- Eh?- mi blocco stupito, la mia voce è diversa da quella che avevo due giorni, è più giovane.
- Lei è il Signor Kim Taehyung, nato a Daegu il 30 dicembre del 1995 giusto?- chiede e tira fuori una cartellina.
C'è la mia foto da giovane, quella di un ragazzino di 15 anni che non sa nulla della vita e sta per accompagnare un amico a un provino. Annuisco.
Cosa ci fa quella Signorina con un fascicolo su di me e come fa sapere tutte queste cose. In che posto mi trovo?
- Sì sono io. Dove sono?- la ragazza non mi risponde, fa un sorriso compiaciuto e prende il fascicolo al petto. Non capisco.
- Venga con me. Le spiegherà tutto il mio responsabile, Akash.- esce dal front office, mi fa strada in una delle porte color mogano e mi fa entrare.
E' un salone immenso, vintage, ricorda tantissimo le sale da ballo dei primi del novecento.
Un enorme lampadario di cristallo si staglia al centro della sala e sotto sulla pista da ballo si trova una scrivania di mogano con dietro un omino.
L'ho già visto, ogni tanto, nei miei sogni, parlavamo ore e ore di qualunque cosa e avevano discussioni accese. Sembra assurdo dirlo ma lui, l'omino dei sogni, mi ha aiutato quando Viviana sparì nel nulla. Mi disse di sopravvivere finchè potevo perché dovevo essere ancora più grandioso e l'ho fatto.
Sta scrivendo qualcosa ed è talmente preso che credo non ci abbia nemmeno sentito entrare.
-Signore.- lo richiama la signorina. Lui alza la testa e mi sorride.
-Sì... sì. Grazie Astrid. Ti richiamo quando abbiamo finito.- le prende il fascicolo dalle mani e la signorina esce chiudendosi la porta alle spalle.
- Allora Taehyung come va?- mi chiede aprendo il fascicolo.
- Come va? Non lo so. Bene! Credo che vada bene. I miei figli stanno bene, i miei nipoti stanno bene ed è questa la cosa importante. Non mi posso lamentare di nulla.- annuisco e mi giro a guardare la stanza intorno a me e vedo il mio riflesso.
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The Dreamwalker e altri racconti
FanficAvete mai fatto un sogno così reale da sembrare vero? Così reale che vi sembra di conoscere la persona davanti a voi? Se il destino, nei panni di un buffo omino, s'intromettesse, nei vostri sogni, indicandovi la via da prendere? Cosa fareste? Lo seg...