Just Dance (J.Hs) - Parte 1

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Prologo


Mi chiamo Jung Hoseok e ho 28 anni, 29 per la Corea, sono nato il 18 febbraio 1994. Insegno letteratura coreana in una scuola superiore in un piccolo paesino vicino a Gwangju, la mia città natale, la stessa dove mio padre la insegnava prima di me.

Sono una persona normale, con delle abitudini normali e non ho delle gran frequentazioni o dei gran giri di amicizie.

Sono sempre le stesse da quando praticamente sono nato, sempre gli stessi ragazzi sempre dello stesso quartiere, tutti sposati o fidanzati con le stesse ragazze del liceo o con le Noona a cui facevano il filo da quando erano adolescenti.

Tirando le somme a quasi 30 anni sono la classica persona monotona e normale che vuole proseguire la sua vita in tranquillità, senza rotture, con la sua routine che non viene mai spezzata, mi sveglio, faccio colazione, mi lavo, mi vesto, faccio lezione, rido con gli studenti, scherzo con gli altri insegnanti e torno a casa. Esco con i miei amici e bevo e torno a casa ubriaco, per svegliarmi la mattina successiva con la stessa routine del giorno prima.

Lo ammetto è una vita piatta ma non mi dispiace, mi piace avere il mio spazio nel mio mondo.

Avevo una passione da piccolo ed era ballare, da adolescente ero iscritto nei vari gruppi di ballo della scuola e su suggerimento di uno dei coreografi avevo deciso di fare alcuni provini per diventare Idol.

Mi presero in alcune agenzie ma quella con cui iniziai fu la Big Hit. Ora è un colosso mondiale con il nome di Hybe, alcuni mesi dopo l'inizio della mia carriera mi rimandarono a casa, mi ero distrutto un ginocchio incimpando su un altro Trainee. Credo che si chiamasse Namjoon, aveva la mia età. Sì... Namjoon era il suo nome ora è il leader.

Sono tornato a casa e alla mia vita.

Dopo l'università ho svolto il periodo di leva e ora mi ritrovo, da quattro anni, a fare l'insegnante in una scuola privata.

Sono soddisfatto di me stesso? Sì e no.

La mia vita poteva essere diversa se non fossi inciampato ma non ne faccio una colpa a quel ragazzo, avevo sbagliato anch'io posizione e quindi alla fin dei conti: è stato un errore mio.


E' luglio, è caldo e sono finiti gli esami estivi, ho un mese di dolce far nulla prima che si ricominci con la solita routine, andrò da mia sorella credo e mi riposerò a casa sua.

Lontano da mia madre che mi assilla per trovare una fidanzata o una moglie. Non ho voglia di sentire quella donna che, tra l'altro, amo tantissimo, mi dice: "E' ora che ti trovi qualcuno per riempire i tuoi vuoti esistenziali."

Che poi... non ho vuoti esistenziali, mi piace solo stare come sto ora, senza rotture o donne che mi dicano cosa o come fare qualunque cosa.

Sento suonare alla porta e salto dallo spavento, sono intento a preparare le valigie canticchiando la Playlist di Spotify che ho caricato per l'occasione, ho una Playlist per ogni occasione: dalla doccia, ai viaggi in macchina a quando faccio shopping per i piccoli negozietti low cost di Gwangju.

Controllo l'orario e impreco ad alta voce quando noto che sono già le 22.30.

Chi può essere che mi rompe il cazzo a quest'ora la notte prima della partenza per le vacanze?

Mi avviò alla porta, la persona che è dall'altra parte continua a far squillare quel maledetto campanello senza sosta e io mi sto innervosendo sempre di più, e mi dà fastidio che i vicini sentano quello che faccio.

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