Capitolo 1

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«Dovevate essere davvero così spietata moglie, anche quella è mia figlia, ve ne siete forse dimenticata?»

«Figlia? Da quando la riconosci come tua? Non eri forse tu a dire che era solo la figlia di una serva e niente di più? E poi l'ho solo punita con trenta frustrate, i figli dei servi sono più coriacei di quelli dei signori, si riprenderà presto.»

«Moglie, non farmi più vedere una cosa come quella di oggi, o perderai tutti i tuoi privilegi, bada a quello che fai.»

L'uomo si alzò da tavola e andò nel suo ufficio a sbrigare alcune pratiche amministrative legate alla gestione del suo maniero.

«Maledetto, come mai all'improvviso si interessa di quella figlia illegittima?» Chiese la donna a se stessa fracassando un vaso costoso a terra.

«Padrona, non amareggiatevi è solo che il padrone è stressato per le questioni a palazzo, come primo ministro deve mantenere un certo decoro e se la figlia illegittima fosse morta per mano vostra ne avrebbe risentita la sua immagine.»

La bambina di otto anni nel frattempo era tra la vita e la morte, trenta frustrate erano troppe per la sua pelle delicata che si era completamente lacerata, una serva l'aveva messa a letto senza badare a pulire le sue ferite che si stavano infettando.

«Quindi è così che il primo ministro Aaron Morgan tratta le sue stesse figlie? O forse questa piccola è particolarmente sfortunata.»

L'uomo si avvicinò alla bambina febbricitante, la sua schiena era un disastro e faceva male al cuore vederla soffrire così.

«Sembra che non ti resti molto da vivere, se nessuno viene a curarti presto morirai.»

«Chi sei?» Chiese la bambina con un filo di voce.

«Puoi sentire la mia voce?» Chiese l'uomo sorpreso.

«Sì, ti sento.» Disse la bambina sforzandosi, con il suo ultimo alito di vita, che se ne stava andando piano, piano.

«Sono uno spirito inquieto. Ho vagato per millenni, ero un potente mago, ma la mia stessa gente si è ribellata contro di me, così spezzai la spada del giuramento e morii nel dolore del tradimento e del rimpianto. Devi sapere che io ero il custode della spada del giuramento, un potente artefatto magico che aveva potere di vita e di morte su tutto il popolo, avevo giurato sulla spada di proteggere il mio popolo ma questo si è ribellato per paura del potere che esercitavo tramite la spada stessa. Spezzai la lama così che il mio giuramento di protezione fosse annullato, e le persone che dovevo proteggere morirono insieme a me colpiti dal colpo di ritorno della magia evocata per distruggere la medesima spada che avrebbe dovuto proteggerli.»

Il respiro della bambina si faceva sempre più lento fino a diventare impercettibile.

«Ho deciso che ti salverò, in più avrai in regalo tutto il mio sapere, non ho mai avuto un erede magico, tu sarai la mia unica. Buona fortuna bambina, non ci rivedremo più, va con la mia benedizione, quella del mago Auberon figlio di nessuno.»

Lo spirito si illuminò di color oro proiettando la luce sul corpo della bambina, quando la luce scomparve insieme all'essenza del vecchio mago, le ferite sulla schiena della piccola iniziarono a rimarginarsi e a guarire senza lasciare cicatrici.

Quando Willow si svegliò era già il giorno dopo la sua punizione, nessuno era venuto a controllarla né a portarle da mangiare, aveva saltato sia il pranzo che la cena.

Affamata la bambina andò in cucina a prendere da mangiare, non le era permesso entrare in sala da pranzo con il resto della famiglia, poteva solo dipendere da quanta pietà avrebbero avuto i cuochi, e di solito non era molto quello che riusciva ad ottenere da loro, pane duro e gli avanzi dei piatti della servitù quando ce ne erano.

«Che cosa fai qui Willow?» Chiese Bert, l'unico cuoco ad essere gentile con lei, ogni tanto quando nessuno vedeva gli lasciava prendere del pane fresco che lui metteva da parte dal suo stesso pasto.

«Ho fame.»

«Willow, la padrona ti ha fatto frustare ieri perché aveva saputo che vieni a mangiare in cucina, ha detto che non ti è permesso venire qui perché inquini i loro pasti con la tua presenza. Mi dispiace piccola ma devi uscire, o finirà per ucciderti la prossima volta.»

La pancia di Willow brontolò rumorosamente proprio in quel momento e il cuoco avrebbe voluto darle qualcosa e mandarla via, ma sentì le voci degli altri arrivare.

«Presto, esci dalla porta di servizio, gli altri cuochi stanno arrivando, se ti trovano qui faranno rapporto alla padrona.»

Willow spaventata fuggì dalla porta di servizio e si ritrovò all'aperto, non era mai uscita dalla sua stanza, l'unico tratto di strada che faceva era quella per arrivare ai bagni dei servi e alla cucina, smarrita e affamata Willow iniziò a vagare in cerca di un modo per ritornare nella sua stanza.

Arrivò davanti ad un giardino maestoso ben curato in ogni dettaglio, con una fontana decorata con statue di pesci, uomini e donne; lì a fianco c'era un ragazzo forse sui dieci anni seduto su di una carrozzina.

Willow spaventata di essere vista si nascose dietro una siepe del giardino, ma lo scricchiolare sulla ghiaia l'aveva fatta scoprire.

LA LAMA SPEZZATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora