La capitale era proprio come ricordava, aveva viaggiato senza fare soste e ora era distrutta dalla fatica, si fermò in una locanda, ma prima ritrasformò il suo sidecar in un bracciale, così che nessuno potesse rubarlo.
Willow avrebbe voluto tanto trovare una stanza in una osteria ma c'erano solo le locande a disposizione, e gli avventori dormivano tutti in una medesima stanza, in quella locanda rimaneva solo una cassa panca libera, la ragazza vi si sdraiò ma prima di addormentarsi mise degli amuleti di difesa, se qualcuno con cattive intenzioni si fosse avvicinato sarebbe rimasto folgorato.
Fu così che quella notte ben sei avventori rimasero inceneriti, il locandiere fu costretto a mandarli in ospedale, mentre Willow dormiva pesantemente senza essersi accorta di nulla.
L'indomani mattina fece una abbondante colazione e buttò via gli amuleti difensivi usati perché scarichi.
Con la sfera in mano iniziò a girare per la città, il volto di un bambino iniziò a prendere forma più si avvicina alla periferia dove viveva la gente più povera, e dove la malavita dilagava.
Willow non aveva voglia di perdere tempo in scaramucce così, ogni volta che un malintenzionato le si avvicinava gli amuleti si occupavano di dargli una bella lezione.
Indisturbata la ragazza continuava la sua ricerca, fino a quando arrivò ad una catapecchia, c'era un uomo ubriaco che stava picchiando con la cinta dei pantaloni un bambino piccolo di circa quattro anni, forse anche meno, era difficile dirlo dato lo stato di denutrizione.
Willow immobilizzò l'uomo che le rivolse epiteti poco lusinghieri.
«Chi è per te questo ragazzo?»
«Mio figlio, se voglio picchiarlo posso farlo, non hai il diritto di interferire.»
«Ho il diritto visto che stai picchiando un mago, la condanna è la morte per il tuo reato, e lo hai fatto anche davanti ad un altro mago.»
«Non sapevo fosse un mago, è solo un bastardo che non vale nulla .» Diceva spaventato l'uomo cercando di difendersi.
«Firma un contratto con me e non ti denuncio, ne ti ammazzo.»
«Che contratto?»
«Un contratto di vendita, voglio il ragazzo.»
«Te lo regalo se vuoi, non vale nulla è solo una bocca di troppo.»
«Lo pagherò, dimmi come ti chiami e come si chiama tuo figlio.»
Willow stipulò un contratto magico di compravendita, l'uomo una volta firmato e preso i soldi non avrebbe mai e poi mai potuto rivendicare il figlio. La ragazza gli diede cinquanta monete d'oro come compenso.
Willow fece comparire il sidecar ritrasformandolo da braccialetto e vi mise sopra il ragazzo svenuto.
Il sidecar viaggiava a grande velocità in direzione del Regno di Anuri, dopo quattro ore di viaggio Willow si fermò, montò una tenda e vi mise il ragazzo facendolo sdraiare sulla pancia poi iniziò a curare le sue ferite.
La pelle del bambino era come un cordone di cicatrici una sopra all'altra, doveva essere stato spesso maltrattato dal padre, era un miracolo che fosse ancora vivo.
Le ferite si rimarginarono grazie agli incantesimi di Willow ma la ragazza non sopportava quelle orribili cicatrici, così mentre il ragazzo dormiva lei uscì per preparare una pomata a base di cera d'api, olio di ricino, centella asiatica e altre erbe e oli. Una volta amalgamato tutto vi lanciò anche un incantesimo di potenziamento, la pomata odorava di menta e lavanda, ma non da disturbare, gli odori erano leggeri e rinfrescanti.
«Sei sveglio?» Chiese Willow vedendo il bambino che si era alzato e si guardava intorno senza capire dove si trovasse.
Il bambino fece di si con la testa, sembrava molto timido e spaventato.
«Non avere paura, da oggi starai con me, tuo padre non ti toccherà più. Togliti i vestiti, ti aiuto a farti un bagno.»
Willow preparò una vasca con dell'acqua calda sapone profumato e ci fece immergere il bambino, con una spugna lo accudiva amorevolmente, come fosse stato suo figlio o il suo fratellino.
L'acqua era molto, sporca e dovette cambiarla tre volte prima di aver riportato il ragazzo ad un colore naturale la sua pelle.
«Ora esci, ti aiuto ad asciugarti.»
Il bambino era molto ubbidiente e di indole buona, e Willow gli si affezionò subito.
Prima di farlo rivestire gli spalmò la pomata appena ottenuta sulle cicatrici, per poterle mandare via del tutto ci sarebbero voluti due mesi, ma poi la sua pelle sarebbe ritornata liscia e setosa.
Willow diede degli abiti da mago al ragazzo da indossare, perché non aveva maglietta e pantaloni, ma solo vestiti da ragazza e da mago.
L'abito si adatto subito al corpo del ragazzo lasciandolo meravigliato.
«Resta qui a riposare, vado a preparare il pranzo per entrambi.»
Willow preparò soprattutto uno sformato di patate con formaggio, una passata di verdure e una minestra di carne tritata e verdure. La ragazza si ricordava di quanto per lei fu difficile riprendere a mangiare, e di quante volte si era sentita male perché aveva mangiato troppo, non voleva che succedesse nemmeno al ragazzo, così preparò dei piatti digeribili e leggeri.
Mentre il ragazzo iniziò a mangiare Willow gli spiegò chi fosse.
«Mi chiamo Willow Marshall e sono la principessa del Regno di Lestidae, tuo padre mi ha detto che ti chiami Malek.»
«Sì sorella maggiore.»
«È un bel nome, significa re o sovrano. Mangia quello che ti va, senza strafare, non voglio che tu ti senta male per aver mangiato troppo. Ricordati di bere, sei molto disidratato.»
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LA LAMA SPEZZATA
FantasyEstratto: Quando il Sommo Mago arrivò a corte tutte le attività furono interrotte per poterlo servire, il primo ministro fu chiamato davanti al re e la sfera con i ricordi di sua figlia scansionati davanti a tutti i dignitari di corte. L'uomo era ro...