Capitolo 18

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Willow dopo il secondo pasticcino era assettata portò la tazza con il tè alla bocca ma non bevve, c'era qualcosa che non andava nella bevanda, all'improvviso tutti svennero, e Willow fece finta anche lei.

Alcuni uomini si introdussero nel maniero e portarono via le figlie del marchese e Willow, lasciando tutti gli altri.

Willow mantenne gli occhi chiusi facendo finta che era addormentata ma in realtà stava ascoltando tutto, i bersagli erano le figlie del marchese, ma essendoci due bambine piccole non sapendo chi fosse chi, rapirono anche Willow.

«Quando arriverà il nostro contatto?»

«Tra dieci minuti. È un peccato che non possiamo godere di queste bellezze, ma lo farà qualcun altro, so che finiranno tutte in un bordello nel Regno di Caelifera.»

«Chi ha fatto arrabbiare il marchese?»

«Il conte di Wright, voleva far sposare suo figlio maggiore alla figlia maggiore del marchese ma la ragazza lo ha rifiutato, il ragazzo sta aspettando al bordello per deflorarla, poi la lascerà lì con le sorelle. Eccoli. Lasciamo la carrozza.»

«Prendiamo la carrozza con il carico, i vostri soldi.»

La carrozza trainata da cavalli ripartì, dentro c'erano solo le ragazze addormentate, Willow si affacciò e lanciò un incantesimo contro i due rapitori che si stavano dividendo il bottino, ad uno fu mozzata la testa e all'altro le gambe.

L'uomo che stava guidando la carrozza non si accorse di nulla, Willow era molto affamata erano passati due giorni e le ragazze non si erano ancora svegliate, nessuno era venuto a vedere come stavano.

Durante una delle soste Willow moltiplicò il pane appena fatto da rapitore e con un incantesimo lo portò dentro la carrozza, ne fece sei cloni perfetti e iniziò mangiare, la notte usciva per espletare i bisogni, il loro custode sembrava troppo sicuro di sé e non si accorse mai che una delle ragazze fosse sveglia.

Il quarto giorno di marcia arrivarono al Regno di Caelifera e alla capitale, la carrozza si fermò davanti al bordello e le ragazze portate dentro.

«Roba di qualità, guarda questa, e tutte vergini.»

«Ho pagato per avere la maggiore, non potete toccarla finche non l'avrò presa io.» Disse un giovane ragazzo.

«Mio figlio ha ragione, potete avere le altre ma la maggiore spetta a lui, oh si stanno svegliando.»

«Ero già sveglia, e tu sei morto.»

La testa del conte e del figlio si staccò dal collo, la stessa fine fecero i tre uomini nella stanza tra cui il cocchiere che le aveva portati lì.

Le donne del bordello vedendo i cadaveri e il sangue fuggirono per chiedere aiuto.

«Sono la guardia cittadina qualificatevi o morite.»

«Sono la principessa Willow Marshall del Regno di Lestiadae, sono stata rapita insieme alle figlie del marchese Clarke Taylor, esigo parlare con un inviato reale e avere spiegazioni per questo atto di aggressione del vostro regno.»

«Stupida ragazzina non esiste nessuna principessa nel regno di Lestiadae. Uccidetela e anche le altre complici.»

Settanta uomini armati della guardia cittadina cercarono di fare irruzione e morirono provando, i cadaveri si ammucchiavano davanti al bordello, furono convocati i maghi di corte e dovettero retrocedere di fronte al loro avversario.

L'assedio durò una settimana, alla fine il re venne a sapere quello che stava succedendo e si recò lì di persona, il re Farley aveva mandato messaggi a tutti i re dei Regni amici per dirgli della scomparsa di Willow e delle altre ragazze. Quando seppe quello che stavano facendo i suoi uomini quasi gli venne un infarto.

Nel frattempo erano morti centocinquanta guardie cittadine, sei maghi e trenta cavalieri reali.

«Principessa Willow, sono il re Wilson di questo Regno, per favore non mi attacchi. Vostro nonno Farley mi ha scritto dicendo quello che era successo, ho mandato a chiamarlo e presto sarà qui.»

«Non sono io ad attaccare è la tua gente, io mi sto limitando a difendermi, non cambiamo il bianco con il nero.»

«Mi scusi principessa, ha ragione, è tutta colpa nostra. Per favore potrebbe uscire insieme alle figlie del marchese Taylor, vi porteremo a palazzo in attesa di vostro nonno il re venga a prendervi.»

«Usciamo, ma niente scherzi.»

Le ragazze uscirono dal bordello, e salirono nella carrozza reale con la quale vennero portate a palazzo.

Sei ore dopo essersi lavate e rifocillate, arrivò con l'auto a cristalli magici il re Farley, con sua moglie e il marchese Taylor.

«Tesoro come stai?» Chiese la regina Caren alla nipote, mentre il re abbracciava la piccola così forte da non farla respirare.

«Muoio, nonna. Il nonno mi stritola.»

«Farley, lasciala andare, non vedi che non respira.»

Nelle stesso momento il marchese Taylor stava abbracciando le figlie in lacrime.

«Wilson, voglio una spiegazione, mi hanno detto che avete attaccato la bambina con più di cento guardie cittadine, maghi e cavalieri.»

«Non è colpa sua nonno, ma di quel traditore del conte di Wright che ha commissionato il rapimento, poi c'è stato un problema nelle linee di comunicazione di questo regno, perché io ho dichiarato alla guardia cittadina chi ero ma loro non mi hanno creduto, e non lo hanno riferito al re, invece continuavano a chiamare rinforzi per ucciderci.»

«Tesoro, lascia che nonna prenda i tuoi ricordi così capiamo cosa è successo.»

«Certo.»

Caren prese i ricordi di Willow dal momento in cui si era accorta che il tè era drogato fino all'arrivo a palazzo reale.

«Tesoro ma tu eri sveglia? Perché hai finto di essere stata drogata?»

«Nonno, dovevamo capire chi c'era dietro e fermarlo, la sola parola dei rapitori non era sufficiente, loro sono cittadini comuni mentre gli altri erano nobili. E poi c'era bisogno di qualcuno che proteggesse le ragazze, se i rapitori avessero fallito questa volta chi ci dice che non ce ne sarebbe stata un'altra, a quel punto chi poteva aiutarle? Nessuno.»

LA LAMA SPEZZATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora