Capitolo 12

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Per la prima volta nella sua vita Willow poté sentire l'affetto di una famiglia, a parte il cuoco della cucina dei Morgan nessuno si era preoccupato per lei e l'aveva tratta con affetto.

Ma ora le cose stavano cambiando e uno strano calore le scaturiva dal cuore, che le dava un certo conforto.

L'indomani mattina Willow e William tornarono a scuola insieme, dopo aver fatto colazione insieme agli altri bambini andarono nelle loro classi.

I bambini dell'età di Willow sapevano già tutti leggere e scrivere, ma a lei nessuno lo aveva insegnato, questo gli procurò diverse brutte figure con gli insegnanti e i compagni di classe.

I ragazzi della capitale Valiant che avevano fatto il test da mago insieme, la prendevano in giro e dicevano che era una senza tetto bugiarda.

Nessuno aveva creduto fosse la figlia del primo ministro perché dopo che il mago Ubert aveva preso i suoi ricordi se ne era andato e al suo ritorno non aveva detto nulla. Così i ragazzi e le ragazze pensarono che Willow avesse mentito.

Allo stesso modo il fatto che non sapesse né leggere né scrivere confermavano i loro sospetti.

Willow si rifugiava nella sua camera appena poteva, non sopportava tutto questo bullismo, in aiuto le arrivarono i ricordi di Auberon.

Erano ricordi lontani, di quando da bambino aveva imparato a leggere e a scrivere, ma era un linguaggio arcaico che ora non si parlava più. Però questo Willow non lo sapeva.

Iniziò ad esercitarsi nello scrivere e nel rileggere quello che aveva scritto, ma dopo due settimane si rese conto che per quanto cercasse di far combaciare quello che aveva appreso con i libri di testo, non riusciva ancora a leggerli.

«William, possiamo parlare?»

«Cugina, certo. Andiamo in biblioteca dove non ci possono sentire.»

I due ragazzi si sedettero ad un tavolo della biblioteca che rimaneva nascosto sul quale se fatto a bassa voce si poteva parlare tranquillamente.

«Cugino, mi puoi insegnare a leggere e a scrivere? Ho provato ad imparare da sola, ma non ci riesco se nessuno mi spiega.»

«Cugina, non sai leggere né scrivere?»

«È così.»

«Aspettami qui.»

William sparì per quindici minuti, poi ritornò con un quaderno, penna e calamaio.

«Prima devi imparare l'alfabeto, te lo scrivo e ti insegno la pronuncia.»

William insegnò una canzoncina a Willow con le lettere dell'alfabeto, la bambina imparò subito la pronuncia grazie alla canzone che non avrebbe più scordato.

«Ora inizia con la prima lettera, copiala cento volte.»

«Quanto è cento?»

«Cugina, ma non sai nemmeno contare?»

«No.»

«Ma come fai a lezione senza sapere tutte queste cose?»

«Non faccio, non riesco a seguire nulla di quello che dicono e non posso prendere appunti.»

«Va bene, ci penso io. Non ti preoccupare. Facciamo una cosa alla volta.»

William si prese l'incombenza di insegnare a Willow ogni pomeriggio per due ore, la bambina che tanto non capiva cosa dicevano durante le lezioni, le passava esercitandosi a scrivere, a leggere e fare di conto.

Lavorò duramente per un mese mattina, giorno e notte, alla fine poté iniziare a leggere le prime frasi semplici e a scrivere a sua volta.

William nel frattempo aveva scritto una lettera al nonno dove gli aveva raccontato dell'umiliazione che Willow subiva dai suo compagni di classe a causa del fatto che non sapeva leggere, scrivere e fare di conto.

La punizione di Aaron Morgan aumentò di dieci frustate.

Quando Willow aveva richiamato il ricordo del mago Auberon su come imparare a leggere e scrivere aveva accidentalmente impresso nella sua mente quella lingua sconosciuta che ora lei poteva capire alla perfezione, rendendosi conto di questa cosa inutile, provò a richiamare dal vecchio mago anche come si fa di conto, tutte le informazioni al riguardo si impressero nella mente della bambina che non aveva così più bisogno di prendere lezioni di matematica da William, oltre a questo conoscenza aveva sbloccato anche quella delle matrici magiche e dei sigilli, che ora erano parte di sé, come se le avesse praticate per tutta la sua vita e più.

Willow avrebbe dovuto fare lezioni di magia nei fine settimana, ma gli insegnanti visto le lacune nel leggere e scrivere non le avevano detto nulla, facendole saltare i corsi di recupero.

E di questo finirono per pentirsene amaramente, un giorno a mensa un bambino le fece cadere apposta il vassoio dalle mani, quando lei si chinò per raccoglierlo qualcun altro la prese per i capelli e la strattonò facendola cadere all'indietro.

«Lasciami andare.» Disse Willow arrabbiata.

Il bambino che la teneva ancora per la coda le fece cadere in faccia i suoi avanzi del cibo, la bambina furibonda fece un gesto con la mano per liberare i capelli dalla morsa del ragazzo e il braccio del bambino venne mozzato di netto, le sue urla fecero accorrere gli insegnati.

Tutti guardavano inorriditi, William corse dalla cugina e l'aiutò a rialzarsi, togliendogli il cibo dal viso e dai capelli, ma avrebbe dovuto farsi una doccia se voleva ripulirsi per bene.

Il preside fu chiamato dagli insegnanti, i ricordi di Willow e dell'altro ragazzo, dal primo giorno a scuola fino all'incidente compreso nella mensa, vennero estrapolati e rinchiusi in sfere per essere visionati.

Il preside era furibondo.

«Siete un branco di imbecilli. Vi avevo detto che la bambina era una maga avanzata e che doveva esercitarsi nel controllo della magia, perché diavolo l'avete esonerata dai corsi di recupero?»

«Preside quella bambina non sa nemmeno né leggere né scrivere o fare di conto.»

«Perché diavolo non mi avete informato, siete tutti licenziati, prendete le vostre cose e andatevene, non voglio più vedere nessuno di voi nella mia scuola.»

«Faremo rapporto al re, non ci può licenziare in questo modo.»

«Bene, fate rapporto al re, quando vedrà come sua nipote è stata bullizzata negli ultimi mesi per colpa vostra vorrà le vostre teste.»

«Perché non ci avete detto che era la principessa del nostro regno?»

«Per quale motivo dovevo dirvelo, il vostro compito è fare quello che vi viene detto non fare favoritismi, avete creduto che fosse un orfana e trattata di conseguenza. Sparite, di qui. Non voglio vedere più nessuno di voi.»

LA LAMA SPEZZATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora