-Capitolo 5-

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T/N's pov

Le nostre ordinazioni arrivarono dopo poco e Levi riprese a parlare dopo aver letto il testo.

<<Non mi convince tanto>> disse lui osservando facendo una faccia leggermente disgustata.

<<Non importa se non ti convince, devi cantarla in ogni caso se vuoi entrare nella band>> rispose Jean scocciato.

<<Jean è particolarmente sensibile quando si insultano i testi delle sue canzoni, poi non è tanto male, ne ha scritte di gran lunga peggiori>> affermó Armin sorridendo.

<<Già ma è la verità, se volete avere successo allora le critiche, le devi accettare, ok tesoro?>> chiese Levi irritato guardando Jean.

<<Già ma non abbiamo bisogno di critiche da uno qualunque come se fosse nella band>> rispose sbuffando.

<<Beh, fatto sta che per ora canti quella poi si vedrà, miraccomando, non farci fare figuracce>> disse Eren alzandosi lasciando i soldi sul tavolo per pagare per poi andarsene con Armin e Jean.

<<Levi, so di essere la persona meno adatta per consigliare, però dovresti al momento fare quello che ti dicono, l'importante è questo>> dissi avvicinandomi a lui mettendogli una mano sulla spalla.

<<Ok ho capito, forse hai ragione. Comunque adesso credo che vado pure io, ci vediamo stasera, miraccomando non fare tardi>> disse lui per poi andarsene lasciandomi da sola.

<<Ciao>> dissi senza però farmi sentire.

Feci spallucce e me ne andai continuando con il mio giro, i miei sarebbero tornati a breve, quindi forse avrei fatto di gran lunga meglio a tornare, non volevo sentire la loro lagna.

Tornai, per poi ricordarmi di essermi completamente dimenticata le chiavi.

<<Cazzo!>> esclamai.

Controllai meglio dappertutto, nelle tasche, ma niente, le avevo scordate, sono una stupida.

Aspettai lì una decina di minuti prima che arrivasse mia madre con mio padre, nonostante non si guardassero nemmeno.

<<T/N? Cosa ci fai qui si può sapere?!>> sbraitó mia madre.

<<sono rimasta chiusa fuori casa>> dissi imbarazzata e anche molto preoccupata.

<<Con chi sei uscita eh troia?!>> urló prendendomi per i capelli mentre mio padre guardava e basta.

<<Con un mio amico>> dissi senza giri di troppe parole, non volevo mentire o avrei peggiorato la situazione e non poco.

<<Chi è questo qua adesso eh?! Ti è venuta la voglia di fare la puttana con il primo che in verità si interessa a te!?>> mi urló.

Io non risposi e lei mi lasció andare tirandomi uno schiaffo abbastanza forte da farmi sanguinare il naso.

<<E non entrare in casa mia, o ti ammazzo>> disse entrando con mio padre per poi chiudermi la porta in faccia.

Scoppiai subito a piangere, e presi un fazzoletto dalla tasca mettendomelo sul naso per cercare di fermare il sangue.

Ora dove vado? A quest'ora è tutto chiuso.

Aspetta, posso andare da Levi.

Insomma, non mi fido molto di lui, però immagino di non avere altra scelta, poi in fondo in fondo sembra un tipo abbastanza apposto.

Posso magari chiamarlo.

Scoppió a piovere ed andai di corsa in una cabina telefonica, per ripararmi.

Presi il numero e lo digitai inserendo i pochi spiccioli che avevo.

<<Pronto?>> chiese dopo qualche secondo.

<<Levi? Grazie al cielo, puoi venirmi a prendere? >> chiesi singhiozzando.

<<Che succede? Anzi me lo dirai dopo, dove sei?>> chiese.

<<Sono davanti al parco, quello nuovo, nella cabina telefonica>> risposi.

<<arrivo subito, ma ci metto qualche minuto in più perché Mikasa ha preso la macchina>> disse.

Riattaccai e restai lì, mentre si gelava letteralmente.

Levi arrivó dopo qualche minuto con un ombrello, e non appena mi vide mi corse subito incontro.

Entró nella cabina appoggiando l'ombrello a terra.

<<Sta diluviando, aspettiamo che smetta almeno un pó>> disse togliendosi la giacca mettendomela sulle spalle.

<<Che ti è successo? Stai letteralmente sanguinando>> disse mettendomi una mano sulla guancia.

Io ricominciai a piangere e lo abbracciai, nonostante non sappia molto di lui è l'unica persona su cui posso fare affidamento adesso.

Lui non disse nulla e in modo abbastanza goffo ricambió l'abbraccio.

Restammo così per un bel pó, e poi ci staccammo imbarazzati.

<<scusa, non volevo, solo che ne avevo davvero bisogno in questo momento>> dissi sorridendo.

<<Non preoccuparti, so che magari non ci conosciamo da troppo tempo, però comunque io ci sono se hai bisogno di qualsiasi cosa>> rispose.

Intanto la pioggia era un pó diminuita, quindi uscimmo, riparandoci con l'ombrello.

Mi mise un braccio intorno alla vita attirandomi a sè in modo da farmi stare completamente riparata e poi iniziammo a correre.

<<Levi! Rallenta!>> esclamai.

<<Eddai non preoccuparti!>> rispose.

Arrivammo col fiatone a casa sua, e posammo l'ombrello per poi entrare abbastanza asciutti.

<<Ti porto una salvietta>> disse andando in bagno tornando con fazzoletti e salviette.

Mi asciugai le lacrime e mi pulì dal sangue tirando in respiro di sollievo.

<<Va meglio?>> chiese sedendosi vicino a me sul divano, guardandomi.

<<Sì grazie, a dire il vero ora va meglio visto che ci sei tu>>

Angolo atroce

IO L'HO GIÀ CAPITO, MA LORO ANCORA NO... SI STANNO INNAM-

AH no è vero troppo stupidi per capirlo.

Bohemian rhapsody ❤︎Levi x Reader❤︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora