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La professoressa bussò alla porta, e dopo un sonoro "INDIETRO!" seguito da sghignazzi la porta si aprì.
"Ciao ragazzi, ho portato i due studenti di quinto che vi dovranno spiegare uno dei tre argomenti. Mi raccomando, ascoltateli bene, siate seri e dimostratevi le persone mature che siete" i due entrarono nella classe, e la prima cosa che vide l'occhialuto fu Regulus Black, che appena lo vide si tolse in fretta il cappuccio della felpa e lo salutò con un piccolo cenno della mano, che il maggiore ricambiò subito.

"Salve ragazzi. Oggi vi dovremmo spiegare l'impatto dei conflitti nell'evoluzione dell'uomo, ma..."
"Non faremo nulla?" domandò un ragazzino che ai due più grandi stette immediatamente antipatico.
"No moccioso, cercheremo di portare avanti un dibattito" il ragazzino sbuffò e diede a Regulus un colpetto sulla spalla.
"Forza Reggie, non essere isterico con gli sconosciuti"
"forza Christian, non essere il troglodita che sei con gli sconosciuti" rispose il corvino con tutta la calma del mondo.
Sirius e James dovettero farsi forza per non ridere, ma fallirono miseramente.
"E bravo fratellino" disse Sirius. "A parte questo, voi sicuramente avrete studiato dei conflitti importanti? Me ne sapete dire alcuni?"

"La guerra dei Cent'anni!"

"La prima Guerra Mondiale"

"La Seconda Guerra Mondiale!"

"La Guerra Fredda!"
"Quelle erano tensioni ricoglionito"
"Sì ma Russia ed America non erano in buoni rapporti testa di minchia!"
"Ha parlato"
"Sì, li so riconoscere i miei simili"
"Specchio rifle-"
"Ragazzi!" li rimbeccò James. "Chiudete quelle bocche tutti e due. Ancora usi specchio riflesso poi? Patetico" e ricominciò a passare in mezzo ai banchi.

"Come ben sapete, ogni dopoguerra ha alcune caratteristiche fisse se così si può dire, ovvero la povertà ed il disordine sociale. Prendiamo ad esempio la Seconda Guerra Mondiale, la prima che mi è venuta in mente. Perfino nelle nazioni vincitrici le persone pativano la fame, tranne come ben sapete dove?"
"In America e Nell'Unione Sovietica!" disse Regulus dopo aver fatto schizzare il braccio in alto.
"Bravissimo mini Black, e sai anche dirmi perché?"
"L'America intanto aveva il territorio totalmente illeso dal conflitto visto che non ci avevano combattuto, poi aveva molti soldi ricavati dai debiti con le altre nazioni e li aveva spesi in maniera intelligente. In Unione Sovietica invece c'era un regime dittatoriale, ed il dittatore in questione scaricò tutte le spese sui cittadini imponendo loro delle tasse"
"Complimenti di nuovo" rispose James sorridendo, mentre Sirius appoggiato pigramente alla cattedra lo guardava strano.

Regulus ricambiò il sorriso, ma dopo qualche secondo si girò in fretta: il 'moccioso' gli stava punzecchiando la schiena con una matita.
"La vuoi smettere?"
"Oh ma dai che fastidio ti da?"
"Questa" disse il ragazzino prendendogli la matita dalle mani. "Te la faccio passare su per il culo se non te la smetti"
"Scommetto che se lo facessi tu ci godresti frocetto" rispose lui, sicuramente non preparato alla reazione del piccolo Black, che in tutta risposta posò la matita a metà con lo schienale della sedia, e con un po' di pressione la spezzò a metà.
"Se proprio devo mi sceglierei qualcosa meno somigliante al tuo cazzo possibile" detto questo gli mise nell'astuccio i due pezzi e si rigirò verso i due ragazzi più grandi come se non fosse successo nulla.

I due però scoppiarono a ridere contagiando anche il resto della classe, mentre l'altro era incavolato nero.
"Lo dirò ai professori stronzo!"
"Ed io accennerò vagamente al fatto che mi rompi i coglioni da quando sono qui e che più volte mi hai minacciato di picchiarmi e di farti una sorella che non ho"
Sirius rise di nuovo. "Christian, poi chi è l'isterico tra voi due?"
Il ragazzo stette zitto e si risedette rosso di vergogna, mentre altri ragazzi ancora ridevano.

"Va bene ragazzi basta, poverino poi si sotterra. Quindi, andiamo avanti a parla di conflitti o no?"

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"Bene ragazzi, pronti per le ripetizioni di letteratura?" chiese la professoressa Cooman con uno strano sorriso sul volto.
Jo alzò lo sguardo annoiata.
"Se non lo fossimo?"
"Beh il signor Lupin e la signorina Spark hanno preparato una lezione per voi, dunque ti converebbe cogliere l'occasione"
"Sicuramente" disse rientrando nel suo angolino di silenzio e solitudine.

Spark era un cognome che significava solo una cosa: l'allegra, sorridente e bellissima Elisabeth le avrebbe fatto una lezione di letteratura con il suo fidanzatino Remus.
Una pizza ma al contempo la cosa migliore che le fosse capitata in diciassette anni di vita.

I due entrarono pochi minuti dopo, salutati in maniera abbastanza festosa dalla professoressa.
"Buongiorno" disse la bionda con un sorriso che fece sciogliere immediatamente Jo. "Come sicuramente saprete siamo qui per farvi ripetizioni di letteratura. Ho portato con me una raccolta di biografie di alcuni artisti che abbiamo studiato in questo periodo" disse facendo cenno alla copertina del libro.
"Basta farci una domanda di ogni tipo e cercheremo di rispondere e di rendervi chiaro il concetto okay?" chiese Remus.
"Sì prof" disse ironica Jo tra sé e sé, ma il ragazzo la sentì.
"Grazie per l'importanza ma non c'è bisogno, abbiamo la stessa età"
Lei arrossì ed annuì cercando di nascondersi dalle occhiate divertite dei suoi compagni di classe.

Elisabeth sorrise di nuovo. "Bene, qualche domanda?"
Dopo qualche secondo di silenzio si alzò una mano.
"Non ho ben capito il senso dell'opera Rosso Malpelo"

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