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"James tesoro vai ad aprire?" chiese Euphemia al figlio dopo aver sentito il campanello.
Il ragazzo scese immediatamente le scale, sapendo bene cosa significava il suono del campanello a quell'ora precisa: Regulus. A casa sua.
"Sì mamma, è arrivato il mio amico forse"
"Ah benissimo" la porta si aprì ed in effetti il ragazzino era lì.

"Ciao" gli disse timidamente.
"Ciao" rispose James con un sorriso facendolo entrare.
"Mamma lui è Regulus" disse con un sorriso. "Starà con me per un pochino"
"Ah benissimo. Ti piacciono i biscotti Regulus? Ne abbiamo alcuni in dispensa se vi vanno"
"Sì mi piacciono" disse lui ancora intimidito.
"Beh dai saliamo" gli disse l'occhialuto con un gran sorriso portandolo verso la sua stanza.
"Carina"
"Grazie, ho cercato di mettere a posto ma l'ordine non è il mio forte"
"Nemmeno il mio" fu la risposta dell'altro.
"Cos'hai? Sembri mogio"
"Nulla nulla"
"menomale, perché ci aspetta un bel pomeriggio in cui mi devi far sentire la tua canzone" disse l'occhialuto con un sorriso, che l'altro ricambiò.

"beh che fai ancora in piedi? Siediti pure" disse il maggiore facendogli segno di sedersi sul suo letto accanto a lui.

Regulus annuì e posò lo zaino vicino a sè tirando fuori un quaderno.
Intanto James prese la sua chitarra dal cavalletto che aveva in un angolo della stanza.
"allora, le hai trovato un titolo?"
"boys will be bugs" fu la risposta dell'altro mentre cercava tra le pagine.
"ah figo! Di che parla?"
"Uh... L'ho scritta tipo qualche anno fa nel peggio delle mie condizioni diciamo" l'entusiasmo di James svanì in un secondo.
"non ha un argomento preciso, sono solo cose che ho scritto a cui ho trovato un senso. O almeno, spero di averlo fatto"
"sicuramente è così. Me la fai sentire?" chiese mettendosi a gambe incrociate osservando Regulus che si sistemava la chitarra.
"va bene" si scaldò un attimo la voce. "ok ci sono"

e James lo ascoltò pazientemente come se fosse isolato da tutto ciò che non fosse la voce di Regulus ed i tocchi gentili che dava alla sua chitarra.
Si sentiva come se si stesse innamorando ogni secondo di più di quel ragazzo.
La canzone finì e Regulus si beccò un applauso dall'occhialuto, cosa che lo fece arrossire leggermente.
"lo sai che è bellissima vero?"
"lo pensi davvero?"
"certo, la adoro. Vorrei cantarla anche io"
"va bene, se vuoi" mormorò l'altro ancora sorpreso dall'immediato successo della sua canzone. "l'ho messa su soundcloud ed ha avuto un discreto riscontro positivo, però ne ho scritta anche un'altra, e non fare quella faccia, te la faccio sentire" James gli sorrise e si rimise più comodo.

"si intitola juliet e parla della mia transizione" disse pochi secondi prima di cominciare a cantare.

Regulus nel cantargli le sue canzoni gli stava praticamente aprendo il suo cuore, ma per James avrebbe suonato fino a perdere la voce.
E l'altro per ascoltarlo si sarebbe fatto venire il mal di testa.
"Come mai parli così bene di questa Juliet?" chiese l'altro senza nemmeno pensare a ciò che aveva chiesto.
"Sempre se vuoi dirmelo"
"Vivo malissimo il mio essere trans. Avrei tanto preferito essere una ragazza cisgender a cui non vengono mai dubbi del genere invece di trovarmi in un corpo che non è il mio e che mi disgusta, ecco perché la chiamo "my special one", considero me prima della transizione un'altra persona, e ovviamente Juliet non è il mio deadname. Ah, e il bullo nella mia testa è la mia disforia"
James si incupì: tutto ciò che Regulus stava passando era tremendamente ingiusto, non se ne meritava nemmeno la minima parte, ed avrebbe dato l'anima per trovare un qualsiasi rimedio che lo facesse stare bene.

Gli spostò leggermente la chitarra dalle mani e lo abbracciò.
"Mi spiace tanto"
"Per cosa?"
"Per tutto questo. Non ti meriti questa sofferenza lo sai?" Regulus lo guardò leggermente spaesato.
"Che intendi?"
"Vorrei che le tue canzoni rispecchiassero lo stato d'animo che meriti di avere" i due si guardarono negli occhi, uno più imbarazzato e rosso dell'altro.
"Lo pensi sul serio?"
"Certo che sì"

Ci sarebbe dovuto essere un bacio.
Il coraggio e la volontà c'era.
La fortuna dalla loro parte no.
La suoneria di Regulus interruppe tutto.

"Chi è?" bisbigliò l'occhialuto.
"Mia mamma" disse l'altro dopo essere stato in silenzio qualche minuto. "Vuole parlarmi"

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