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Regulus aveva passato un intero pomeriggio a pianificare il suo piano, riuscendo a contattare Maya tramite un suo vecchio cellulare e decisero di organizzarsi per il giorno seguente.

Così il minore preparò lo zaino come suo solito, aggiungendo però più soldi ed alcuni vestiti senza farsi vedere.
Avrebbe spiegato tutto al fratello in un altro momento.
Cenò in silenzio come al solito, e con la scusa del mal di pancia salì al piano superiore fino ad arrivare nella camera da letto dei suoi, dove trovò subito il suo cellulare nel solito cassetto.

Lo prese e lo nascose dentro al cuscino.
Era molto in ansia, ma non si pentiva nemmeno di un istante di ogni singola azione che faceva.

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Quella mattina si svegliò e si preparò normalmente, mise il telefono nella tasca della felpa e si affrettò a coprirla con la giacca, salendo in macchina senza dire una minima parola.
Scese sempre in silenzio ed andò incontro a James vedendo che stava entrando.
"Oi ciao, scusami tanto se non ti ho risposto ma dovevo studiare"
"Tranquillo non è un problema" disse l'altro accarezzandogli la testa.
"Ti accompagno in classe?"
"Va bene" e si incamminarono finché non dovettero separarsi.

Le prime tre ore di scuola passarono con una lentezza estenuante, e dopo aver mangiucchiato la colazione andò da Maya per mettere ufficialmente in atto il suo piano.
"Pronto?"
"Sì" fu la risposta.
E la ragazza si avvicinò al professore col quaderno in mano.
"Mi scusi prof"
"Mi dica signorina Oliveira"
"Non ho ben capito questo paragrafo qui" gli indicò quello più lungo che aveva trovato, sperando che l'essere incredibilmente logorroico del professore l'avrebbe aiutata.
"Glielo rispiego allora" e lo fece.
Con estrema lentezza e pignoleria come suo solito.

Intanto Regulus uscì dirigendosi verso il bagno con lo zaino in spalla.
Sì, con lo zaino.
Non si preoccupò di portarsi i libri, era l'ultimo dei suoi problemi in quel momento.
Nascose lo zaino lì, tornò in classe e finì di mangiare.
La lezione successiva cominciò e Regulus chiese un permesso per il bagno, che gli venne accordato senza particolari proteste.

Il ragazzo tornò al bagno di prima ed aprì la finestra, indossò lo zaino, prese un bel respiro e scese giù per la scala antincendio.

Si sentiva strano, il cuore gli batteva a mille e le mani gli sudavano, e soprattutto la consapevolezza che da quel momento ne sarebbe dipesa la sua vita (in senso letterale) lo rendeva ancora più ansioso.
Corse via dal cancello secondario e se ne andò verso la fermata dell'autobus della sua città.

Riprese il telefono e trovò un messaggio non letto di Maya.

Hai fatto? Tutto bene?

Si sedette su una panchina e prese a messaggiare.

tutto ok, ora devo andare da mio zio. Già gli ho accennato qualcosa e mi sta aspettando a casa.

Perfetto. Sono fiera di te <3

Regulus sorrise e dopo averla ringraziata spense il cellulare.

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"Ma il signor Black?" chiese la professoressa spazientita.
"Non c'è" disse un ragazzo rientrando in classe. "Ho cercato nei bagni e non c'è. È scappato"
Alla donna rivenne in mente un tema del ragazzo.

La traccia chiedeva di parlare del loro concetto di casa, ed un pezzo del tema di Regulus le era rimasta molto impressa.

Vorrei solo fuggire dal posto che dovrei chiamare casa.
Vorrei far scomparire le persone che dovrei chiamare mamma e papà.
Vorrei scomparire io stesso.

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