|Domenica 07/03|
Mi trovai, come sempre, buttata sul divano di casa mia con un mozzicone di sigaretta in bocca. Tra non molto avrei avuto una consegna da fare, ma trovare la voglia di alzarsi dal mio posto felice, era molto più complesso di quanto potesse sembrare.
Sono Yeon Y/s, ho ventotto anni e come mestiere feci la spacciatrice. Vi starete chiedendo come arrivai a fare questa professione, è chiaramente una lunga storia, diciamo che tutto cominciò durante i miei diciotto anni.
Non sono completamente coreana, anche se i miei lineamenti dicono il contrario; mio padre nacque a Daegu, mentre mia madre in Canada, a Vancouver. I due chiesero il divorzio dopo pochi anni di matrimonio, non si sopportavano e passavano le giornate a discutere per ogni piccola questione, quindi scelsero la via più facile.
Lei tornò nella sua città natale, lasciandosi la Corea alle spalle dopo che decisi di rimanere con mio padre, così crebbi senza una figura femminile in casa, ma solo con lui, a Daegu. Mi affezionai molto a mio papà, però da sempre fui una ragazza tanto sfortunata, infatti morì dodici anni fa.
Mi alzai dal divano, spegnendo la sigaretta nel portacenere mezzo rotto e avanzai fino alla porta d'ingresso, lì dove presi i miei vecchi anfibi e li indossai. Era tempo di darsi da fare, o niente paga per quel giorno.
Scesi fino al sotterraneo, dovevo prendere la scatola contenente la roba da consegnare ad un tipo che mi aveva contattato due giorni prima.
Una volta presa, uscii fuori di casa e scaricai la scatola nel bagagliaio del mio furgone nero per poi salire sul posto del guidatore e partire.***
Il cliente giornaliero era uno dei classici stronzi che si lamentavano del prezzo troppo caro della merce, peccato che non ero solita fare sconti, se il prezzo era quello o si adeguavano o vaffanculo.
Appena finii la mia consegna, andai nel bar dove mi era solito sostare dopo una giornata di merda, quindi ogni giorno. Presi posto in un tavolo e ordinai una bibita che ci impiegò poco ad arrivare.
Nel mentre che mi gustavo il mio ordine, un pensiero mi passò per la testa; l'immagine di quel ragazzo di ieri sera, il principino guastafeste. <Sicuramente si trattava di un'amico di Cho-young.> bisbigliai tra me e me.Di scatto tirai fuori dalla tasca della mia vecchia giacca il mio cellulare, che non cambiai per almeno vent'anni, mezzo scassato e lento come una tartaruga. Cercai tra i contatti il numero di Cho-young, per poi chiamarla.
<Y/n, cosa succede?> chiese la ragazza dall'altro capo del telefono.
Io sospirai, <Ho bisogno di un'informazione.>
<Dimmi tutto.> rispose. Nonostante non fosse qui con me, riuscii ad immaginare i suoi occhi spalancarsi, come ogni volta che le chiedevo qualcosa.
<Mentre vendevo ieri alla tua festa, si è avvicinato a me un ragazzo e volevo chiederti se lo conoscessi.> iniziai.
<Ok, Descrivimelo.>
Ci pensai su prima di replicare, <Uhm, poco più altro di me, capelli biondi, occhi marroni, un viso d'angelo... indossava un jeans celeste, una camicia bianca e aveva anche degli orecchini pendenti... poi--> feci per continuare, ma la minore mi interruppe.
<Ho capito chi è!> strillò la ragazza, talmente forte che dovetti allontanare il telefono dall'orecchio per evitare di perdere l'udito.
<Bene, allora chi è?> chiesi.
<Aspetta, dove ti trovi ora? Voglio parlarti di lui di persona.>

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𝑲𝒓𝒚𝒔𝒕𝒂𝒍 [𝑃𝑎𝑟𝑘 𝐽𝑖𝑚𝑖𝑛]
Fiksi Penggemar𝙄𝙉 𝙋𝘼𝙐𝙎𝘼 𝐸' 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑎 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑎 𝑑𝑎𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑐𝑐ℎ𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑟𝑖𝑠𝑡𝑎𝑙𝑙𝑜. 𝗔𝗧𝗧𝗘𝗡𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘︎ questa storia conterrà contenuti relativi a: -droga -spaccio -alcol -fumo Ci tengo a precisare che ogni "i...