Una risata, un abbraccio, uno sguardo all'apparenza insignificante... Chloé ne avrebbe elencati mille, di motivi per cui si era innamorata per la prima volta. Aveva diciassette anni e il cuore ridotto in tantissimi, minuscoli frantumi, eppure ce l'aveva fatta: nonostante tutto, aveva ricominciato a battere più forte che mai.
- Chloé! Che ti prende? - le sue parole continuavano a rimbombarle nelle orecchie come il tuono di un temporale in arrivo. - Va' via Sabrina! Non voglio parlare con nessuno! - aveva gridato, nascondendo il viso bagnato sotto ad un cuscino del suo letto. Aveva giurato a se stessa che mai più avrebbe lasciato che qualcuno scoprisse il suo lato fragile... Ma Sabrina era diversa, perché non l'aveva lasciata sola neanche per un instante. Si era avvicinata a lei, ignorando le sue lamentele, e le aveva cinto le spalle con un braccio, attirandola a sé. E Chloé glielo aveva lasciato fare, mentre tante lacrime salate inondavano i suoi occhi e le inzuppavano i vestiti. - I-io... Avrei dovuto aspettarmelo. Io... Sono solo patetica... - aveva esclamato, tra un singhiozzo e l'altro, mentre la rossa scuoteva la testa con vigore. - No, tu non sei affatto patetica. Tu sei semplicemente umana, e non hai nulla di cui vergognarti. - le aveva detto, dopo essersi allontanata da lei ed averla guardata dritto negli occhi. - Sei perfetta così come sei, Chloé. Non lasciare che gli altri ti dicano il contrario. -
E forse erano state proprio queste poche e semplici parole a far scattare qualcosa dentro di lei. Forse... Forse era stata la piena realizzazione del fatto che Sabrina, la sua migliore amica, fosse l'unica al mondo a credere in lei, a dimostrare di volerle bene. O forse si era semplicemente innamorata del modo in cui la faceva sentire ogni volta che si trovava al suo fianco. Il formicolio delle mani, i brividi lungo la schiena, lo stomaco aggrovigliato su se stesso, il battito accelerato del proprio cuore... Era accaduto tutto così dannatamente in fretta da non darle nemmeno il tempo di realizzarlo: un giorno come un altro si era svegliata, aveva aperto gli occhi, e la prima persona a cui aveva pensato era stata Sabrina. Tutto qua. Naturalmente, nonostante i numerosi segnali che il suo corpo le aveva lanciato, ci aveva messo un po' per autoconvincersi del fatto che no, non si trattava affatto di una cottarella come un'altra. Eppure aveva tentato in tutti i modi di liberarsi di quei sentimenti tanto strani... Era uscita con altri ragazzi, poi aveva evitato Sabrina per qualche giorno, aveva persino lasciato la città... Ma non c'era stato niente da fare. Così, un giorno, dopo settimane di sorrisi forzati e di parole non dette, era letteralmente scoppiata, rivelando tutto ciò che provava all'unico amico di infanzia che non le aveva ancora voltato le spalle.
- Adrien, ti prego... Non riesco più a smettere di pensare a lei, a togliermela dalla testa! T-tu... Tu credi sia diventata matta? - gli aveva domandato, mettendosi le mani nei capelli e tirandoli con forza. Lui, in risposta, l'aveva guardata con un cipiglio in volto, probabilmente rimuginando a quell'enorme mole di informazioni che gli era appena stata sputata addosso con la velocità di un uragano. - No, Chloé. Non sei affatto diventata matta. Sei... Sei soltanto innamorata. - erano state le sue parole: la conferma che quello che stava vivendo non assomigliava affatto ad un brutto incubo, ma alla cruda realtà. - O mio dio. Allora è vero. - si era seduta sul letto di Adrien con gli occhi persi nel vuoto e la bocca spalancata. Non poteva crederci. - E questo significa che... C-che sono gay? - una domanda rimasta sospesa nel silenzio più assoluto per un tempo che le era parso interminabile. Ma la verità era che nessuno, apparte lei, avrebbe potuto darle una risposta. D'altro canto, era del suo cuore che si stava parlando...
- Dovresti ascoltarti, qualche volta, lo sai? Fermarti un attimo e pensare: "Cosa provo realmente?". - Adrien l'aveva guardata con fare dolce ed apprensivo, carezzandole i capelli con le mani. - È così che hai capito di essere innamorato di Marinette? - lui aveva annuito, il volto privo di un qualsiasi cenno d'esitazione. - Con lei... Be', con Marinette é stato diverso. Io... Io credo di averla amata sin dal primo giorno in cui l'ho incontrata. Dall'occhiataccia che mi ha lanciato quando pensava che fossi stato io ad appiccicare quella gomma da masticare sulla sua sedia... Mi ci é solo voluto un po' per realizzarlo, ma... Ora non ho più dubbi. - e Chloé poteva percepire il cuore dell'altro battere all'impazzata, mentre pronunciava quelle parole. Perché, alla fin fine, le sarebbe bastato guardare dritto negli occhi di Adrien per poter capire cosa significasse essere completamente persi per qualcuno.- E così... Sabrina è tornata a Parigi? - domandò la corvina. - Già, e la cosa peggiore è che sono venuta a saperlo da mio padre: l'ha incontrata per strada e ha pensato bene di invitarla da noi per cena, stasera. - rispose l'altra, mentre camminava avanti e indietro per la stanza, tanto velocemente da rischiare di farle venire il mal di mare. - Io... Io non la sento da quando abbiamo litigato! Come farò a rimanere lì seduta a fare finta che non sia successo niente? Dio... Non vorrà nemmeno guardarmi in faccia dopo quello che le ho fatto! - si morse il labbro inferiore, tentando di non dare di matto. Ma in quel momento sentiva che non ce l'avrebbe fatta a mantenere la calma: era in balia delle onde, ed annaspare in cerca di un po' d'ossigeno era l'unica cosa che le restava da fare. Marinette, dal canto suo, non era molto pratica con le questioni di cuore, e specialmente con quelle che coinvolgevano la sua migliore amica, perché, in tutti quegli anni di conoscenza, nulla era stato in grado di separarle. - È un bel casino. - mormorò, infatti, distogliendo lo sguardo. - Lo so! Altrimenti perché mi sarei precipitata qui appena ho potuto? - sospirò. - Ho pensato... Be', ho pensato che se Adrien mi avesse visto così disperata sarebbe venuto insieme a me e mi avrebbe aiutato a parlarle, ma... Ora non lo so più! - gridò, sedendosi di nuovo accanto a lei. Allora Marinette tornò a guardarla. Aveva ascoltato ogni parola del suo racconto con grande curiosità, sentendosi allo stesso tempo onorata di essere diventata ufficialmente una sua confidente. Nonostante le numerose divergenze che avevano avuto, sapeva bene che guadagnarsi la sua fiducia fosse considerato un privilegio. E il fatto che entrambe avessero messo da parte anni ed anni di antipatia soltanto grazie a delle scuse e ad un abbraccio sincero la dicevano lunga su di loro. Perché, seppure fosse difficile da comprendere, lei e Chloé erano per certi versi molto simili: entrambe erano piene d'orgoglio, ma avevano dimostrato, in più di un'occasione, che avrebbero fatto di tutto per le persone a cui volevano bene. - Se avere qualcuno accanto ti può essere d'aiuto, allora perché no? - Marinette aveva fatto spallucce. - Ma perché Adrien ha già i suoi mille problemi a cui pensare, tra il padre, l'azienda e tutto il resto. E poi... Sono anni che lo assillo con questa storia, e anche se è troppo gentile per ammetterlo... Io so che non ne può più di sentirmi parlare di Sabrina. - il suo sguardo si incupì: la verità era che si sentiva un peso per chiunque, perché non faceva altro che autocommisersi. Anche in quel preciso istante, mentre se ne stava lì seduta accanto a Marinette, la persona più comprensiva e paziente che conosceva, si vergognava di se stessa, credendo di non meritare affatto tutte quelle attenzioni. E mentre i sensi di colpa continuavano ad assillarla: - Allora ti accompagno io. - esclamò la corvina, tutto d'un tratto. Aveva pronunciato quelle parole come se si trattasse della cosa più naturale del mondo. - Che cosa? - Chloé si voltò verso di lei, gli occhi strabuzzati per la sorpresa. - Alla cena di stasera. Ti accompagno io, se vuoi. - ripeté l'altra, convinta. Ma la bionda non poteva credere di aver sentito bene, perciò continuò a guardarla per qualche altro istante e poi, convincendosi dell'assurdità di quella situazione: - Sì, certo! Così ti presento a mio padre come la mia nuova migliore amica! - scoppiò a ridere. Nell'accorgersi dello sguardo dell'altra, però, capì che non si trattava affatto di uno scherzo. - Oh... Allora sei seria... -
Serena
STAI LEGGENDO
Everything is paw-ssible with you #Wattys2022
Fanfiction- Sai, ho avuto paura avrebbe potuto succederti qualcosa e, se così fosse stato, non me lo sarei mai perdonato. Morirebbero tutti se ti accadesse qualcosa. - soffiò, a pochi centimetri dal suo viso. Incontrò poi, i suoi occhi azzurri e vi si immerse...