2.Che cosa hai intenzione di fare?

1.9K 120 25
                                    

Marinette sospirò, per poi cercare di rendere il proprio tono di voce più freddo e distaccato possibile, ma con scarsi risultati. - Io e te non abbiamo niente da dirci. - esclamò, il labbro inferiore che le tremava leggermente. Adrien non si lasciò intimidire: lo sguardo serio che gli campeggiava sul viso dimostrava quanto fosse determinato a parlarle. - Non ti preoccupi del fatto che tutta la scuola abbia dei sospetti su di te? - domandò di punto in bianco, ignorando la stizza dell'altra, che strabuzzò gli occhi azzurri alle sua affermazione. - Come osi venire qui a parlarmi di identità segrete quando sei stato proprio tu l'artefice di tutto questo? - disse, infastidita più che mai: quel ragazzo aveva davvero una bella faccia tosta. - Marinette, te lo ripeto ancora una volta: non sono stato io. - sospirò. - Ah, no? E dimmi, chi sarebbe stato altrimenti? - lei incrociò le braccia al petto. - Io non ne ho la più pallida idea, devi credermi! E poi... da un po' molti stanno cercando di scoprire anche la vera identità di Chat Noir e... - - Oh, ho capito! Il gattino ha paura che lo scoprano! Ma quanto mi dispiace... Non é un problema mio. - lo fulminò con lo sguardo. Detestava il fatto che si rivolgesse a lei in modo così tranquillo, come se fossero ancora gli stessi Marinette ed Adrien di un tempo, come se non fosse mai successo nulla tra loro... E invece sì, eccome se c'era stato, e il problema era proprio questo: Marinette non riusciva a smettere di pensare neanche per un attimo alla loro storia, sempre se così poteva essere definita. Se chiudeva gli occhi, poteva risentire il sapore delle sue labbra sulle proprie, la morbidezza dei suoi capelli tra le dita e i brividi di piacere risalire lungo tutto la sua colonna vertebrale. Negare di essere ancora innamorata di lui era davvero arduo: trattarlo freddamente era l'unico modo per farlo. Magari, se solo avesse continuato a comportarsi così, Adrien avrebbe smesso di ronzarle attorno come un'ape col suo miele. Povera illusa... La tensione presente nell'aria era davvero palpabile, eppure, d'un tratto, a spezzare il silenzio andatosi a creare fu proprio il biondo che, a discapito di qualsiasi aspettativa, scoppiò a ridere. Lo fece in un modo talmente bizzarro, da risultare quasi divertente. Non per Marinette, sia chiaro. Lei no, non stava ridendo affatto. - E adesso che diavolo ti prende? - domandò, sul punto di mettersi seriamente ad urlare. Adrien fece fatica a riprendersi, tant'è che, con ancora le lacrime agli occhi ed il ventre che andava su e giù: - M-mi dispiace, non avevo intenzione di prenderti in giro. É solo che... avresti dovuto vederti: per poco non ti usciva il fumo dalle orecchie! - rispose, continuando a guardarla con le labbra all'insù. Al che, Marinette non poté far altro se non lasciarsi contagiare dal suo splendido sorriso, facendosene scappare uno anche lei. Ma, appena se ne accorse, si affrettò subito a nasconderlo dietro ad un'espressione impassibile. Si schiarì poi, la voce con un colpo di tosse e: - Perciò, fammi capire... Sei venuto a parlarmi perché hai timore che gli altri possano scoprire chi si nasconda dietro la maschera di Chat Noir? - gli chiese, e l'altro annuì. - Ho bisogno del tuo aiuto, Marinette. Ti prego... - i suoi occhi la supplicarono."Non cedere, Marinette. Non farlo. Non cedere." - Io... - la ragazza si morse il labbro inferiore, in preda all'agitazione. Cosa avrebbe dovuto fare? Scegliere di aiutarlo, oppure no? D'altronde, erano pur sempre una squadra... - Oh, al diavolo. Accetto. - rispose. "Ecco, é fatta. Ora non puoi più tirarti indietro, Marinette". Il viso di Adrien si illuminò. - Oh, grazie, grazie! - le si avvicinò e la strinse  a sé in un caloroso abbraccio, sentendola irrigidirsi a contatto con il suo corpo. Durò forse fin troppo poco per i gusti di entrambi, sebbene una dei due non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce. Quando Adrien si allontanò, si grattò il capo, in imbarazzo: forse era stato un po' troppo avventato? - Allora, che cosa hai intenzione di fare? - a quel punto, cercando di ignorare la sensazione di calore che le stava tingendo le guance di rosso, la corvina alzò un sopracciglio e puntò il proprio sguardo incuriosito su di lui, desiderosa di scoprire quale fosse il suo piano.

- Be'? Cosa ne pensi? - gli domandò, impaziente. Quella sera, appena Adrien era rientrato in cucina per la cena, la ragazza gli aveva piazzato sotto al naso una teglia di fumanti cupcake alla vaniglia: i suoi preferiti. "É una nuova ricetta" aveva esclamato, entusiasta, dopo averli tirati fuori dal forno. Aveva continuato poi, a mantenere lo sguardo fisso in quello dell'altro, per cercare di captare ogni sua singola espressione facciale. Il biondo non si era perso minimamente in chiacchiere, e ne aveva afferrato subito uno, rischiando addirittura di bruciarsi le mani. Ma poco importava: quando lo aveva addentato, quel suo sapore delizioso aveva fatto esplodere le sue papille gustative e mugugnare lui di piacere. In quel momento, aveva ancora la bocca piena, quando: - Sono fantastici, Mari. - esclamò, del tutto in estasi. Lei battè le mani, soddisfatta e fiera di sé. - Lo sapevo! Sapevo ti sarebbero piaciuti! - l'altro rise, nel vederla così tanto gioiosa. Dopodiché, la corvina gli si avvicinò. - Il tuo voto da uno a dieci? - era ad un palmo dal suo naso. Lui le rivolse uno sguardo malizioso. - Alla cuoca o ai dolci? - alzò gli occhi al cielo, divertita. - Mmmh... non so. Tu che dici? - fece qualche altro passo in avanti, iniziando a provocarlo con la sua voce sensuale. Inutile dire che Adrien si fiondò all'istante sulle sue labbra, voglioso di assaporarle ancora. Attirò il suo corpo a sé, cingendolo con le braccia. Dal canto suo, Marinette non si fece pregare, e ricambiò il suo bacio a pieno, infilando le dita tra le morbide ciocche dei suoi capelli, arruffandoli tutti, mentre la stanza attorno a loro iniziava a riscaldarsi sempre di più. In uno slancio, il biondo l'afferrò per i fianchi e la fece sedere sul bancone dietro di lei. A quel punto, incominciò a lasciarle baci dappertutto, fino ad arrivare a sfiorarle il collo scoperto con le labbra. - Adrien... - Marinette ansimò, scostandosi da lui, anche se di poco: aveva bisogno di riprendere fiato. Un attimo dopo però, Lo guardò con gli occhi illuminati dall'eccitazione, prima di prendere l'iniziativa e baciarlo nuovamente. Gli avvolse il viso con le mani, e gli accarezzò piano le guance. Il biondo invece, le solleticò i fianchi con i polpastrelli, e fu sul punto di infilarli al di sotto della sua maglietta, quando qualcuno suonò alla porta. Entrambi si allontanarono l'uno dall'altra di scatto, allarmati. Adrien si fece indietro, lasciandola scendere dal bancone. La osservò di sfuggita: aveva le guance completamente arrossate, oltre alle labbra gonfie ed ai capelli all'aria. Ma nemmeno lui sembrava messo tanto meglio. Suonarono un'altra volta, e la corvina cercò di rimettersi in ordine al meglio che potè, prima di correre in corridoio ed urlare: - Arrivo! - Adrien la imitò, pettinandosi indietro i capelli con le mani, mentre udiva sua moglie chiacchierare con qualcuno all'entrata. Non ebbe nemmeno il tempo di sistemarsi la camicia, perché nella stanza fece il suo ingresso un uomo alto e magro, stretto in uno dei suoi soliti completi eleganti. Gli lanciò uno sguardo di rimprovero, nel notare lo stato in cui si trovasse. Il biondo fu abbastanza colpito dal vederlo proprio lì, in casa sua. - Papà... - esclamò - Che cosa ci fai qui? -

Serena

Everything is paw-ssible with you #Wattys2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora