28.Nuove opportunità

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Philippe le si avvicinò per aiutarla a tirarsi su, ma Marinette non glielo permise. - Faccio da sola! - gridò, mettendo le mani avanti per tenerlo lontano. Con stampata in volto un'espressione degna di una pazza isterica fuggita dal manicomio, si issò in piedi, si spolverò i propri jeans con le mani e lanciò un'occhiataccia ad Alya, quella che ormai era diventata la sua ex migliore amica. Quest'ultima, in risposta, le rivolse un sorrisetto divertito e: - Io... Sì, credo proprio che dovrei andare. Sai, con la questione della musica e di tutto il resto... Penso che ne parlerò con Nino e ti farò sapere... Ciao! - in un batter d'occhio raccolse tutte le sue cose e si allontanò dal loro tavolo, lasciandoli soli. Marinette divenne rossa di rabbia: "Questa me la paghi, Alya!", avrebbe voluto urlarle dietro. Trovava assurdo che avesse osato tradirla in quel modo dopo tutto quello che stava facendo per lei ed il suo matrimonio! In quel momento avrebbe tanto voluto strangolarla, per quanto fosse infuriata. Ma proprio mentre cominciava a formulare questi pensieri: - Ehm, ehm. - il ragazzo accanto a lei tossicchiò, attirando tutta l'attenzione della corvina su di sé. Lei si ritrovò a sbuffare, esasperata. - Senti, Philippe. Io voglio che tu sappia una cosa... - iniziò. Chiuse gli occhi azzurri per qualche secondo, nel tentativo di trovare le parole adatte per formulare il suo discorso: era arrivato il momento di mettere in chiaro le cose una volta per tutte... - Aspetta, tu disegni? - ma lui la interruppe. Il suo sguardo era puntato sul quaderno di bozzetti aperto sul tavolo davanti a sé. - Oh, no no no. Io... - Marinette si ritrovò impreparata, perché quando si mosse in avanti per sbarrargli la strada ed impedirgli di sbirciare tra le sue cose, l'altro lo aveva già preso tra le mani ed incominciato a sfogliarlo con genuino interesse. - Hey! Ridammelo subito! - strillò allora, cercando di strapparglielo via. - Wow, Marinette: ma sono stupendi! Hai frequentato un istituto d'arte, per caso? - le chiese, ignorandola completamente. - No, io... Non ne ho mai avuto la possibilità. - rispose. Era stupita da tanto interessamento da parte sua perché, non sapeva neanche lei come, ma le sembrava che per una volta fosse sincero. Nonostante questo però, continuava ancora a diffidare di lui, perciò: - Ma di che ti impicci tu, scusa? Non mi sembra che tu te ne intenda molto di moda. - incrociò le braccia al petto e lo incenerì con lo sguardo. Philippe, sorprendentemente, rise di vero gusto nell'udire le sue parole, lasciandola parecchio confusa. Oltretutto, quando terminò, il sorriso continuò a rimanere impresso sulle sue labbra per ancora qualche minuto. - Vedi, Marinette... È proprio qui che ti sbagli, perché si da il caso che la mia laurea da stilista dica il contrario: me ne intendo eccome di moda. - esclamò, con finta aria saccente. - Che cosa? - lei si ritrovò a sgranare completamente gli occhi azzurri. - Hai sentito bene. E ti dirò di più: se soltanto mi avessi lasciato spiegare, avresti saputo che il motivo per cui tentavo di "impicciarmi" della tua vita era che volevo offrirti un colloquio di lavoro come fotomodella per una rivista. - a quella sua rivelazione, la corvina non poté che rimanere del tutto a bocca aperta. - Mi prendi in giro? - Philippe scosse la testa. - Affatto. Non appena ti ho vista ho pensato saresti stata perfetta per quello shooting, ma poi ho cominciato a conoscerti e... - si fermò. - E... ? - - ... Ho capito di averci visto giusto. -  le si avvicinò e la guardò dritto negli occhi, così che lei non potesse dubitare neanche un minimo della veridicità delle sue parole. - Io... Io non... - d'altro canto, era lei quella che ne era rimasta del tutto a corto. Non riusciva a credere che si fosse sbagliata così tanto sul suo conto. Si sentiva davvero una persona orribile per come l'aveva trattato. Avrebbe tanto voluto dire qualcosa per rimediare ma, non appena fece per riaprire la bocca, lui la precedette: - Lo so, lo so. Dispiace anche a me per come é andata fra di noi. Ma non fa niente, davvero: c'é stato soltanto un fraintendimento. E d'altronde... La colpa é stata soprattutto mia: non avrei dovuto comportarmi da sbruffone con una ragazza seria come te. Ti chiedo scusa. - le rivolse un piccolissimo sorriso, facendola sentire ancora peggio. - No, sono stata io a giudicarti nel modo sbagliato sin dall'inizio. Perdonami, ma é solo che... Credevo davvero che le tue intenzioni fossero quelle... - arrossì per la vergogna. - Non preoccuparti: non ti biasimo affatto. Ho sbagliato approccio con te, e avrei dovuto capirlo prima. Non sono stato affatto professionale. -  - Ma... - - No, Marinette. Va bene così. - Ma io... - la ragazza non riuscì nemmeno a terminare la frase, perché Philippe cominciò ad avviarsi verso l'uscita del locale. - Aspetta! - questa volta fu lei a corrergli dietro. "Com'é strana la vita a volte!", pensò. - Philippe, volevo chiederti scusa come si deve. Insomma... Mi sono comportata da vera stupida con te, e non ti ho neanche dato la possibilità di spiegarti meglio. - lui annuì, dandole ragione. - Mentre, riguardo a quel lavoro... So perfettamente di non trovarmi molto a mio agio nella pasticceria dei miei, ma per il momento mi accontento di quello che ho. Ti ringrazio comunque per l'offerta, però fare la fotomodella non farebbe per me: te lo garantisco. - spiegò. - Come fai ad esserne così sicura? Potresti anche provare a fare un salto al mio studio e vedere come va. Che ne dici? - le propose, lei scosse la testa più e più volte. - No, non credo che lo farò. In quest'ultimo periodo sono troppo occupata per caricarmi di un altro possibile lavoro. - - D'accordo, se é questo quello che vuoi... Ti lascio comunque il mio bigliettino da visita, magari dovessi cambiare idea... - le sorrise, Marinette ricambiò. - Grazie. - a quel punto, il castano stette per voltarsi e andare via, ma decise di fermarsi a metà strada, per poi rivolgersi a lei per un'ultima volta. - Marinette... - iniziò. - Sì? - - Se posso darti un consiglio, non accontentarti mai di niente nella vita: va' sempre in cerca di qualcosa che ti faccia stare meglio, perché non saprai mai delle opportunità che ti vengono offerte, fino a quando non te le vedrai scivolare via dalle dita. E credimi: non sarà affatto una bella sensazione. -

Serena

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