27.Preparativi

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- E... Che ne pensi dei garofani? - domandò Marinette. - Come decorazioni per la sala? - lei annuì. - Non so... Non sarebbe meglio qualcosa di più raffinato? - Alya storse un po' il naso. - Al matrimonio di mia zia c'erano dei centrotavola così belli! - - Mmmh... E dei bouquet di orchidee e di calle? - propose allora, mostrandole sullo schermo del proprio cellulare una fotografia presa da internet. - Oh, questi sì che mi piacciono! - si illuminò. - Sono davvero stupendi! - - Quindi suppongo che il tuo sia un sì, vero? - le chiese la corvina. - Assolutamente. - rispose l'altra. Quel pomeriggio di fine Maggio, lei e Marinette avevano deciso di incontrarsi in un piccolo bar del centro città per un semplice aperitivo tra amiche, che alla fine si era poi trasformato in un incontro di discussione sugli ultimi preparativi per il matrimonio della castana. A dire il vero, alla lista di cose da fare erano già stati eliminati diversi punti. La cerimonia si sarebbe svolta in una piccola chiesetta in periferia che aveva un grande valore sentimentale sia per Alya che per la maggior parte della sua famiglia, mentre la festa avrebbe avuto luogo in una sala ricevimenti piuttosto moderna e spaziosa, con tavoli rotondi e sedie in legno bianco. A parteciparvi, circa un'ottantina di persone: perlopiù parenti dei due sposi. Le uniche cose che ancora mancavano erano: le decorazioni, la musica, il menù ed il vestito. E per un matrimonio fissato una decina di giorni dopo non era proprio il massimo... - Le tovaglie voglio che siano color panna, magari con qualche ghirigoro o pizzo qua e là. - - Dipende anche da ciò che riusciamo a trovare. - precisò la corvina. - Esatto. - le diede subito ragione. - E poi... Non so... Sarebbe bello avere il pavimento d'entrata cosparso di petali di fiori. Sai, renderebbe tutto molto più romantico... - immaginò la scena: lei e il suo Nino stretti l'una all'altro, che percorrevano quella scia di colori e profumi delicati, fino a raggiungere i loro invitati e a dare finalmente inizio alle danze. Non poté fare a meno di lasciarsi andare ad un sospiro innamorato. Ma non c'era tempo per perdersi in fantasie come quella: c'era ancora moltissimo altro da fare! - Vada per i petali di fiore... E per la musica? - fu l'altra a riscuoterla dai propri pensieri. - Penso che lascerò la scelta a Nino. In fin dei conti, è lui l'esperto. - disse, Marinette annuì. Stava appuntando tutto su un quadernetto a righe che aveva portato con sé. Aiutare Alya con il suo matrimonio era diventato quasi un suo dovere, dal momento che quest'ultima aveva fatto lo stesso con lei. Non che alla corvina dispiacesse: anzi, ripercorrere le tappe precedenti alla cerimonia le faceva ripensare al suo, di matrimonio. C'erano infatti, momenti in cui veniva presa da un forte senso di nostalgia, per cui iniziava a desiderare con tutta se stessa di rivivere le emozioni che aveva provato poco prima di raggiungere l'altare e di sposarsi. A quel punto però, la mancanza di Adrien si faceva sentire ancor di più, lasciandola in preda a un vuoto profondo e difficilmente colmabile. Per fortuna, quando qualche giorno prima lo aveva telefonato per informarlo del matrimonio, lui le aveva assicurato che sarebbe tornato a casa in tempo per disfare le valigie e per parteciparvi. - Il dieci Giugno sarò da te: te lo prometto. - erano state le sue esatte parole. Inutile dire che Marinette avesse già cominciato a contare i giorni e le ore mancanti al suo ritorno. Lo sarebbe andato a prendere all'aeroporto verso le sette e trenta del mattino: aveva segnato l'appuntamento sulla sua agenda personale, con tanto di pennarello indelebile rosso, nel momento stesso in cui aveva chiuso la telefonata con lui. Nel frattempo, aveva cercato di tenersi indaffarata il più possibile. - Come va con il vestito? - le chiese l'amica, ad un certo punto, mordendosi il labbro inferiore. "Ecco un'altra faccenda di cui mi dovrei occupare al più presto!", si disse Marinette. Infatti, per evitare che entrambe perdessero la testa alla ricerca dell'abito da sposa perfetto, Alya le aveva chiesto di farle un grandissimo favore: disegnare alcuni bozzetti che le sarebbero potuti stare bene. Questo perché, con il passare degli anni, Marinette le aveva confezionato diversi vestiti ideati e cuciti a mano da lei, che le calzavano tutt'ora alla perfezione. Quindi chi altri avrebbe potuto adempiere a quel compito meglio della sua migliore amica? Ovviamente, la ragazza non ci aveva pensato su due volte, prima di accettare l'incarico non solo di disegnarlo, ma anche di cucirlo da sé. - Consideralo il mio regalo di nozze anticipato. - le aveva strizzato un occhio con aria complice, ignorando le sue numerose proteste. Ben presto però, aveva scoperto quanto la cosa fosse molto più complicata del previsto. Infatti, nonostante Alya avesse più volte messo in chiaro che non avrebbe voluto avere un abito da sposa convenzionale, trovare le stoffe adatte era stata una vera impresa. - Non ne sono molto convinta, lo sai? Forse dovrei fare qualche modifica al corpetto. - le passò il suo sketchbook aperto su una pagina bianca piena di "scarabocchi", come amava chiamarli lei. L'idea che aveva in mente prevedeva un lungo abito bianco dalla scollatura a cuore, che terminava con delle sfumature aranciate sulla punta. - Secondo me é molto bello anche così. Però... La gonna non sarebbe meglio farla un po' più a palloncino? - - Mmh... - e continuò a scribacchiare qua e là le modifiche da adottare. - Dovrò dargli sicuramente una sistematina, ma vedrai che entro la prima settimana di Giugno sarà bello che pronto. - - Se lo dici tu... - Alya confidava molto nelle sue capacità: a preoccuparla era più la sua indole da ritardataria cronaca. Ma sapeva che Marinette avrebbe impiegato tutte le proprie forze per rispettare la consegna di quel suo progetto, perché era molto importante anche per lei, oltre che per la sua migliore amica. In quel momento però, mentre la ragazza alzava lo sguardo dal suo quadernetto per puntarlo verso il volto dell'altra, con la coda dell'occhio scorse una chioma castana fare ingresso nel locale. "No, non sarà lui", si disse, cominciando già a mordicchiarsi le unghie per il nervosismo. Quando poi il ragazzo si girò, Marinette riuscì a vederlo finalmente in viso, anche se avrebbe preferito mille volte non vederlo affatto. Presa dal panico, afferrò il menù posato sul tavolino e se lo portò davanti alla faccia, cercando di nascondersi al meglio che poteva. Alya rimase piuttosto interdetta dal suo atteggiamento. - Hey, ma che ti prende? - domandò, infatti, aggrottando le sopracciglia. - È quel tipo che continua a perseguitarmi a lavoro e a provarci con me come se nulla fosse: non riesco a scollarmelo di dosso. - le sussurrò: le aveva già accennato di Philippe, anche se non molto approfonditamente. - Oh, ed é per questo che ti nascondi in modo così ridicolo da lui? Tesoro, anche se nessuno ha chiesto la mia opinione, io credo che tu ti stia comportando da vera codarda. Dovresti affrontarlo e parlargli: guardarlo dritto negli occhi. Altrimenti non capirà mai! - era la seconda volta che udiva quel tipo di ragionamento da qualcuno che le volesse bene. - Hai ragione, Alya. - rispose, lasciandola di stucco. - Nessuno ha chiesto la tua opinione. - se ne uscì poi, facendola rimanere male. Avrebbe dovuto immaginarlo: trovare una persona più testarda di lei era davvero difficile. - D'accordo, d'accordo! Allora lo hai voluto tu, Marinette! - infastidita, enfatizzò il suo nome come se volesse urlarlo ai quattro venti, così che potessero sentirla tutti quanti i presenti, e poi le si avvicinò per strapparle via il menù dalle mani. - Alya, ma sei impazzi... - - Marinette! - saltò giù dalla sedia, nell'udire la voce di Philippe. Il menù che aveva usato per nascondersi da lui volò via dal tavolo e finì spiaccicato sul pavimento un po' come era accaduto a lei e ad il suo sedere. A quel punto: "Non è possibile", pensò, esasperata più che mai, "Non me ne va una giusta!"

Serena

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