3.Notizia inaspettata

1.7K 112 43
                                    

Gabriel Agreste fece un passo in avanti, avvicinandosi maggiormente a suo figlio. - Marinette, potresti lasciarci soli per qualche minuto? Vorrei parlare con Adrien. - la corvina annuì ma, nel momento stesso in cui fu sul punto di dirigersi verso la porta della cucina, il marito la fermò. - Non credo sia necessario. Lei é mia moglie, quello che hai da dire a me può venire a saperlo anche lei. - esclamò, afferrando delicatamente il polso della ragazza e portandosela vicina a sé. - Adrien, non penso sia il caso di... - le sue parole però, si persero nel vuoto, dato che suo suocero riprese il proprio discorso come se nulla fosse. - Molto bene, allora. Figliolo, ho ricevuto una telefonata da parte di John, lo stilista di cui ti ho parlato. Vuole incontrarmi a New York la prossima settimana. - il ragazzo lo guardò con un cipiglio in volto. - E allora? Starai via per quanto, un paio di settimane? Non vedo dove sia il problema. - disse, scrollando le spalle. - Nessun problema. Purtroppo però, io dovrò rimanere necessariamente a Parigi almeno per i prossimi cinque mesi, perciò sarai tu ad andare in America. - a quel punto, Adrien si ritrovò a strabuzzare gli occhi, e lo stesso fece Marinette. - Che cosa? Non puoi presentarti a casa mia senza preavviso ed obbligarmi a partire come se nulla fosse. - incrociò le braccia al petto, stizzito. Non aveva per niente voglia di lasciare la sua Marinette lì da sola, ad occuparsi della casa, delle spese e di tutto il resto. - Adrien, sono tuo padre e...- - Non sei autorizzato a prendere decisioni al posto mio, né ad obbligarmi a fare quello che vuoi tu. Non sono più un ragazzino, papà. - Gabriel aprì la bocca per parlare, ma la richiuse subito dopo. Aveva ragione: Adrien era diventato un uomo ormai. Lo si poteva notare dai suoi gesti, dal modo sicuro con cui era solito parlare e discutere con lui... Gabriel lo aveva visto crescere da lontano, seppure avessero abitato nella stessa casa per più di vent'anni. Era sempre stato fin troppo occupato a sbrigare le proprie faccende e a rimanere rinchiuso nel suo studio per quasi tutto il giorno, per rendersi conto di quanto la sua assenza gli stesse facendo del male. Al tempo, Adrien era soltanto un ragazzino che necessitava un po' di compagnia, di attenzione in più. Non aveva mai preteso null'altro, se non un tenero abbraccio o un sorriso sincero. E invece... Freddezza e rigidità: ecco cosa aveva ottenuto. Era stato proprio dopo una delle loro continue litigate, che Adrien era fuggito di casa travestito da Chat Noir ed aveva intravisto quello che sarebbe diventato il suo rifugio per i prossimi due mesi. Per molte notti non aveva fatto altro che bussare alla porticina della botola di Marinette e venire accolto con il luccichio dei suoi occhi color mare. Era lì che si era sentito finalmente amato: tra le braccia della sua Puuur-incipessa sapeva che non avrebbe mai più avuto paura di rimanere solo. Gabriel se lo era fatto sfuggire via dalle dita senza neppure accorgersene, ma non se ne pentiva. Se non lo avesse fatto, suo figlio non sarebbe mai diventato l'uomo forte e fiero che aveva davanti a sé. Nonostante questo però, non gli avrebbe comunque mai permesso di disobbedirgli. - Adrien, ricordati che, oltre ad essere tuo padre, sono anche il tuo capo, perciò la discussione é chiusa, anche perché ho già prenotato i biglietti per il volo. E sta' tranquillo, non sarai solo durante la tua permanenza negli Stati Uniti. - a quel punto, il biondo non poté far altro che annuire, sconfitto, mentre sua moglie entrava finalmente a far parte della conversazione e: - Ah, sì? È chi ci sarà con lui? - domandava, incuriosita ed infastidita allo stesso tempo.

- Non posso crederci. Vi prego, ditemi che non é vero... - Marinette si passò una mano sul volto, per poi sospirare, frustrata. La figura magra e sinuosa di Chloé Bourgeois stava  ancheggiando spedita verso di loro. La sua folta chioma bionda le ricadeva leggermente mossa sulle spalle, mentre un sorrisetto beffardo le dipingeva le labbra, il suo viso era ricoperto da uno spesso strato di trucco ed il suo corpo era fasciato da uno stretto abito a tubino giallo. - Oh, ma guardatela! Marinette Dupain Cheng, da quant'è che non ci si rivede? - le si avvicinò lentamente, camminando sulle sue décolleté tacco dodici. Mentre la corvina cercava invano di mettere su un sorrisetto falso, Chloé le schioccò un paio di baci sulle guance, lasciandole un'umidiccia impronta di rossetto fucsia sulla pelle. Subito dopo però, rivolse la sua completa attenzione al ragazzo accanto a lei. - Adrien, caro! - gli si buttò praticamente addosso, agguantandolo per la camicia con le sue lunghe dita affusolate. In un attimo, la corvina si sentì ribollire di gelosia come mai prima d'ora, così, si schiarì la voce, infastidita, e la fece allontanare. Il ragazzo le rivolse un sorrisetto di scuse, percependo tutto il suo fastidio nel vederlo insieme all'altra. Per di più, il fatto che Marinette e Chloé non fossero mai andate d'accordo, nemmeno ai tempi del liceo, non aiutava affatto. - Non dirmi che sarai tu ad andare a New York insieme ad Adrien. - la Bourgeois annuì, sorridendo. - Esatto. Paparino mi ha proposta come modella circa un paio d'anni fa, così eccomi qui. - si attaccò al braccio del biondo come una sanguisuga, e Marinette continuò a fulminarla con lo sguardo. - Papà, per quanto tempo hai detto che dovrò stare via? - Gabriel alzò svogliatamente il viso dal proprio portatile, puntando lo sguardo sul figlio. Quel giorno, lui, Marinette ed Adrien si erano riuniti nel suo ufficio per discutere della questione "viaggio a New York", e poi era arrivata Chloé a rovinare tutto. - Un mesetto, o forse qualcosa in più. - esclamò con nonchalance, posando nuovamente gli occhi azzurri sul suo lavoro. Marinette parve piuttosto sorpresa: per così tanto tempo? - Non sei contento, Adrien? Staremo assieme come ai vecchi tempi! - squittì la bionda, per poi appoggiare una mano sul suo petto e tastarne i muscoli ben scolpiti. Il biondo si tirò indietro, imbarazzato, prima che sua moglie decidesse di ammazzarla sul serio. Infatti, anche se non lo dava del tutto a vedere, Adrien sapeva che l'altra stesse cercando di trattenersi al meglio che poteva per non afferrarla per i capelli e mandarla via di là con un bel calcio. Erano state le sue mani strette in due pugni e la sua mascella serrata a tradirla. Adrien si grattò la nuca, a disagio, e fece qualche passo verso di lei. Le sorrise, cercando di rassicurarla: - Hey, non preoccuparti. Starò via per tre o quattro settimane al massimo e, quando tornerò, potremo ritornare a vivere la nostra vita di sempre. Solo tu ed io. - le strinse la mani e le posò un tenero bacio sulla fronte. A quel suo singolo tocco, la ragazza sembrò tranquillizzarsi un pochino. - Va bene. - rispose, ricambiando il suo sorriso.

- Sei serio? - Marinette scoppiò a ridere, prendendolo in giro. - Certo. Perché? Non ti sembra un'idea geniale? - Adrien pareva piuttosto deluso. Insomma, era convintissimo di aver trovato un piano più che perfetto! - Indossare parrucche afro non servirebbe a niente, Adrien. Ci renderebbe solamente ridicoli. - rispose lei, divertita. Certo che a volte ne sapeva tirar fuori delle belle da quel suo cervellino poco sviluppato! - E sentiamo: tu cosa proporresti, invece? - la sfidò, alzando un sopracciglio. I due stavano continuando a bisticciare da più di un'ora. Avevano deciso di incontrarsi al parco nel pomeriggio, così da poter discutere senza problemi. Inoltre, avevano saggiamente deciso di non coinvolgere i loro due Kwami nella conversazione, convinti che avrebbero soltanto infierito, complicandola ancor di più. Da poco infatti, entrambi avevano scoperto ci fosse uno strano rapporto tra i due spiritelli colorati, qualcosa che pareva situato proprio a metà tra l'odio e l'amore... - Mmmh... e se ci truccassimo? - propose la corvina, puntando lo sguardo dritto in quello dell'altro. Lui scosse la testa, evidentemente in disaccordo con lei. - No, ci vorrebbe qualcosa di più... di più... - tentò, grattandosi il mento. Ad un tratto, Marinette sembrò avere un'illuminazione: - Ho trovato! - si alzò dalla panchina su cui erano seduti e gli sorrise, soddisfatta. - Cosa? Dove stai andando? - lui, dal canto suo, sembrò confuso più che mai, nel vedere l'altra incamminarsi verso l'uscita a passo svelto. - Lo vedrai! Forza, seguimi! - lo esortò. Adrien si ritrovò a correrle dietro, pur di riuscire a raggiungerla. "Cavolo, come è veloce." si disse, prima di riuscire ad affiancarla.

Serena

Everything is paw-ssible with you #Wattys2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora