52.Coraggio

294 9 3
                                    

Marinette chiuse gli occhi azzurri per un istante.
"È passata", si disse.
Con entrambe le mani strette attorno al bordo del lavandino e i piedi ben serrati al pavimento, non faceva altro che inspirare ed espirare, tentando di riprendere fiato.
Aveva appena avuto un attacco di panico in piena regola, e la cosa peggiore era che il motivo della sua agitazione giaceva soltanto pochi centimetri più in là del suo campo visivo, appoggiato frettolosamente tra una bottiglia di shampoo alla ciliegia e uno scrub per il corpo.
Aveva cercato di non guardarlo, di non pensarci, di allontanare da sé anche il solo ricordo delle parole che aveva udito quella mattina.
Parole che avevano continuato a ronzarle nella testa per tutta la durata del loro viaggio di ritorno in macchina.
- Tutto bene? - le aveva domandato Adrien, voltando lo sguardo verso il sedile del passeggero.
Marinette aveva annuito meccanicamente.
- Mi lasceresti un attimo in farmacia? Devo comprare le medicine che mi ha prescritto la dottoressa. -
- Non vuoi che ti accompagni dentro? - lui l'aveva guardata con aria preoccupata, prima di girare a destra e parcheggiare l'auto a qualche isolato dal negozio.
- No, ce la faccio anche da sola, grazie. -
Ma la verità era che non aveva comprato nessuna medicina, in quella farmacia.
Con i pochi spiccioli che aveva nel portafoglio aveva preso qualcosa di molto più importante.
Proprio quel qualcosa che non osava guardare neanche per un secondo.
Un test di gravidanza.
Ancora non riusciva a credere di averlo fatto.
Adrien si era dimostrato così tanto premuroso nei suoi confronti...
E lei? Lei gli aveva mentito spudoratamente.
Eppure, parlargliene adesso era fuori discussione: doveva prima occuparsi di fare tutti gli accertamenti del caso.
Non avrebbe mai sopportato di vedere la delusione nei suoi occhi.
Non dopo che Adrien si era sempre dimostrato più che entusiasta all'idea di allargare la famiglia...
"E ora?", pensò, "Come farò a trovare il coraggio di farlo?"
Prese a mordicchiarsi il labbro inferiore coi denti, tornando a fissare il test con occhi incerti.
Come poteva uno stupidissimo bastoncino di plastica usa e getta cambiare il destino di migliaia di donne in così pochi minuti?
E come poteva, lei, sentirsi tanto agitata all'idea di fare della semplicissima pipì su un aggeggio insignificante come quello?
Ma la risposta a quelle domande era quantomai dolorosa per lei.
Se non fosse andata bene, come sarebbe riuscita a guardare negli occhi Adrien e a nascondergli la propria tristezza?
Da quando si erano sposati, desiderava un figlio più di ogni altra cosa al mondo.
Eppure, in quel momento la sua vita stava prendendo una via totalmente inaspettata.
Lei e Adrien avevano lasciato il lavoro per seguire i propri sogni, e la loro situazione economica era alquanto incerta.
Avrebbero potuto perdere i loro risparmi in un batter d'occhio, tra la spesa, le bollette, le tasse da pagare e tutto il resto.
Crescere un bambino era un grossa responsabilità, e lei avrebbe voluto metterci il massimo delle proprie forze.
Ma era realmente quello il momento adatto per farlo?
"C'è un solo modo per scoprirlo", si disse, allungando il braccio e afferrando il test con entrambe le mani.
"Che vada come deve andare".

Un paio di sere dopo, lei e Adrien entrarono in un bel ristorantino alla moda, pronti a prendere posto difronte ai loro migliori amici già seduti in fondo alla sala.
- È l'occasione perfetta per dare loro la buona notizia, no? - aveva detto Adrien, quando Alya e Nino avevano deciso di fare un'uscita a quattro come ai vecchi tempi.
Lei lo aveva guardato con aria confusa.
- Quale buona notizia? - aveva domandato, trattenendo il fiato.
- Della tua ammissione all'università... -
- Perché? Che altra buona notizia dovrei dargli? - aveva ridacchiato, e lei si era ricucita subito la bocca, nel tentativo di soffocare le proprie emozioni.
Ma ora che quel momento era arrivato, Marinette era a dir poco terrorizzata.
Terrorizzata all'idea di lasciarsi leggere dentro dagli occhi indagatori della sua migliore amica, che la conosceva come il palmo della sua mano.
Ma soprattutto terrorizzata dal dover continuare a mentire ad Adrien, una delle cose più difficili che avesse mai dovuto fare...
Tutte le volte che aveva avuto voglia di piangere davanti a lui era corsa in bagno come una furia e si era sciacquata il viso con acqua gelida, sperando di non doverlo ripetere mai più.
Ma le sue lacrime non volevano proprio ascoltarla, e scorrevano giù a fiumi senza neppure darle la possibilità di fermarle.
Erano stati giorni molto duri per lei. Giorni in cui aveva creduto di crollare da un momento all'altro, alla minima provocazione...
- Ehi! Come stanno i nostri sposi preferiti? - la voce di Adrien la riscosse improvvisamente dai suoi pensieri.
Si avvicinò a Nino e gli diede un paio di pacche sulla spalla.
Marinette rimase lì impalata per qualche secondo, prima di riprendersi e abbracciare subito Alya.
- Tesoro, quanto mi sei mancata! - lei accennò un piccolo sorriso, prima di allontanarsi e prendere posto accanto ad Adrien.
- Allora... Che ci raccontate di bello? -
A quel punto Nino e Alya si lanciarono uno sguardo d'intesa, per poi incominciare a raccontare la loro luna di miele per filo e per segno, non tralasciando alcun dettaglio.
La conversazione procedette in questo modo fino all'arrivo dei piatti, che riportò l'attenzione su un altro argomento.
- Com'é quello, Marinette? - le domandò Nino, sbirciando nel suo piatto.
- Mmh... Non male. - lei storse un po' il naso, passando la forchetta avanti e indietro.
- Che c'é, amore? Non ti senti bene? - mormorò il biondo, guardandola dritto negli occhi.
Marinette distolse subito lo sguardo, riprendendo a mangiare come se nulla fosse.
- No, no. Sto bene... - rispose, con la bocca ormai piena.
Il suo stomaco era ancora in subbuglio, ma non era necessario che Adrien lo venisse a sapere.
Non voleva rovinare la serata a nessuno, né tantomeno mettersi a fare la vittima davanti agli occhi dei suoi amici.
Così si sforzò di riempirsi la pancia con quella poltiglia che aveva ordinato.
Notò che sapeva tanto di carciofi, ma apparentemente non li conteneva affatto...
Nel frattempo, la loro conversazione intraprese una strada del tutto diversa:
- E, invece... Le cose qui da voi come sono andate? Avete qualche novità? - Alya li guardò con fare ammiccante, e Marinette rischiò quasi di soffocarsi con l'enorme boccone che aveva inghiottito.
Adrien le versò un bicchiere d'acqua, e lei lo bevve tutto d'un sorso, sentendosi ancora peggio.
- Nulla di particolare. - rispose, poi, con nonchalance.
Il biondo si voltò verso di lei con aria stupefatta.
- Nulla di particolare? Sei seria? -
Alya e Nino sembravano non capire.
- Perché? Che cosa è successo di tanto speciale? -
- Be', lei... Lei è... Anzi, perché non glielo racconti tu, Mari? - Adrien le sorrise, passandola la parola.
Marinette lo immaginò dare loro un altro tipo di buona notizia, una che comprendeva un passeggino, un paio di biberon e qualche pannolino di troppo...
Ma, a quel pensiero, il cibo che aveva ingoiato cominciò a risalire su per il suo stomaco alla velocità di un razzo, e lei fu costretta a porvi rimedio al più presto.
- Ehm... Scusatemi un attimo. - si alzò dal loro tavolo tanto velocemente da far cadere la propria sedia all'indietro, ma non se ne curò e corse dritta in bagno a vomitare.
Non sarebbe mai dovuta venire lì, quella sera: ora lo sapeva per certo.
Mentre si asciugava il viso bagnato con un fazzolettino ruvido, sentì la voce di Adrien che proveniva dal corridoio.
- Amore, stai bene? -
Allora lei uscì dal bagno e si fermò davanti a lui, non sapendo cosa dire.
- Mi hai fatto preoccupare da morire... - Adrien la abbracciò di slancio, carezzandole dolcemente i capelli.
Quando fece un passo indietro, Marinette scorse l'apprensione che aveva dipinta sul viso: fu allora che non riuscì più a trattenere le lacrime.
- Mari, ma tu... Tu stai piangendo... -
- Che cosa c'é che non va? -
Lui le strinse una mano nella sua, continuando a guardarla come se fosse la cosa più preziosa che avesse al mondo.
E in effetti era proprio così.
A quel punto Marinette sentì di non avere più la forza di continuare a mentire, e così si lasciò scivolare via le parole dalle labbra, continuando a singhiozzare.
- Sono incinta. - mormorò.
Dopodiché si coprì il viso con le mani tremanti: non osava scorgere l'espressione sul suo viso.
Era arrabbiato? Triste? Confuso? Spaventato?
Non l'avrebbe mai saputo.
Per qualche secondo, Adrien non fiatò, mentre lei continuava a piangere in modo incontrollato.
Poi, tutto d'un tratto, le si avvicinò per scostarle le mani dal viso, e l'attirò a sé.
- Oh, Marinette... -
La corvina tornò finalmente a guardarlo: non l'aveva mai visto con gli occhi lucidi.
In un attimo, senza darle neppure il tempo di realizzarlo, l'afferrò per i fianchi e la fece volteggiare intorno a sé, con uno splendido sorriso ad incorniciargli il volto.
- Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo. - sussurrò, baciando ogni singolo centimetro del suo viso.
Allora Marinette ridacchiò, appoggiando il capo sul suo petto, che andava su e giù come un matto.
Voleva sentire il battito del suo cuore più da vicino.
Voleva abbracciarlo, fondersi con il suo corpo, non lasciarlo andare mai più...
- Avremo un bambino... Avremo un bambino... -

Fine

Serena

Everything is paw-ssible with you #Wattys2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora