Attorno alle sei e quaranta del pomeriggio, lei ed Adrien arrivarono davanti alla porta di uno studio di massaggi che si trovava a pochi metri di distanza dalla Boulangerie dei genitori di Marinette. Il biondo però, non poté che stupirsi nel leggere ciò che recitava l'insegna affissa al muro: insomma, che diavolo erano venuti a fare lì? "Mai fermarsi davanti alle apparenze", si disse invece, la ragazza, quando intercettò il suo sguardo confuso. Un attimo dopo, si protese in avanti e bussò. - Avanti - la fievole voce di un uomo anziano li invitò ad entrare. Una volta spalancata la porta, il volto della corvina sbucò all'interno della stanza, e i suoi occhi azzurri ne percorsero l'intera superficie, che era avvolta in uno strano profumo di incenso, tanto lieve, quanto abbastanza piacevole. - Si può? - domandò. Il viso della figura seduta a gambe incrociate sul pavimento si aprì in un sorriso. - Ma certo. - rispose, facendo un gesto di benvenuto con la mano. Marinette entrò e, al suo fianco, Adrien la imitò. Non appena mise piede all'interno, anche lui cominciò a guardarsi attorno, incuriosito e, una volta incontrati gli occhi a mandorla dell'uomo, sentì una strana sensazione di deja-vu scuotergli il petto: era come se l'avesse già visto prima, da qualche parte. - Ma come... ? Io e lei ci conosciamo? - corrucciò la fronte, confuso. - Oh... Adrien, lui è il Maestro Fu. É il guardiano dei Miraculous: è stato lui a consegnarceli. - lo presentò Marinette, e Adrien capì: quello lì era il vecchietto che aveva cambiato la sua vita per sempre, ecco chi era. - Cosa vi porta qui? - domandò loro, mentre si lisciava la barbetta grigiolina con una mano e continuava a mantenere un'espressione molto tranquilla e rilassata. - Maestro, le nostre identità segrete potrebbero essere in pericolo. - cominciò Marinette. Adrien annuì: - Qualcuno ha cominciato ad avere sospetti su quella di Ladybug e, tra non molto, temo che altri possano cominciare ad indagare anche sulla mia. - continuò. Il volto dell'altro rimase apparentemente impassibile. La ragazza infatti, riuscì a cogliere una strana ruga d'espressione solcargli la fronte per qualche secondo, per poi scomparire assieme alle altre subito dopo. L'uomo non proferì alcuna parola, ma chiuse gli occhi per un po', continuando a passarsi una mano sul mento: il suo era un gesto quasi involontario, indice di un momento di riflessione, e Marinette ne era al corrente perché gliel'aveva visto fare tante volte da non riuscire a riportarne il conto. - Maestro? - lo richiamò Adrien, temendo che si fosse, in qualche modo, addormentato. Lui non rispose, ma trasse un lungo respiro profondo, prima di riaprire gli occhi e tornare a sorridere loro come se nulla fosse. - Vi siete infilati in guai grossi, ragazzi. - esclamò soltanto. I due si lanciarono uno sguardo perplesso: non gli aveva detto nulla che non sapessero già. - Ne siamo consapevoli, Maestro. Ma la prego, potrebbe aiutarci? - ad intervenire fu il biondo, che stava cominciando a diventare un po' impaziente. L'altro gli lanciò un'occhiata e: - Non preoccuparti. Ho già in mente un'idea. - il volto di Marinette sembrò illuminarsi tutto d'un tratto. - Davvero? - domandò, entusiasta. Quando Fu annuì, lei non poté frenarsi dal battere le mani e dal saltellare per l'allegria. - Di che si tratta? - gli chiese.
- Dai Marinette: ci sarà da divertirsi un mondo! - esclamò Alya, tirandola per un braccio. L'altra alzò gli occhi al cielo, scocciata. - Ma non ne ho voglia! Ci sarà sicuramente gran parte della scuola, e non ho intenzione di essere seguita ovunque da tutti quegli sguardi. - incrociò le braccia al petto, ma ormai era troppo tardi per far cambiare idea alla sua migliore amica. Tutto d'un tratto infatti: - Hey, ragazze! - le chiamò Kim, andando loro incontro. Insieme a lui c'erano Alix, Ivan, Mylene, Max e altri membri della loro comitiva. - Anche voi qui per il Luna Park? - Alya annuì. - Sono riuscita a trascinare Marinette con me. Pensa che piuttosto avrebbe preferito rimanere a casa a fare i compiti! - rise. La corvina le lanciò un'occhiataccia di fuoco: in quei giorni era più intrattabile del solito. - Che cosa? Ma é sabato sera! - Kim sbarrò gli occhi, quasi scioccato. "Appunto", si disse lei, "Ci sarà un mare di gente.", ma si trattenne dal rispondergli. Dopodiché, continuando ad avanzare, fecero appena in tempo a scorgere in lontananza una grande scritta lampeggiante e luminosa, perché vennero travolte all'istante da un chiasso madornale, accompagnato da una folla di gente che urlava e strepitava dalla gioia. Da non molto tempo infatti, avevano ristrutturato quella parte della città, da sempre inutilizzata, costruendo numerose attrazioni ed allestendo bancarelle d'ogni tipo. - Che ne dite di andare a fare un giro sulle montagne russe? - propose Mylene, abbracciata al suo fidanzato. Tra i ragazzi che decisero di accodarsi vi furono anche lei ed Alya che, dopo essersi messe in fila per salirci, udirono la voce di Nino, che stava venendo verso di loro. - Possiamo unirci a voi? - lui ed Adrien gli sorrisero, in attesa di una risposta. Alya annuì, esaltata, e gli si avvicinò subito, lasciandogli un tenero bacio sulla guancia. Quando il biondo provò a fare lo stesso con Marinette però, lei si ritrasse immediatamente, guardandolo storto e, per tutto il resto dell'attesa, continuò a mantenere lo sguardo fisso sul pavimento, per evitare di incontrare il suo. - Hey, Mari. - la chiamò, ad un tratto. - Che vuoi? - rispose lei, inacidita. - Parlarti: soltanto questo. - a quel punto, la corvina sospirò, per poi alzare gli occhi al cielo per quella che le pareva la centesima volta in una stessa giornata. - Mi lascerai in pace dopo? - Adrien annuì. - D'accordo, ma spostiamoci da qui: c'é troppo rumore. - e così fecero. I loro due migliori amici li seguirono con lo sguardo, prima di tornare a scambiarsi dolci effusioni. Nel frattempo, Marinette e Adrien trovarono una cabina dei comandi libera, così decisero di entrarvi. Non appena il ragazzo si chiuse la porta dietro di sé, le lanciò un'occhiata d'intesa. - Pronta? - le domandò. - Sono nata pronta. - fu la risposta dell'altra, che non attese neanche un secondo di più per tirare fuori dalla sua borsetta una scatolina nera dalla forma esagonale. Quando la aprì, rivelò la presenza di un esserino color carota con un paio di piccole orecchie appuntite, che: - Ciao, io mi chiamo Trixx e sarò il tuo Kwami! - disse. - Io sono Marinette, é un piacere fare la tua conoscenza. - ridacchiò, divertita. Prese poi, la collana presente all'interno della scatola, e la indossò. - Trixx, trasformami! - gli ordinò e, in un batter di ciglia, ecco che si trasformò nella supereroina del Miraculous della volpe. - Come sto? - domandò ad Adrien, facendo una piccola giravolta. Lui le sorrise, del tutto incantato. - Benissimo. - rispose, ed era vero: quel colore le donava parecchio, mentre il costume le fasciava i fianchi ed il seno in un modo a dir poco pazzesco. - Coraggio, dobbiamo sbrigarci. - Marinette strinse il suo flauto traverso tra le dita, per poi avvicinarlo alle labbra e soffiarci all'interno. - Miraggio! - gridò. Davanti a loro si materializzarono niente poco di meno che una Marinette ed un Adrien nuovi di zecca, che salutarono le loro copie originali con un bel sorriso. - Sono perfetti! - esclamò il biondo, avvicinandosi a loro per osservarli meglio. - Già. Adesso però, bisogna partire con la seconda fase del nostro piano. - e, così dicendo, le due illusioni che aveva creato uscirono dalla stanza e si diressero verso Alya e Nino, che li stavano aspettando. - Oh, eccovi qua! Ci stavamo cominciando a preoccupare. - sospirò lei. Era quasi arrivato il loro turno, quando: - Come sarebbe a dire soltanto due persone? Questa é una ruota panoramica sì o no? - udirono la voce infastidita di un ragazzo che stava discutendo con il bigliettaio. - Lo é, ma ci sono delle regole che vanno rispettate per ragioni di sicurezza: questo parco giochi è stato appena rimesso in piedi e non é difficile che possa ricadere un'altra volta, facendo salire tutte quelle persone in una sola cabina. - la finta Marinette rimase allibita. - Cosa? Soltanto due? E allora io con chi salirò? - si girò verso la sua migliore amica che però, in risposta, si strinse maggiormente al braccio di Nino. - Come sarebbe a dire? Io dovrei salirci con... ? - - Me. - terminò la frase il ragazzo accanto a lei. A quel punto, la corvina sbuffò, scocciata, ma non proferì altra parola. Dopotutto, non si sarebbe persa per nulla al mondo quel bel giro sulla ruota panoramica. Restarono tutti e quattro lì ad aspettare il proprio turno per un'altra buona mezz'oretta. Ad un certo punto però, un uomo piuttosto robusto e dall'aria simpatica venne loro incontro e fece entrare Adrien e Marinette in una cabina, mentre i loro due amici furono costretti ad aspettare che se ne liberasse un'altra. Una volta saliti, il vero Adrien uscì allo scoperto e cercò di distrarre un uomo della sicurezza, mentre il suo Kwami si intrufolava nella stazione dei comandi per disattivare i motori. In men che non si dica, ecco che l'intera ruota panoramica si fermò e la voce cammuffata di Plagg risuonò per tutto il Luna Park tramite degli altoparlanti. - Signori e signore, vi preghiamo di mantenere la calma. C'é stato un piccolo problema tecnico, nulla di grave. - inutile dire che la gente che vi si trovava all'interno non ascoltò affatto le sue raccomandazioni, e cominciò subito ad urlare, presa dal panico. - Oh, no! Ci sono Marinette e Adrien là sopra! - gridò Alya, spaventata. Nel frattempo, il biondo si mise di guardia alla stazione dei comandi, per evitare che arrivasse qualcuno. Da quello che lui e Marinette avevano capito, il personale di quel parco d'attrazioni non era molto efficiente, e capitava spesso che ci fossero incidenti o guasti del genere, perciò non ci sarebbero state gravi conseguenze. Fu aveva fatto bene a consigliare loro quel posto: i ragazzi avrebbero potuto attuare il loro piano lì, senza rischiare di incappare in qualche fastidioso intoppo. - Psss... Adrien! - lo chiamò Plagg, nascosto dietro ad un palo. - Il gatto é nel sacco! - bisbigliò: quello era il loro segnale. Il ragazzo annuì, per poi correre a nascondersi. Fu allora che la vera Marinette andò a creare una seconda illusione: Ladybug e Chat Noir apparvero poco distanti dalla ruota panoramica e cominciarono a correre verso di essa. Poiché Adrien e Marinette erano stati gli ultimi a salire, i due supereroi sarebbero partiti proprio da loro. - Non preoccupatevi, vi porteremo giù da lì! - cercarono di rassicurarli. Saltarono agilmente da una parte all'altra, aggrappandosi ai vari appigli ed aiutandosi a vicenda. Arrivarono dai due e ruppero la cabina attraverso un Cataclisma: quello era l'unico modo che avevano per riaprirla. Una volta liberati, Chat Noir prese in braccio Marinette, e Ladybug fece la stessa cosa con Adrien. Tutti i presenti avevano gli occhi puntati verso di loro e le loro grida di incitamento erano forti e chiare: nessuno avrebbe mai pensato che si trattasse di una semplice illusione. Il loro piano aveva avuto pieno successo. Quasi magicamente, dopo un altro paio di salvataggi, la ruota panoramica tornò a funzionare, e Ladybug e Chat Noir scomparvero tra la folla allo stesso modo con cui erano arrivati. - Oh, grazie al cielo siete salvi! - esclamò Alya, correndo incontro ai suoi due migliori amici. Mentre li raggiungeva però, ebbe un piccolo capogiro: fu Nino ad accorgersene. - Tesoro, va tutto bene? - gli domandò, preoccupato. - Sì, sì. Va tutto bene, solo... potresti aiutarmi a cercare un bagno? Questo posto é troppo affollato e sto cominciando a sentire un gran caldo. - gli chiese. Il suo ragazzo annuì, decidendo di accompagnarla. Così, si allontanarono da lì, ma non prima di aver salutato gli altri. Alla fine, scorsero quello che pareva essere un bagno proprio lì vicino, perciò accelerarono il passo e ne spalancarono subito la porta. Quello che si presentò loro davanti però, li spiazzò completamente. - Ben fatto! - Adrien e Marinette si stavano battendo il pugno, soddisfatti. Ma, non appena notarono la presenza dei due, si allontanarono di scatto, strabuzzando gli occhi. - D'accordo, questa me la dovete proprio spiegare. - furono le parole di Alya.
Serena
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Everything is paw-ssible with you #Wattys2022
Fanfiction- Sai, ho avuto paura avrebbe potuto succederti qualcosa e, se così fosse stato, non me lo sarei mai perdonato. Morirebbero tutti se ti accadesse qualcosa. - soffiò, a pochi centimetri dal suo viso. Incontrò poi, i suoi occhi azzurri e vi si immerse...