Capitolo ventiquattro

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È nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama.”

Le note di “Sing” risuonano all'interno dell'abitacolo mentre giro in tondo alla mia università, in cerca di parcheggio. Allungo una mano alla ricerca disperata del mio telefono dentro la mia borsa.

A volte credo di avere un sacco dietro invece di un semplice bauletto.

“Accidenti” dico mentre distolgo un secondo lo sguardo dalla strada per afferrarlo, che poi si sa, l'oggetto delle tue ricerche è sempre alla mano, ma non si riesce mai a trovarlo, sospiro.

“Pronto?” rispondo con la voce affannata.

Dall'altro capo del telefono la voce cristallina di Niall mi arriva dritta dentro, invadendo ogni particella del mio corpo, “Amore” dice soltanto.

“Sei arrivato?” chiedo posteggiando finalmente l'auto e tirando un sospiro di sollievo.

“Si, siamo appena arrivati a Los Angeles, sono stanchissimo e il fuso orario mi ammazza ogni santa volta, non mi ci abituerò mai credo!” dice sfinito e posso sentirlo anche con un oceano di distanza.

Mi mordo il labbro, è partito solo ieri sera e già mi manca come se fosse andato via da mesi, sapevo che il momento dei saluti sarebbe arrivato, ma questo non significa che fossi pronta.

“Tu? Sei a casa?” chiede dolcemente, sento una porta sbattere e lo immagino mentre entra frettolosamente nella sua stanza d'albergo.

“No, sono appena arrivata in facoltà, mi incontro con Will per studiare, abbiamo un esame importante!” dico poggiando totalmente la schiena sul sedile e giocherellando con le chiavi in mano.

Non mi va di scendere dall'auto, non mi va di chiudere la chiamata, non mi va di incominciare un giorno senza Niall.

“Dovete studiare o spettegolare?” dice ridendo.

“Oh, bè c'è tempo per tutto!” dico ridacchiando.

Già immagino le occhiatacce furiose delle bibliotecarie!

Sospiro, c'è un attimo di silenzio nella conversazione, sento distintamente il suo respiro, chiudo gli occhi. Sarà un mese infernale, senza poterlo vedere, senza poterlo toccare, senza potermi svegliare la mattina e guardarlo dormire.

“Niall” sospiro e come risposta ricevo un flebile “mi manchi già”.

“Anche tu!” dico arrendendomi all'evidenza. Mi ero ripromessa di essere forte, per lui più che per me stessa, per non fargli pesare nulla, ma... mi manca da impazzire.

“Ehm...” mi riscuoto “...cosa fai ora, vai a mangiare?” chiedo forzando un sorriso.

“Mh, si!” risponde per poi aggiungere “mi butterò a letto dopo!”.

“La mia invece si prospetta una lunga giornata, mandami un messaggio prima di addormentarti, così non ti disturbo!” dico afferrando la borsa e il raccoglitore al mio fianco.

“Puoi scrivermi quando vuoi, lo sai!” dice tranquillo.

“Va bene, ora ti devo salutare amore, ho avvistato Will, ti amo!” dico affrettandomi ad uscire dall'auto e raggiungere il mio amico.

“D'accordo, buono studio e... ti amo anche io nanerottola” dice prima di attaccare, lasciandomi con il suono della sua risata a rimbombarmi nella testa.

Sistemo la sciarpa intorno al collo e dopo aver chiuso l'auto raggiungo a grandi falcate Will, oggi fa ancora più freddo del solito e non riesco a capire se fa freddo per davvero o se sento solo la mancanza del corpo di Niall accanto a me.

The Maid | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora