You bring me home [One shot]

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A Niall e alla sua musica,
grazie per avermi riportato a casa.

*


I capelli castani le svolazzano sul viso e la sua risata risuona nell'aria. L'eco la fa ridere ancora di più. Si diverte insieme ai suoi amici, si lascia scompigliare i capelli e togliere gli occhiali da sole. Cerca di scostarsi, fingendosi offesa, ma non riesce a trattenere una risata fragorosa. Si sente stupido guardandola da lontano, ha passato così tanto tempo senza di lei e vorrebbe solo imparare a conoscerla. Sente due mani circondargli la vita e un bacio casto tra le sue scapole.
"Non tormentarti."
Niall si gira, circondando Serena con le sue braccia per averla più vicina. Sente i loro corpi donarsi calore e torna a sorridere. "Come fai a farmi sempre pensare che tutto andrà per il meglio?" Le bacia la fronte, stringendola ancora un po' tra le braccia.
"Perché sono un genio, mi sembra ovvio!"
Niall ride e prende a farle il solletico sui fianchi, godendosi la dolcezza che ha sempre contraddistinto sua moglie. Gli anni sono passati per entrambi, ma lei rimane una donna bellissima, per Niall nessuno per reggere il paragone.
"Mi hai fatto sudare!" Serena ha il fiatone mentre cerca di riprendersi. Niall non le dà il tempo di sistemare la maglietta, passa le mani sui suoi fianchi e la attira per darle un bacio. Adorano quei momenti spontanei, dopo tanto tempo distanti quando si trovano nello stesso posto si riempiono l'uno dell'altra, così per averne un po' di scorta quando non possono vedersi.
"Perché passano gli anni e questi due continuano a pomiciare come due adolescenti?" Louis esce sulla veranda seguito da Liam. Niall alza il dito medio mentre Serena ride sulle sue labbra. La lascia girare e posizionare la schiena contro il suo petto mentre i suoi amici scuotono la testa.
"Lou, non è colpa mia se mia moglie è stupenda."
"Siete diabetici."
"Non è vero, sei solo invidioso!"
Niall scherzava più del solito con Louis, il ragazzo davanti a noi aveva passato molte più cose di quelle che una persona normale sarebbe in grado di affrontare. Eppure era lì, vivo, con due cicatrici enormi all'altezza del cuore, ma vivo. Perdere sua mamma e sua sorella era stato tragico. Gli erano stati accanto con tutte le loro forze e il rapporto di amicizia tra Louis e Serena si era fortificato. Si prendeva cura di lui come se fosse un figlio a cui badare e a Louis aveva smesso di fare l'orgoglioso da tanto tempo e quando stava male la chiamava per chiederle aiuto.
"Oh, io invidioso? Per favore!"
Louis fece una smorfia e loro scoppiarono a ridere. "Lou, rassegniamoci. Noi siamo destinati a storie brevi a quanto pare." Liam parlò ridendo della loro vita amorosa e Serena si staccò dal mio abbraccio per stringere entrambi. "Siete due uomini belli e con un gran cuore, dovreste smetterla di proteggervi. Non vi lasciate mai andare del tutto e puntualmente vi ritrovate con qualcuno per il puro gusto di avere compagnia, poi non sapete come uscirne, vi innamorate e ciao a tutti." Serena gesticolò mentre Louis e Liam abbassarono lo sguardo colpevoli. Sapevano che quelle parole non erano altro che la verità eppure facevano male lo stesso. Invidiavano la spensieratezza di Niall, la sua vita, la sua famiglia. Era sempre stato cauto dopo il successo, non aveva mai strafatto, mai esposto le persone che amava a scandali o pericoli. Amava la vita Niall e Louis si ritrovò a guardare il cielo stellato. Inevitabilmente il suo pensiero tornò indietro a uno dei suoi momenti più bui. Avrebbe dovuto fare di più per aiutare la sua sorellina, avrebbe dovuto essere più responsabile, non farsi prendere dalla fama. Si era reso conto troppo tardi che la spensieratezza che aveva sempre agognato non faceva parte della sua vita. Louis era tormentato, lo era sempre stato, ma lo lasciava vedere solo nei testi delle sue canzoni. Per il resto del tempo continuava a sorridere e a cercare di non pensare e così si buttava su tutto, lavoro, beneficenza, viaggi. Serena le capiva le sue fan, capiva la necessità di volerlo proteggere e di voler persino prendere una parte del suo dolore, solo per farlo respirare un po'. Ma non era possibile altrimenti le persone presenti lo avrebbero fatto anni indietro.
"Louis?"
"Sto bene, sto bene" disse alzando le mani in segno di resa prima di sorridere. Voltò lo sguardo e sorrise quando gli schiamazzi arrivarono alle sue orecchie.
"Harry dov'è finito?" chiese cambiando argomento.
"Lou sono in cucina!" Lo sentirono urlare dalla finestra. "Ho fatto i dolci che ti piacciono tanto, vieni a mangiarne uno."
Liam scoppiò a ridere mentre Louis entrava in casa blaterando un "Perché vuole farmi ingrassare a tutti i costi?"
L'aria stava diventato più fredda e Serena rabbrividì stringendosi al petto di Niall, non si sarebbe mai stancata di nascondersi nelle sue braccia, di sentire il suo profumo, di sentirsi al sicuro. Liam li lasciò soli tornando in casa e Niall ne approfittò per stringere Serena ancora di più.
"Mi prendi per pazzo se ti dico che vorrei andare di sopra e fare l'amore con te, nonostante siano tutti qui?" Le sussurra quelle parole all'orecchio e la sente la scossa nel suo corpo. Vede il luccichio nei suoi occhi e si morde le labbra prima di far combaciare le loro fronti. Sospirano con gli occhi chiusi.
"Meglio se andiamo ad aiutare gli altri" disse riluttante intrecciando le loro mani per entrare in casa. La baciò di nuovo poi raggiunsero la sala da pranzo. Avevano spostato il tavolo nel giardino collegato alla stanza. Le lanterne di carta donavano una scintilla di dolcezza estiva, di calore umano, di cose non dette. Illuminavano tutto intorno il giardino mentre alcune luci fissate sulle pareti si occupavano dell'illuminazione del tavolo. Niall aiutò Serena a sistemare per la cena, presero le sedie mancanti, portarono le bevande sul tavolo, accesero un po' di musica e ogni tanto si concedevano un passo di danza. Niall la faceva girare per poi stringerla e dondolarsi con lei.
"Nì, ti amo."
"Oh lo so." Alzò e abbassò le sopracciglia velocemente facendola ridere e sarebbe rimasto lì ad ascoltarla per ore. Vennero interrotti dall'arrivo di un'auto. Sentì l'urlo di Serena risuonarli nella testa mentre la vedeva correre fuori. La raggiunse con calma, insieme a Liam, Harry e Louis. Non si stupì quando la vide.
"Zayn, oddio quanto sei bello! Non ci vediamo da troppo tempo, che fai? Mi devi raccontare un sacco di cose..." Serena era stretta nel suo abbraccio e parlava alla velocità della luce mentre lui rideva divertito. Niall si appoggiò a una colonna osservandoli con le mani in tasca e un sorriso in volto. Se Zayn era lì con loro era merito di sua moglie. Se avesse pensato a tutto quello che era successo gli sarebbe sembrato tutto surreale; accantonò quel pensiero e scosse la testa quando Serena ripeté per l'ennesima volta quanto fosse bello Zayn con quel taglio di capelli.
"Avete finito?" urlò. Non era geloso, lo era stato però, e ogni tanto la paura di perderla tornava a farsi sentire. Zayn lo raggiunse abbracciandolo prima di salutare Louis e Harry sobriamente e buttarsi su Liam. Il rapporto si era incrinato con tutti, ma Liam per Zayn era sempre un punto di riferimento.
"Nì, lo sai che amo te, ma è oggettivamente impossibile non trovare bello quest'uomo." Li fece ridere tutti e Niall le fece la linguaccia come un bambino.
"Sei venuto da solo?" chiese cambiando argomento Liam.
"No..." rispose Zayn facendo un cenno con la testa alla macchina. Si voltarono tutti dalla stessa parte con un sorriso in volto.
"Ragazzi! Dai, la cena è pronta! Tornate dentro." Serena li richiamò tutti e aspettò impaziente che le facessero cenno di aver capito. Matt stava ancora infastidendo Jane e Niall incenerì Liam con lo sguardo. "Che ho fatto adesso?"
"Tuo figlio."
"Eh dai Niall, non fare il padre geloso!" Louis gli colpì giocosamente la spalla.
"Cosa ho fatto io di male per avere l'unica figlia femmina in mezzo alla vostra prole maschile?"
Serena sorrise divertita, quando si trattava di Jane Niall diventava iperprotettivo, soprattutto dopo averla vista su un palco a suonare e cantare. Sapeva che i ragazzi le volevano bene e che insieme si stavano divertendo a seguire le orme dei genitori, ma per Niall sarebbe rimasta sempre la sua bambina. La vide camminare verso di loro con un cappellino di paglia sulla testa, gli occhiali da sole e il braccio di Matt intorno alle spalle. Ridevano insieme e un po' invidiò la spensieratezza della loro età. Sentì la mano di Serena stringere la sua e ricambiò subito. "Pensala in questo modo, quando se ne andranno tutti e i ragazzi porteranno anche Jane fuori, avremo tutta la casa per noi."
Fu il turno di Niall di essere pervaso dai brividi. "Ti odio."
Sbuffò e si lasciò trascinare in casa. "Non è vero." E no, non era affatto vero, per lui la serata poteva chiudersi in quel momento. Si sistemarono a tavola facendo confusione come ogni volta che si ritrovavano insieme. Per fortuna Harry sapeva sempre come metterli d'accordo. Iniziava a cantare, si lanciava in acuti a volte strozzati e ci coinvolgeva tutti in una risata prima di iniziare a mangiare.
"Ho una fame, grazie zio Harry!" Jane prese il suo piatto diverso da tutti gli altri; Jane era intollerante a diversi alimenti e mangiava quasi sempre piatti particolari. Harry le sorrise dolcemente. "Per la mia nipotina preferita questo e altro!"
"Ma se è l'unica!" Lo prese in giro Daniel. Era incredibilmente simile a suo padre. Lo stesso sguardo penetrante e imbronciato di Zayn, i capelli neri come la pece, giacca di pelle e jeans stretti. Niall si trovò a guardare il suo amico. "Sei sicuro che tu non abbia avuto un figlio con te stesso? Cioè è la tua fotocopia!" disse ridendo. Zayn lo spintonò e Niall continuò a ridere. Liam e Louis avevano intavolato una discussione sugli strumenti ad arco; Jane li ascoltava rapita, annuendo alle loro affermazioni commentando animatamente con Matt. La bolla di tranquillità che stavano vivendo venne interrotta quando Shon si alzò improvvisamente, senza dare nessuna spiegazione e salì le scale che portavano alle camere da letto. Quando Niall aveva deciso di allargare la casa al lago non aveva previsto tutto quel movimento, ma era legato a tutti i figli dei suoi amici e non immaginava una vita senza loro in casa. Osservò Louis dubbioso. "Sarà andato in bagno" rispose quello dando uno sguardo preoccupato verso la scalinata dov'era sparito suo figlio. Fu Jane ad alzarsi quando passarono più di quindici minuti. "Vado io zio Lou, non preoccuparti."
"Va bene, vedi se riesci a capire cos'ha. Sono giorni che è strano!"
Louis ha la voce stanca, tira le maniche della sua felpa fino a coprirsi le nocche delle mani e strofina gli occhi per dargli un po' di sollievo. Si appoggia allo schienale della sedia con tutto il peso, Zayn vorrebbe aiutarlo in qualche modo, ma non è più suo il compito di stargli accanto. Liam è già vicino al suo migliore amico, lo abbraccia.
"Ragazzi, voi sapete qualcosa?" chiese Serena.
Daniel, Matt e Chris negarono immediatamente. "Chris, sei sicuro?" chiese Harry.
"Sono sicuro papà."
Harry annuì e tornò a mangiare, invitando anche gli altri a riprendere la cena. Matt cercò lo sguardo di Daniel, mentre Chris aveva perso l'appetito. A Niall non sfuggì il loro comportamento, era sempre stato un grande osservatore. Poggiò i gomiti sul tavolo dopo aver allontanato il piatto e allacciò le mani davanti alla sua faccia. "Quindi?" chiese rivolto a tutti e tre.
"Quindi cosa?" chiese Matt titubante.
"Se avete qualche problema sapete che potete parlarne con noi, tranquilli."
"No zio, non c'è nessun problema, davvero!" Matt lo affermò con un tono fermo e Niall annuì credendo alle sue parole.
Serena cercava qualche indizio che li avrebbe portati a capire il comportamento di Shon. Nelle ultime settimane non le sembrava fosse successo qualcosa di eclatante, certo, non lo aveva visto spesso a casa, ma questo valeva anche per gli altri. La maggior parte delle volte era Jane che li raggiungeva a casa di uno dei tre. Venne riportata alla realtà da suo marito. Niall si era alzato e aveva raggiunto la cucina, voleva andare a controllare se fosse tutto ok, Shon si trovava nei guai? Non tornò in giardino, raggiunse le scale e salì. Il corridoio era illuminato solo dalle luci tenui delle lampade a muro. Stava per chiamare i ragazzi, ma delle voci catturarono la sua attenzione. Si avvicinò alla stanza di sua figlia, sapeva di non dover ascoltare, stava facendo una stronzata. Tornò indietro cambiando idea, ma si bloccò pietrificato un attimo dopo.
"Non possiamo, se papà viene a saperlo mi ucciderà e ucciderà anche te."
"Lo farà se non parliamo ora"
Niall non riusciva a muoversi. Era incapace di mettere un piede davanti all'altro.
"E cosa facciamo? Spariamo per una settimana?"
"Shon, per favore. Se fallisco il provino non mi va che si sappia."
Niall rilasciò il fiato. "Un provino, ok... niente di grave" sussurrò a se stesso per tranquillizzarsi. Voleva andare da lei e tranquillizzarla, dirle che poteva contare su di lui. Era orgoglioso di lei, della sua musica e non voleva assolutamente farle pensare di essere contro la sua felicità. Era stato impegnativo vederla prendere la sua stessa strada, ma era puro egoismo, aveva paura di perdersi dei pezzi della vita della sua bambina come era successo a sua madre con lui. Ma niente avrebbe potuto allontanarlo dalla sua passione e così sarebbe stato anche per Jane, voleva fare musica con lei, esserle d'aiuto.
"...un bacio?"

The Maid | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora