Capitolo tre

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Cammino nei corridoi dell'Università diretta alla prossima lezione, sono passati tre giorni da quando ho visto e sentito Niall l'ultima volta e l'unica cosa che ho fatto è controllare ogni cinque secondi il cellulare. Percorro il corridoio al centro dell'aula e cerco un posto vuoto.
"Posso?" chiedo gentilmente ad una ragazza, lei fa cenno di si e mi fa passare nel posto vuoto. Butto la borsa sotto il banco e prendo un blocco per gli appunti, sbuffo, amo quello che studio ma non ci sono proprio con la testa, ascolto il professore parlare e prendo qualche appunto svogliatamente, tiro fuori il telefono dalla tasca, ma non c'è nemmeno l'ombra di un messaggio. Passo così le dure ore di lezione fino a quando il professore ci congeda, esco fiondandomi verso la caffetteria dove mi aspetta Will, il mio compagno di studi.
"Ehi dolcezza!" sventola una mano dal tavolo in fondo alla stanza. Sorridendo mi faccio spazio tra una folla di studenti nel cambio dell'ora e lo raggiungo, sorrido lasciando un bacio sulla guancia del mio amico.
"Ciao Will" dico sedendomi.
"Ho ordinato anche per te, ciambella e ginseng!" sorride.
"Oh grazie, sei sempre il migliore!" rido.
Io e Will ci conosciamo dall'inizio del primo anno, quando uno dei professori ci ha affidato un progetto insieme, così abbiamo iniziato a studiare insieme e al terzo anno non ci siamo ancora separati. Sto bene insieme a lui e mi diverto, spesso usciamo insieme per Londra quando i nostri ragazzi non fanno scenate di gelosia, si, avete capito bene, Will ha un fidanzato, troppo geloso per i miei gusti! Quando ho scoperto il suo orientamento sessuale sono rimasta sconvolta, non perché è un problema piuttosto perché Will non sembra affatto gay, né nel modo di parlare né nel modo di vestire, questo fa di lui uno dei ragazzi più ricercati dell'ateneo.
"Terra chiama Serena" dice sventolando una mano davanti ai miei occhi.
"Oh scusa, ero pensierosa" dico mentre veniamo interrotti dalla cameriera.
"Grazie" diciamo insieme.
"Allora... Cosa invade il tuo minuscolo cervello?" mi prende in giro.
"Niente, è tutto ok Will!"
"Ehi sai che puoi dirmi tutto!" dice sorridendo. Sorrido annuendo, lo so che posso dirgli tutto, eppure non lo faccio, non gli parlo di Luke, non gli parlo dei ragazzi.
"Perché non mi dici cosa non va?" chiede.
"Perché è tutto ok, seriamente, cosa dovrei dirti?" sbuffo afferrando la ciambella.
"Per esempio perché hai un giornalino da adolescenti con quei cinque che esce dalla tua borsa?" dice indicando la sedia.
"Eh?" mi giro di scatto.
La copertina della rivista dei ragazzi fuoriesce dalla borsa, dannazione, la sistemo girandomi verso di lui.
"Non è un giornalino da adolescenti e quei cinque si chiamano One Direction" rispondo piccata.
"Uuh, nervosetta?" mi prende in giro.
"Will, non iniziare anche te eh? Che problema c'è se li ascolto?"
"Ma piccola sei tu che ti fai problemi io volevo prenderti solo un po' in giro, non mi importa chi ascolti, anche perché che male c'è scusa?" dice sorseggiando il suo succo.
"Sono stanca di essere presa in giro perché a quest'età li ascolto, ma non potete capire, sono tutto per me!" dico sistemandomi sulla sedia.
"Ehi mi dispiace, scusa! Ne vuoi parlare?" mi chiede dolcemente.
"Non ora, abbiamo lezione con il professor Brin se facciamo tardi sai come diventa!"
"Vero, andiamo dai, tanto ho già pagato, oggi toccava a me!" dice recuperando lo zaino mentre io finisco di bere il caffè. Afferro la borsa e mi trascino nei corridoi, Will mi passa un braccio attorno alle spalle e sorride.
"Allora, chi ti piace dei cinque?" chiede ridendo.
Lo guardo scuotendo la testa prima di ridere con lui, entriamo in aula e ci sistemiamo nel nostro solito posto, Will si stiracchia al mio fianco mentre io guardo ancora il cellulare.
"Aspetti una chiamata di Luke?" chiede.
"Lascia perdere, è un cretino!" ribatto.
"Allora? C'è un altro?" dice sorridendomi.
"Eh?" dico spaventata alzando la voce.
"Signorina se vuole conversare si può accomodare fuori!" sbraita il professore.
"No, mi scusi!" dico mortificata.
Will ridacchia al mio fianco e io gli tiro una gomitata nel fianco, fa finta di trattenere le risate e torniamo ad ascoltare, per modo di dire, la lezione. Dopo esattamente dieci minuti fisso il telefono, sbuffando lo rimetto in tasca.
"Forza dimmi cosa stai aspettando!"
"Una chiamata da lavoro" dico per farlo stare zitto.
"E sei impaziente per andare a lavorare?" dice strabuzzando gli occhi.
"Si, ho bisogno di soldi!" rispondo.
"Lì sopra ora basta, andate fuori a parlare!" ci riprende il professore.
"Mah" sbuffo.
"Sei contento ora?" dico a Will nervosa rimettendo le cose nella borsa e incamminandomi verso l'uscita dell'aula.
"Mi dispiace Sere" dice rincorrendomi nei corridoi.
"Niente, lascia perdere!" dico aprendo la porta per uscire dall'edificio. L'aria fresca ci colpisce in pieno viso, il cortile della facoltà è pieno di un via vai di studenti, altri si fermano a studiare all'aperto nonostante il freddo. Butto un'occhiata all'orologio, sono quasi le due e mezzo, il mio stomaco brontola ricordandomi di mangiare qualcosa.
"Che ne dici se ti offro il pranzo per farmi perdonare?" mi chiede Will sorridendo.
"Mmh, ora iniziamo a ragionare!" sorrido prendendolo sotto braccio.
Passeggiamo per un po' senza parlare, diretti dal nostro amato McDonald's, sorrido mentre vedo i negozi appendere le prime decorazioni natalizie, amo questo periodo dell'anno, nonostante il freddo, mi fa tornare bambina. Entriamo nel locale e subito il chiasso ci accoglie, a qualsiasi ora è sempre pieno, che cavolo! Mi metto in fila per ordinare mentre Will cerca un posticino dove sederci, improvvisamente il telefono squilla e il mio cuore perde un battito, lo sfilo dalla tasca ma il nome sul display mi fa sbuffare.
"Ciao Luke" dico scocciata.
"Ciao amore, tutto bene?" risponde tranquillo.
"E' inutile che fai così, sono arrabbiata!"
"Tu? E per cosa? Ti ho chiesto scusa, ero solo pensieroso!" dice riferendosi al nostro litigio.
"Appunto, non c'era bisogno di prendersela con me!" sbuffo mentre avanzo piano piano nella fila.
"Sono giorni che non ci vediamo, dove sei?" chiede.
"A mangiare con Will"
"Ti pareva, sempre con lui, eh?"
"Ma di che ti preoccupi, santa miseria!" rispondo scocciata.
"Senti, mi manchi perché non ci vediamo? Mangia e ti vengo a prendere, facciamo una passeggiata!" risponde ansioso.
"Va bene, ti mando un messaggio quando ho finito!" dico chiudendo la chiamata. Mi sento così strana nei suoi confronti, non credo di riuscire a portare avanti la relazione con lui, un po' perché non sento più le cose che provavo prima, un po' perché ogni volta che vedo Niall mi dimentico perfino dell'esistenza di Luke.
"Cosa desidera?" chiede la cassiera. Faccio la mia ordinazione e dopo aver pagato, con i soldi di Will ovviamente, lo cerco per il locale. Lo raggiungo e mi siedo vicino a lui passandoli il vassoio con il suo cibo.
"Che hai?" mi chiede.
"Ho parlato con Luke, mi devo vedere con lui dopo!"
"Accidenti, ti vedo entusiasta di vedere il tuo ragazzo" ridacchia.
"È questo il punto Will, abbiamo discusso e io speravo quasi di non fare pace!" ammetto.
"Oh, cosa vuoi fare?" dice.
"Non lo so, il problema è che..."
"Ti piace qualcun'altro ma non vuoi ferire Luke" continua al posto mio.
"Esattamente, gli voglio bene e non voglio farlo stare male!" dico afferrando una patatina.
"Devi essere sincera con lui, sinceramente non me l'aspettavo, siete sempre stati una coppia forte!" dice guardandomi.
"Lo so, ma è da un po' che siamo strani tutti e due!" confesso.
"Dai mangiamo, fari tardi!" dice.
"Non vuoi sapere chi è l'altro?" chiedo sorpresa.
"No, quando sei pronta a farlo sai che ci sono sempre!" dice sorridendo ed io lo abbraccio forte facendolo quasi strozzare.
"Ehi, ehi, vorrei arrivare almeno all'anno prossimo!" dice ridacchiando.
"Grazie!" dico sorridendo. Non mi sento pronta a dirgli quello che mi è successo con Niall, anche perché, sono solo la sua domestica. Mezz'ora dopo sono davanti al parco aspettando Luke, faccio avanti e indietro canticchiando qualche canzone. Due braccia forti mi cingono la vita e sento le sue labbra baciarmi la guancia.
"Ciao amore" sorride.
"Ehi!" dico voltandomi verso di lui.
"Come stai?" chiede.
"Bene Lù, tu?" dico mentre ci incamminiamo per passeggiare.
"Sto bene, anche se ti sento un po' fredda!" dice.
"Senti Lù, io..." inizio a dire.
"Senti lo so che ti ho fatto arrabbiare, ma mi farò perdonare, dai non parliamone più, godiamoci questo po' di sole che c'è oggi!" dice sorridendo prima di abbracciarmi.
Perché non capisce più quello che ho? All'inizio della nostra relazione sapeva benissimo riconoscere le mie emozioni, ora è come se non mi guardasse più, o forse sono io che non mi lascio guardare.
"Allora, si può sapere dov'è che lavori?" chiede.
"C-come?" dico in preda al panico.
"Mi hai detto che eri a lavorare l'altro giorno, dove lavori?" chiede.
"Oh, si! Niente ho trovato un lavoretto da una famiglia benestante!" mento.
"Ah, capisco! Questi ricconi possono permettersi di tutto" sbuffa.
"Eh già" dico mordendomi un labbro"
"Non mi avevi detto che cercavi un lavoro, ti avrei trovato un posto al bar, con me!" dice.
"No Luke, figurati, va bene così!" dico.
Ci manca solo lavorare insieme, non è proprio il caso. Il telefono nella mia tasca prende a vibrare, lo sfilo cercando di mantenere la calma quando vedo un numero sconosciuto.

The Maid | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora