Capitolo cinque

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"Midniiiiight memorieeeeeeees" urlo cantando a squarciagola per casa il nuovo album dei ragazzi. Mi improvviso chitarrista tenendo il manico della scopa in obliquo. Ho ritrovato energia cantando, nonostante ieri sera ho fatto davvero tardi per aspettare il lancio del disco in diretta da New York, non ho avuto il coraggio di scrivere a Niall dopo non aver ricevuto risposta al messaggio dell'altro giorno. Questa mattina sembravo uno zombie in facoltà, sono uscita da lezione alle undici e sono corsa nel negozio di dischi all'angolo della strada per comprare il nuovo album. Da ormai mezzora gira a ripetizione nel lettore cd del mio computer, con le casse attaccate e il volume al massimo. Mi stendo sul letto lasciando cadere la scopa. Sento il frastuono, ma non me ne curo. Penso allo splendido materasso a una piazza e mezza attaccato da una parte al muro. I raggi del sole filtrano illuminando la stanza dalla porta-finestra del balconcino. Lo ammetto, il balcone ha inciso pesantemente sulla scelta di questa casa. Mi piace uscire e stare un po' per conto mio a fissare il paesaggio e adoro anche i fiori. Oltre una sedia a dondolo, il balcone è ricoperto da vasi, nonostante Londra sia fredda alcune piante resistono anche alle intemperie della città. Osservo il cielo e, involontariamente, stringo a me la maglia di Niall durante i suoi assoli, è impregnata del suo odore ed io non posso far altro che abbracciare quel pezzo di stoffa blu. Afferro il telefono ed entro su Twitter per commentare insieme a tutti le nuove canzoni, controllo i profili dei ragazzi per vedere se hanno scritto qualcosa, ma ancora niente, sicuramente saranno stanchi e c'è da contare anche il fusorio. Odio quando sono dall'altra parte del mondo, odio rimanere al computer alle quattro del mattino, eppure per loro lo farei sempre. Sono entrati nella mia vita in un periodo in cui non avevo voglia di vivere e mi hanno ridato la voglia di sorridere per qualcosa. Per me è un sogno averli incontrati e soprattutto aver instaurato un rapporto con Niall, è il desiderio di ogni ragazza che li segue, entrare a far parte della loro quotidianità, del loro mondo. Il cd finisce per l'ennesima volta, così dopo aver copiato le canzoni sul PC le trasferisco nel cellulare e poi ripongo il disco con cautela nella custodia, mi guardo intorno indecisa su dove poggiarlo; alla fine faccio posto sulla mensola per sistemarlo lì, poggio le mani sui miei fianchi e sbuffo, devo rendere la mia stanza presentabile. Tiro fuori dal comodino i giornali e prendo un paio di forbici, inizio a ritagliare qualche fotografia e ne attacco un po' sul muro, una foto tutti insieme e una di Niall mentre suona la chitarra. Dovrò dirgli che ho una passione sproporzionata per lui quando suona, qualsiasi tipo di chitarra sia mi fa venire strane idee in mente... No, forse per il momento non è il caso di dirglielo!

Il suono del telefono mi riporta alla realtà, Luke sta provando a chiamarmi da ieri sera. Alzo gli occhi al cielo e mi chiedo come sia possibile che non capisce che non ho voglia di parlare con lui? La chiamata si interrompe per poi ricominciare di nuovo. Mi metto seduta e rispondo.

"Pronto?" rispondo scocciata. Il mio tono non dà spazio all'immaginazione.
"Apri, so che sei a casa!" Nello stesso istante sento bussare e non riesco a reagire che il rumore si fa più forte. Mi faccio coraggio e mi alzo per andare ad aprire. Resto sulla soglia, senza spostarmi.
"Chi non muore si rivede!" Cerca di scherzare, ho come l'impressione che questa sia l'ennesima volta in cui eviterà di parlare. Non mi sposto per farlo entrare.
"Luke, che vuoi? E' inutile che mi chiami cinquanta volte, dobbiamo parlare e lo sai!"
"Ancora? Ora ho da fare ora, sono passato solo a salutare, ti prometto che..." Non finisce la frase perché mi supera senza permesso e si incammina verso la mia stanza.
"Ti prometto niente Luke!" dico seguendolo. "Fermati e torna qui." 

Non so se non nota i poster al muro o se fa finta di non vederli, non dice nulla e io incrocio le braccia in attesa di avere un momento di considerazione. Peccato, però, che la maglia di Niall la nota benissimo.
"Di chi è quella?"
Non ho pensato a nessuna scusa, ma per me non è il punto della situazione quella maglia. "Non cambiare discorso, dobbiamo parlare!" dico, infatti.
"Non sto cambiando discorso, ti sto chiedendo di chi è!" Sbuffa spazientito. Lui. Io cosa dovrei fare? Alzo gli occhi al cielo per avere più tempo e alla fine mento.

The Maid | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora