Ventidue - Alle tre arrivano

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"Hai finito di fare la morta?"

Gli occhi di Aurora si aprirono di scatto, facendo barcollare il suo corpo in avanti mentre ansimava rumorosamente. Lo spazio intorno a lei era nero come la pece, rendendole impossibile vedere qualcosa intorno. Alzò le mani guardando minuscole goccioline d'acqua che le gocciolavano dalla punta delle dita. Era stata sdraiata in una pozza d'acqua poco profonda, che le copriva a malapena i polpacci. La sua mano si alzò per toccarsi il centro del petto, sentendo non pelle ma muscoli e carne contro le sue dita. Lei immediatamente ritrasse la mano, sussultando per l'immenso dolore che le percuoteva il petto.

"Sei stupida? Hai appena preso una spada nel petto e la prima cosa che vuoi fare è toccarti?" Aurora alzò di scatto la testa, la voce condiscendente schioccò la lingua infastidita. Si guardò intorno, non vedendo nessuno intorno a lei.

"Lasciala stare. Si sta adattando" risuonò un'altra voce, più calma dell'altra.

"È troppo buio qui dentro! Dov'è l'interruttore della luce?" risuonò una terza voce, questa più infantile delle altre.

"Un interruttore della luce? Sei così-!"

Aurora fece una smorfia, strizzando gli occhi alla luce brillante che lampeggiava davanti a lei, gettando fuori l'oscurità intorno a lei. Lo spazio era diventato di un profondo rosso cremisi, con accenni di bianco e nero che attraversavano il vuoto. Si strofinò gli occhi, sbattendo le palpebre di nuovo a fuoco quando vide tre figure femminili che la scrutavano. Tutte e tre avevano capelli incredibilmente bianchi in stili diversi, la pelle pallida come l'avorio e diversi paia di occhi colorati. Indossavano tutti abiti neri simili che le coprivano dal collo ai piedi. La donna di mezzo le sorrise calorosamente, allungando la mano verso di lei.

"Ciao bambina"

"Non hai freddo laggiù? Alzati, sciocca!" una femmina più piccola ridacchiò, allungandosi anche lei per metterle una mano sotto il gomito. Aurora annuì con cautela, prendendo la mano della donna e alzandosi lentamente.

"Grazie..." mormorò Aurora, ricevendo sorrisi dalle due femmine "Dove sono?"

"Ai non magici piace chiamarlo Purgatorio" disse la donna di mezzo, i suoi occhi di zaffiro scuro scintillavano contro la sua pelle pallida. Le strinse leggermente la mano prima di rilasciarla completamente.

"O il grande aldilà!" disse eccitata la femmina più piccola con scintillanti occhi verdi.

"Non possiamo semplicemente chiamarlo inferno o qualcosa del genere?" l'ultima femmina sbuffò, i suoi pallidi occhi color lavanda si restrinsero verso di lei.

"Ignora Phobos, non ha ancora fatto il pisolino" la femmina più piccola ridacchiò, schivando immediatamente il colpo che Phobos le mandava. Phobos ringhiò verso di lei, inseguendo la femmina ridacchiante, il rumore dei loro piedi che battevano contro l'acqua bassa echeggiava nel vasto spazio intorno a loro. La femmina dagli occhi di zaffiro sospirò, scuotendo la testa.

"Per favore perdona Phobos e Deimos. Sono un po' rudi ma hanno buone intenzioni" Aurora scosse la testa, prendendo un respiro lento "Puoi chiamarmi Aether"

"Sono-"

"Aurora. Lo sappiamo" disse piano Aether, sorridendo.

"Questo significa che sono morta?" sussurrò a malapena, lanciando un'occhiata a Aether. La stava guardando con occhi comprensivi prima di voltarsi leggermente dall'altra parte.

"Sta a te decidere. Seguimi." si allontanò lentamente, lo strascico del vestito che galleggiava dolcemente sull'acqua.

"Dai, sciocca!" gridò Deimos, facendole cenno di avanzare mentre Phobos era in piedi accanto a lei, guardandola.

Euphoria//TRADUZIONE//Draco Malfoy, 18+Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora